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venerdì 31 ottobre 2008

"Ci vuole il manganello"


ripreso dal blog di grillo


30 Ottobre 2008

Maroni e le istruzioni dettagliate

da_Cossiga_a_Maroni.jpg
I provocatori e la Polizia di Stato

Ieri in Piazza Navona c'era un camion lasciato passare dalla Polizia.
Nel camion c'erano caschi, mazze, forse tirapugni e una ventina di provocatori.
Provocatori, non studenti.
I provocatori hanno picchiato gli studenti sotto gli occhi della Polizia.
Uno dei provocatori, come si può vedere dal video, è in rapporti affettuosi, di grande simpatia con la Polizia, come se fosse un collega.
La piazza era gremita. Un camion con mazze e teppisti poteva essere lì solo in due casi:
- perchè la Polizia lo ha consentito su ordine di qualcuno
- perchè la Polizia non governava la piazza.
Maroni, il ministro degli Interni, che prende istruzioni dettagliate, un portaordini dello psiconano, dovrebbe spiegarci cosa è successo e dopo dimettersi.
La politica è fallita. Il cittadino può solo dialogare con il poliziotto in tenuta anti sommossa.
Se non basta la Polizia, allora arrivano gli infiltrati, così i giornali e le televisioni di regime possono gridare agli "scontri tra studenti".
Giornalisti, non vi vergognate? Le vostre parole sono peggio delle mazze tricolori degli squadristi di Piazza Navona.

Ps: Qualcuno riesce a identificare la persona nel cerchio rosso del video? Lasci un commento.

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Testimonianze da Piazza Navona

Dall'articolo di Curzio Maltese da Repubblica.it:
...Seguo il drappello che si dirige davanti al Senato e incontra il funzionario capo. "Non potete stare fermi mentre picchiano i miei studenti!" protesta una signora coi capelli bianchi. Una studentessa alza la voce: "E ditelo che li proteggete, che volete gli scontri!". Il funzionario urla: "Impara l'educazione, bambina!". La professoressa incalza: "Fate il vostro mestiere, fermate i violenti". Risposta del funzionario: "Ma quelli che fanno violenza sono quelli di sinistra". C'è un'insurrezione del drappello: "Di sinistra? Con le svastiche?". La professoressa coi capelli bianchi esibisce un grande crocifisso che porta al collo: "Io sono cattolica. Insegno da 32 anni e non ho mai visto un'azione di violenza da parte dei miei studenti. C'è gente con le spranghe che picchia ragazzi indifesi. Che c'entra se sono di destra o di sinistra? È un reato e voi dovete intervenire".

ULTIM'ORA: La risposta della Lega di Maroni: "Gravissime le parole del predicatore Grillo. La smetta con questi toni da capopopolo irresponsabile: non c`è bisogno che qualcuno contribuisca a scaldare gli animi e a gettare con cinismo benzina sul fuoco", dice la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio... "Invito i vari grilli parlanti a stare zitti e a evitare di gettare ombre sull`operato delle forze dell`ordine che stanno cercando di garantire l`incolumità dei manifestanti e dei cittadini tutti".

martedì 28 ottobre 2008

Fisco, una fuga da 100 miliardi


Nel 2007 è stato un record. Dai contribuenti infedeli smascherati dagli ispettori del fisco, piovono in un solo anno 6,3 miliardi di euro, il 50% in più rispetto al 2006. Nei primi quattro mesi di quest’anno, altro record: 800 milioni recuperati dall’Agenzia delle Entrate, il 24% in più rispetto all’anno prima. Tanto? Pochissimo, se si pensa che secondo il governo e le sue agenzie, Leggi ancora...
Grazie a AWomanAMan per la segnalazione.

sabato 25 ottobre 2008

Qualcuno lo aveva predetto


ERA PREVEDIBILE,
E INFATTI FU
PREVISTO.

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Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950
"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?
Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private.
Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private.
A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."

sabato 18 ottobre 2008

Più mi girano, più ne dicono


SOLITA FIGURA
DA PERACOTTARO
DI EMILIO VESPA (ALIAS
BRUNO FEDE)

L'amico Masso57 mi segnala, e volentieri pubblico, il seguito della vicenda che riportavo nel post precedente.
Replica di Vespa e controreplica di Travaglio.

1 - La Lettera di Bruno Vespa.
Caro Direttore, su l'Unità del 2 ottobre Marco Travaglio mi scarica addosso la consueta serie di insulti che fanno godere chi dell'antiberlusconismo (e si parva licet dell'antivespismo) hanno fatto una ragione di vita, ma non aiutano a capire la realtà e costituiscono per il Cavaliere una polizza formidabile per fargli superare non solo il record di durata di Giovanni Giolitti, ormai alle viste, ma anche quello dell'altro Cavaliere, Benito Mussolini. Dibattendo a braccio con Di Pietro, ho parlato di 26 processi. Ricordavo male il numero di quelli per mafia. Come invece ho riportato nel mio libro «Viaggio in un'Italia diversa» i processi piovuti addosso a Berlusconi dopo il suo ingresso in politica sono 22 e non 15 come sostiene Travaglio. Scrivo nel libro a proposito di una vecchia, ma sempre correttissima polemica con Di Pietro: «Gli ricordo un nostro vecchio incontro a Milano, il 20 luglio 1993. Avevamo appuntamento a pranzo, e l'allora pubblico ministero arrivò tardi e stravolto. Si era appena suicidato Gabriele Cagliari. Gli chiesi come mai Mani pulite avesse messo sotto schiaffo quasi tutti i principali imprenditori italiani ", tranne Berlusconi.
Perché, Berlusconi mi rispose, "finanzia i partiti regalandogli spot elettorali, e questo non è reato".
Più tardi Gianni Letta mi avrebbe confermato che la Procura milanese era arrivata a tale conclusione dopo aver visionato la documentazione relativa. Chiedo oggi a Di Pietro come metta d'accordo questa sua vecchia affermazione - che lui ebbe sempre la correttezza di non smentire - con il quadro criminale che mi fa adesso del Cavaliere.
L'opinione è, evidentemente, mutata. "Berlusconi entra in politica il 14 gennaio 1994. Tra il 1992 e il gennaio 1994 alcuni suoi collaboratori vengono condannati per tangenti alla guardia di finanza. Il tribunale di Brescia, quando noi pubblici ministeri di Mani pulite fummo denunciati da Berlusconi e da Previti, disse in sentenza: non è vero che i magistrati si sono messi a indagare su di lui dopo il suo ingresso in politica...". Ho chiesto agli avvocati del Cavaliere e della Fininvest l'elenco completo dei procedimenti penali ai quali sono stati sottoposti l'attuale presidente del Consiglio e il suo gruppo da prima che iniziasse la stagione di Mani pulite a oggi. Ho contato 66 processi. Precedentemente al mio pranzo con Di Pietro, ne erano stati aperti soltanto 3, e nessuno riguardava Berlusconi (e - aggiungo adesso - non c'era stata nessuna condanna per tangenti alla Guardia di Finanza). Dal 1994 a oggi sono stati aperti 66 procedimenti penali rilevanti riconducibili, direttamente o indirettamente, al Cavaliere e al suo gruppo. La successione è questa: 11 nel 1994, 16 nel 1995, 13 nel 1996, 9 nel 1997, 6 nel 1998, 4 nel 1999, 2 nel 2001, 1 nel 2004, 4 nel 2005. Tra i casi più clamorosi, l'inchiesta a carico di Berlusconi - e il suo proscioglimento - con l'accusa di associazione mafiosa e per gli attentati mafio-terroristici del 1992-93 (a Firenze in via dei Georgofili, a Roma al Velabro e contro Maurizio Costanzo, a Palermo per le stragi in cui morirono Falcone e Borsellino).
Il Cavaliere non ha mai avuto condanne definitive, né, contrariamente alle voci correnti, è stato assolto grazie alle discusse "leggi ad personam". Quando è stato assolto per prescrizione, infatti, l'assoluzione è intervenuta prima della legge Cirielli. In altri casi è stato assolto per non aver commesso il fatto, o perché il fatto non sussiste. L'inchiesta più eclatante, quella per tangenti alla guardia di finanza, per la quale gli fu notificato dal Corriere della Sera l'invito a comparire nel novembre 1994, mentre da presidente del Consiglio si trovava a Napoli per presiedere un convegno dell'Onu sulla criminalità, si è conclusa sette anni dopo, nel 2001, con un'assoluzione piena.Complessivamente, Berlusconi è stato indagato e processato 22 volte: otto volte è stato scagionato con provvedimenti di archiviazione, di cui due nella stessa indagine per mafia a Palermo; dieci volte è stato assolto, di cui due per non aver commesso il fatto, una perché il fatto non sussiste, cinque per intervenuta prescrizione (di cui tre prima della legge Cirielli, che accorcia i tempi di prescrizione), due perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato dopo la riforma del falso in bilancio.
(È questa una legge di cui Berlusconi si è giovato, ma che difficilmente potrebbe essere liquidata come "ad personam", poiché era stata invocata da molti anni dall'avvocatura. Prima della riforma, il falso in bilancio era un reato di pericolo. Si veniva, cioè, condannati anche se non si era arrecato danno ad alcuno. Dopo la riforma, il reato di pericolo è rimasto in forma assai attenuata e con una prescrizione molto rapida, mentre viene perseguito quando effettivamente è stato arrecato un danno ai soci. Ai tempi di Mani pulite, il falso in bilancio era il classico sistema per incastrare imprenditori sui quali non erano emersi fenomeni di corruzione e concussione.). Berlusconi è in attesa dell'archiviazione dell'indagine Telecinco (dopo che il tribunale spagnolo ha assolto tutti gli otto imputati per i quali è già stato celebrato il processo), mentre resta imputato o indagato in altri quattro processi: due per diritti televisivi, uno per il caso Mills e uno per le intercettazioni telefoniche con Agostino Saccà, l'ex direttore di Rai Fiction». Di tutti i 22 procedimenti mi sono stati forniti data e numeri di protocollo.
Al contrario di quanto ha scritto Travaglio, Berlusconi non risulta mai indagato per droga e per quanto riguarda la P2 risulta assolto dal pretore e amnistiato in Appello. Le indagini penali su Milan e Publitalia iniziano dopo la discesa in campo di Berlusconi. Non è vero che Berlusconi è stato assolto per insufficienza di prove dal processo sulle tangenti alla Guardia di Finanza che fece precipitare la crisi del suo primo governo.Su quattro capi di imputazione, per tre ha avuto l'assoluzione per non aver commesso il fatto e solo per il quarto l'insufficienza di prove. Non ho né la veste, né soprattutto la voglia di sostituirmi all'avvocato Ghedini. Ho scritto e ripetuto negli anni che Berlusconi, come tutti gli imprenditori, non è una mammola. Ma che trovo del tutto anormale che questa bufera giudiziaria gli sia stata scatenata addosso solo dopo il suo ingresso in politica. Se l'opinione pubblica lo ritenesse un mascalzone stragista, non lo avrebbe rieletto per acclamazione.
Un'ultima cosa. Travaglio ricorda che mia moglie era «vicina a Squillante». Mi permetto di ricordare che Renato Squillante era presidente della Sezione Gip di Roma di cui mia moglie era giudice. Marco Travaglio è andato per un paio d'anni in vacanza con Giuseppe Ciuro, maresciallo della Finanza distaccato all'Antimafia e fonte preziosa per i giornalisti di passaggio. Ciuro sarà poi condannato per violazione del sistema informatico della Procura di Palermo e per favoreggiamento del "re delle cliniche" Michele Aiello, condannato a sua volta in primo grado a 14 anni per associazione mafiosa. Il legale di Aiello ha detto che il suo cliente, su segnalazione del maresciallo, pagò un soggiorno in albergo di Travaglio. Travaglio ha smentito. Ma alla fine della fiera, giudichi il lettore qual è la situazione più imbarazzante.
Grazie e cordialità.







Ed ecco Travaglio:

2 - MI DISPIACE, CONFERMO TUTTO
Marco Travaglio

Bruno Vespa continua a mentire in questa lettera, come l'altra sera a «Porta a Porta». Del resto, se la sua fonte super partes sono «gli avvocati di Berlusconi e della Fininvest», la cosa è comprensibile. I processi al Cavaliere non sono né 66, né 26, né 22: sono i 17 (non 15, come risultava da un refuso) che ho elencato nel mio articolo. Il fatto che Di Pietro, nel ‘93, dicesse che Berlusconi non pagava i partiti cash, ma con sconti sugli spot, dipende dal fatto che allora non risultavano ancora i 23 miliardi girati dalla Fininvest a Craxi tramite i conti esteri di All Iberian (scoperti solo tre anni dopo).Né all'epoca Di Pietro poteva prevedere che un anno dopo un sottufficiale della Finanza avrebbe confessato una tangente Fininvest dopo una verifica fiscale; che due anni dopo Stefania Ariosto avrebbe raccontato le mazzette di Previti ad alcuni giudici romani con soldi Fininvest; che dal '93 in poi numerosi mafiosi collaboratori di giustizia avrebbero raccontato di rapporti fra il duo Dell'Utri-Berlusconi e la mafia; né che Mediaset avrebbe occultato negli anni seguenti centinaia di miliardi di fondi neri su 64 società off-shore; né che il Cavaliere avrebbe tentato nel 2007 di comprare senatori dell'Unione e di sistemare a Raifiction alcune ragazze del suo harem; e così via. Altre balle assortite.

1) Per le tangenti alla Finanza, Berlusconi non è stato «assolto con formula piena»: condannato in primo grado per corruzione, dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche, è stato assolto in Cassazione con formula dubitativa (la Suprema Corte scrive «insufficienza probatoria» e cita il comma 2 dell'art. 530 del Codice di procedura penale che assorbe la vecchia insufficienza di prove).

2) Non è vero che l'invito a comparire per le mazzette alla Finanza fu «notificata a Berlusconi dal Corriere della Sera»: la sera del 21 novembre '94 i carabinieri che lo attendevano a Roma gli telefonarono mentre lui stava a Napoli e gli lessero il contenuto dell'atto, dunque è falso che l'indomani 22 novembre lui non sapesse nulla quando la notizia, ormai non più coperta da segreto, fu pubblicata dal Corriere.

3) Vespa, con grave sprezzo del ridicolo, scrive poi che «contrariamente alle voci correnti», Berlusconi «non è stato assolto grazie alle discusse "leggi ad personam"». Spiacente di deluderlo, ma Berlusconi l'ha fatta franca per ben cinque volte (su 12) grazie alle leggi ad personam fatte da lui e usate da lui: due volte (nei processi per falso in bilancio All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché «il fatto non è più previsto dalla legge come reato», nel senso che il premier Berlusconi ha depenalizzato il reato dell'imputato Berlusconi; e altre tre volte per altre fattispecie di falso in bilancio che, pur rimanendo reato, hanno visto ridursi la pena e dimezzarsi i termini di prescrizione grazie alla stessa "autoriforma" Berlusconi (caso Lentini, bilanci Fininvest 1988-1992, 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest).
Parlando di un altro processo, la signora Augusta Iannini in Vespa ha recentemente scritto a Dagospia che «non si è mai visto un proscioglimento pieno (fatto non costituisce reato e fatto non sussiste) determinato dalla concessione delle attenuanti generiche che, invece, rilevano per l'applicazione della prescrizione». Mi associo.

4) «Berlusconi mai indagato per droga»: invece lo fu nel 1983 dalla Guardia di Finanza, indagine poi archiviata. 5) «Per quanto riguarda la P2 risulta assolto dal pretore e amnistiato in Appello»: appunto, come avevo già scritto io, senza la provvidenziale amnistia del 1989 la Corte d'appello di Venezia, ritenendolo colpevole di falsa testimonianza, l'avrebbe condannato.

6) «Le indagini penali su Milan e Publitalia iniziano dopo la discesa in campo di Berlusconi». Falso: le indagini sul Milan nascono a Torino nel 1993, e quelle sui fondi neri di Publitalia a Milano sempre nel '93. Berlusconi scende in campo nel gennaio 1994.

7) «Il processo sulle tangenti alla Guardia di Finanza fece precipitare la crisi del suo primo governo». Falso. Il gip di Brescia Carlo Bianchetti, nell'ordinanza del 15 maggio 2001 con cui archivia (su richiesta della stessa Procura) la denuncia berlusconiana contro il pool di Milano per attentato a organo costituzionale, scrive: «Alla causazione del cosiddetto "ribaltone", è stata sostanzialmente estranea la vicenda dell'invito a presentarsi, dal momento che, secondo la testimonianza dell'allora ministro Maroni, la decisione della Lega Nord di "sfiduciare" il governo Berlusconi (decisione che era stata determinante nella caduta dell'Esecutivo) era stata formalizzata il 6 novembre 1994,e perciò due settimane prima della pubblicazione della notizia dell'invio all'on. Berlusconi dell'invito a presentarsi; trovava comunque le sue radici in un insanabile contrasto tra la Lega Nord e gli altri partiti del cosiddetto Polo delle libertà, risalente alla fine dell'agosto 1994, allorché l'on. Bossi era venuto a sapere dell'intenzione del capo del governo di "andare alle elezioni anticipate in autunno"». Strano che lo "storico" Vespa ignori tutto questo.
Cesare Previti

8) Se avesse letto quell'ordinanza, seguita ad anni di indagini e di testimonianze di tutti i protagonisti della vita politica e giudiziaria di quegli anni, il nostro storico improvvisato saprebbe anche che «l'impegno politico del denunciante (Berlusconi, ndr) e le indagini ai suoi danni non si pongono in rapporto di causa ed effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate e l'avvio di ulteriori indagini collegate in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell'indagato». Anzi, Berlusconi confidò a Biagi e a Montanelli: «Se non entro in politica, mi mettono in galera e fallisco per debiti». Missione compiuta.

10) Tralascio per carità di patria le infamie che, buon ultimo, il "dottor Fede" - come lo chiama affettuosamente l'amato Cavaliere - mi rovescia addosso a proposito delle mie vacanze del 2003. Vacanze che non feci con il maresciallo Ciuro, ma con la mia famiglia in un residence dove aveva un villino anche il maresciallo Ciuro, che nessuno fino a quel momento aveva sospettato di nulla (diversamente dal giudice Squillante, che - vedi libro del suo collega Misiani - era chiacchierato da tempo immemorabile). Vacanze che ho pagato di tasca mia, come ho dimostrato non con una generica "smentita", ma pubblicando la ricevuta della carta di credito e i due assegni.

Se ho ricordato che la signora Vespa era vicina a Squillante, comunque, non è perché io dubiti dell'onestà della signora Iannini, che ho anche avuto l'occasione di conoscere: è perché dubito della serenità di Vespa quando si occupa con grande indulgenza di Previti, Squillante & C., e soprattutto quando invita a «Porta a Porta» i tre Guardasigilli (Castelli, Mastella, Alfano) che hanno nominato sua moglie direttore generale del ministero della Giustizia e, ultimamente, capo dell'ufficio legislativo. Quando Vespa difende le leggi ad personam o nega addirittura che siano ad personam, sta parlando anche del lavoro della sua signora. Il che, in un altro Paese, potrebbe persino configurare un lievissimo conflitto d'interessi.
Nel salutare il "dottor Fede", in arte Vespa, mi complimento con lui per essere riuscito a sponsorizzare il suo nuovo libro anche sull'unico giornale che non gli aveva ancora dedicato le consuete raffiche di anticipazioni e recensioni encomiastiche. E lo ringrazio di attribuirmi il merito dell'eccezionale longevità politica di Berlusconi. Ma temo che mi sopravvaluti: diversamente da lui, sono sprovvisto di scrivanie di ciliegio modello «Contratto con gli italiani».

Spigolature


VERRA' GIORNO...

... in cui i tuttugualisti si ricrederanno e rimpiangeranno amaramente i cuor loro di non essere andati a votare compatti contro Berlusconi nella primavera 2008.
Chi sono i tuttugualisti? Sono elettori di vari natura: radical chic, operai padani, ecologisti radicali, rifondaroli col cachemire e l'erre moscia, ex berlusconiani che dopo la sbornia del quinquennio ferale 2001-2006 si erano ricreduti, e altri ancora. 

Tutti accomunati dall'essere potenziali elettori di sinistra, ma "puri e duri", per loro la sinistra non è mai abbastanza pulita, ambientalista, laburista, etica, eccetera. Sono coloro i quali sono prontissimi a vedere la pagliuzza in casa propria, a sinistra, per accomunarla alle travi nell'occhio del centrodestra e concludere che tanto "son tutti uguali".

Sono quelli della Casta, i tifosi di Beha e di Pansa. Sono quelli che su notizie come queste, chissà perché, tacciono.

                                                                                          foto Cortina 2008

Berlusconi se ne esce bel bello a dire che, in tempo di crisi drammatica, il risparmiatore deve comperare ENI e ENEL e (of course) Mediaset.
Silvietto svende l'Alitalia e scarica su di noi i suoi debiti facendo credere che è colpa di Prodi. Quando i sindacati mandarono a monte l'affare con AirFrance, senza avvedersi neppure che in campagna elettorale Berlusconi plaudiva alla loro recalcitranza, non furono nemmeno sfiorati dal sospetto. Ma in quel momento dare addosso a Prodi & C,. era molto popolare.

Ora collezioniamo l'ennesima figura di merda a livello europeo e planetario, perché l'UE si accorge che i dati snocciolati dal governo sul presunto costo della limitazione dei gas serra sono taroccati e gofiati del doppio. Quando dicevo a tutti che il ritorno di Silvio a Palazzo Chigi ci avrebbe assicurato un'altra caduta verticale del prestigio internazionale, mi si guardava come un marziano.
E quando dicevo agli ecologisti che con il ritorno del Cainano avremmo rischiato uno sfascio definitivo del territorio, mi si rispondeva che tanto la sinistra non aveva piantato nuovi alberi (en passant: la superficie italiana a boschi e foreste è raddoppiata negli ultimi 50 anni, lo sapevate? Quindi forse il verde non è proprio il problema più impellente, o no?).

Nella finanziaria 2009, quella approvata in nove minuti a luglio, che che fu (giustamente) applaudita perché finalmente era di ampio respiro (un piano triennale! L'avesse fatto Prodi, Ernesto Galli Della Loggia e simili avrebbero strillato che ci si avviava verso l'economia pianificata, Tremonti avrebbe paventato un regime sovietico dietro l'angolo, e Bossi avrebbe invitato a far sparire i soldi in Svizzera), in occasione del varo di quella finanziaria, dicevo, il governo se ne uscì bel bello dicendo che la promessa diminuzione delle tasse non era possibile che nel 2011. Forse. Ora, è vero che i conti pubblici han le pezze al culo e che l'europa ci impone di arrivare al pareggio di bilancio entro (appunto) il 2011.

Peccato che fino a tre mesi prima Berlusconi e Tremonti dicessero che Prodi aveva derubato gli italiani, che aveva messo troppe tasse. A parte il fatto che non è vero (farò a breve un post sull'argomento), a parte il fatto che comunque, se loro stessi dicono che non si possono diminuire le tasse significa che stavano dicendo cazzerie totali in campagna elettorale, a parte il fatto che se per i prossimi tre anni di tagli al fisco non se ne parla è perché quei soldi allo Stato servivano e non si poteva fare diversamente che prelevarli, faccio una domandina semplice semplice: chi si ricorda l'andamento dei conti pubblici dal 2001 al 2006 (quiquennio Berlusconi), e chi si ricorda invece come andarono nel lustro 1996-2000 (governi di centrosinistra)?

Quando i Rifondaroli dicevano che il centrosinistra non faceva abbastanza per i più deboli e gli immigrati, forse non immginavano (ma io glielo dicevo inascoltato) che con il ritorno dei nazipadani avremmo avuto una recrudescenza di razzismo. Eccolo lì: primi tentativi di introdurre l'Apartheid nella scuola pubblica.

Quando a sinistra dicevano che Prodi aveva tagliato i fondi per la scuola, non immaginavano  (ma io e pochi altri predicavamo nel deserto) che il nuovo (sic!) Tremonti (essì, perché la Gelmini conta un tubo, dietro c'è lui) voleva definitivamente affossare la scuola pubblica, perché è piena di Komunisti.(En Passant: adesso dicono che reintroduranno lo studio della Costituzione nella scuola: boh. A me non risulta che fosse mai stato abolto prima, comunque cosa ci scommettete che lo vogliono fare per divulgarne un'intepretazione faziosa?).

Come nel '94, come nel 2001, il governo di destra (sì perché dopo l'uscita dei cattolici dalla compagine, parlare di centrodestra fa ridere) sta superando in peggio le mie più nere aspettative.
Contenti adesso, che avete punito la sinistra? Bravi. Continuate  tagliarvi gli attributi per far dispetto alla moglie.


martedì 7 ottobre 2008

Più ne dicono, più mi girano


REGIME
E DISINFORMAZIONE

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(questo post è tratto dal sempre prezioso bananabis)


Ora d'aria di Marco Travaglio

L’altra sera, a “Porta a Porta”, Rosy Bindi e Di Pietro contro Gasparri e Verdini. A un certo punto, però, colpo di scena. Gasparri avverte Di Pietro: “Attento che Vespa di Giustizia se ne intende”. Qualcuno intravede un’allusione alla sua signora, la giudice Augusta Ianninigià intima di Squillante e dunque promossa da Castelli, Mastella e Angelino Jolie a direttore del ministero della Giustizia. Bruno Vespa, in arte Fede, capisce al volo: imparziale come sempre, si unisce al duo Pdl e comincia a pestare Di Pietro. Tre contro uno.

Tema: i processi al Cainano: “Se Berlusconi - sostiene l’insetto - è un’anomalia, lo sono pure i 26 suoi processi, dai quali è sempre uscito assolto”. Pari e patta. Di Pietro prova a ricordare di averne avuti 33, di processi, ma lui si dimise da pm e da ministro per farsi giudicare (bella forza, era innocente), mentre il Cainano si assolve da sè depenalizzando i suoi reati e dimezzando la prescrizione con leggi ad personam.

Vespa, aspirante Ghedini, dice che “su 26 processi, 4 sono in corso, 4 sono finiti in prescrizione e 18 in assoluzione”. Tutti “successivi alla discesa in campo”. Parla di appena “4 leggi ad personam”. E sostiene che, per le tangenti alla Guardia di Finanza, “Berlusconi è stato assolto con formula piena”, mentre “il caso di Lentini al Milan era analogo a quello di Dino Baggio alla Juve, ma Agnelli non fu nemmeno chiamato a testimoniare, mentre Berlusconi fu condannato”.

Cinque balle in cinque frasi.

1 - Le leggi ad personam sono 16: decreto Biondi, Tremonti, rogatorie, falso in bilancio, Cirami, Maccanico-Schifani, ex-Cirielli, Gasparri, salva-Rete4, Frattini, condoni fiscale e ambientale, Pecorella, bloccaprocessi, Alfano, prossimamente intercettazioni.

2 - Prima della discesa in campo, Berlusconi era già stato indagato nel 1983 (poi archiviato) per traffico di droga e imputato nel 1989 per falsa testimonianza sulla P2 (colpevole, ma salvo grazie all’amnistia del 1990); nel 1992-93 vari manager del suo gruppo erano sott’inchiesta per i fondi neri di Publitalia e del Milan, tangenti a Dc, Psi e Cariplo. Come scrive il gip bresciano Carlo Bianchetti nel 2001, archiviando le denunce berlusconiane contro il pool di Milano: “L’impegno politico del denunciante e le indagini ai suoi danni non si pongono in rapporto di causa ed effetto; la prosecuzione di indagini già iniziate e l’avvio di ulteriori indagini collegate in nessun modo possono connotarsi come attività giudiziaria originata dalla volontà di sanzionare il sopravvenuto impegno politico dell’indagato”. Anzi, è probabile che sia sceso in campo per salvarsi dalle inchieste già aperte sul suo gruppo, prevedendo che sarebbero giunte fino a lui.

3 - I processi al Cavaliere non sono 26, ma 15: 5 in corso (corruzione Saccà, corruzione senatori, corruzione giudiziaria Mills, fondi neri Mediaset, Telecinco in Spagna) e 10 già conclusi, più varie indagini archiviate (6 per mafia e riciclaggio, 2 per le stragi mafiose del 1992-’93, ecc.).
Nei 10 processi già chiusi, le assoluzioni nel merito sono solo 3: 2 con formula dubitativa (comma 2 art.530) per i fondi neri Medusa e le tangenti alla Finanza (“insufficienza probatoria”), 1 con formula piena per il caso Sme-Ariosto/1. Altre 2 assoluzioni - All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2 - recano la formula “il fatto non è più previsto dalla legge come reato”: l’imputato se l’è depenalizzato (falso in bilancio). Per il resto: 2 amnistie per la falsa testimonianza sulla P2 e un falso in bilancio sui terreni di Macherio; e 5 prescrizioni, grazie alle attenuanti generiche, che si concedono ai colpevoli, non agli innocenti: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi), caso Lentini (falso in bilancio con prescrizione dimezzata dalla riforma Berlusconi), bilanci Fininvest 1988-’92 (idem come sopra), 1500 miliardi di fondi neri nel consolidato Fininvest (come sopra), Mondadori (corruzione giudiziaria del giudice Metta tramite Previti, entrambi condannati).

4 - Dunque, per le mazzette alla Finanza, niente formula piena, ma insufficienza di prove.

5 - Il caso Lentini non era affatto analogo al caso Baggio: Lentini fu pagato dal Milan con fondi neri extrabilancio (reato), Baggio con una donazione personale di Agnelli (non reato). E comunque, per Lentini, Berlusconi non è mai stato “condannato”.

Ora non vorremmo che l’imparziale insetto dovesse risponderne all’Authority o, Dio non voglia, scusarsi in diretta. Ma non c’è pericolo: in tv deve scusarsi chi dice la verità, non chi racconta balle. Emilio Vespa è in una botte di ferro.

L’Unità del 2.10.2008