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giovedì 26 novembre 2009

Questa è bella!


"LA REPUBBLICA" SAREBBE UN GIORNALE FAZIOSO??

Ho trovato questo bel post su "la conoscenza rende liberi", a firma di Crazyhorse.
Mi pare che ogni commento sia superfluo.

"Altro eccesso di zelo, altro autogol dei soliti cialtroni del ” Giornale” : “Aiuto i comunisti ci vogliono far fuori” Poi la Digos scopre che la lettera delle B.R. è una invenzione di Littorio Feltri che se l’è mandata da solo...
Presso la redazione de “Il Giornale” di Genova è stata recapitata una lettera scritta a mano, con stella a cinque punte e firma delle BR. La lettera conteneva minacce alla redazione, al capo della sede Lussana ed al collaboratore Guzzardi, colpevoli secondo i brigatisti immaginari di reiterate inchieste sulla Valbisagno.  Guzzardi si era preso la briga di scriverci un articolo per il sito della testata,  in cui illustrava la situazione, ed il momento in cui aveva cominciato a trovarsi sotto minaccia.
Più tardi sempre ieri , la Digos è riuscita a risalire al mittente di quella lettera anonima arrivata in redazione: Francesco Guzzardi. Omonimia? No, non solo è lo stesso nome del giornalista, ma chi ha scritto quella lettera ed il giornalista sono la stessa persona! Così come a ha fatto sapere l’ANSA tramite questo lancio. Poi Guzzardi ha confessato di aver architettato l’intera vicenda, cercando di salvare il capo, Littorio Feltri.
Indro Montanelli, quando ancora in vita e vedeva la sua creatura “Il Giornale”, sotto la direzione della famiglia Berlusconi in tandem con Feltri, affermava che per lui  equivaleva ad avere un figlio drogato con cui non voleva più avere niente a che fare.
Annoveriamo quindi l’ennesima figuraccia che la testata gionalistica diretta da Littorio Feltri può rivendicare  nel suo palmarés. La creazione di un nemico che non c’è, di un allarme che non esiste, al solo scopo di mantenere alta la paura dei comunisti cattivi che se la prendono contro il giornale del Regime."
Crazyhorse70
Piesse:  Guzzardi, il sedicente giornalista, ha avuto anche l'ardire di scrivere, con una rivoltante dose di faccia di bronzo, all'indomani del volantino, un articolo in cui diceva, tra l'altro:
"Per me, non lo nego, il mio lavoro è una missione. Quella di raccontare i fatti (sic!, ndr) , cercare i retroscena, portare alla luce le ombre di una cattiva amministrazione del territorio che da oltre 10 anni porto avanti per cercare di migliorare la Valbisagno, vallata che amo e dove vivo."  Ma cos'è che porta avanti Guzzardi? La sua "missione"?, La cattiva amministrazione? il territorio? Bell'italiano, complimenti. Comunque, alla fine dell'articolo arriva il bello:
"Adesso sono arrivate le minacce sotto forma di volantino anonimo. Lasciamo alla polizia il compito di svolgere le indagini e risalire ai colpevoli. (Sic!, ndr)  Non ritengo giusto né strumentalizzare, né sottovalutare un simile episodio che può diventare foriero di un’escalation di violenza.La Valbisagno non se lo merita. Come quelli che veramente la amano."Ecco, appunto, Guzzardi: la Valbisagno non si merita uno come te.

lunedì 23 novembre 2009

Combattere la clandestinità



Ieri sera ho visto, col consueto sconforto, "Report". Quando si è arrivati a mostrare come si è arrivati a formulare il reato di "immigrazione clandestina", mi è venuto subito da pensare al fatto che, da noi, un governo di destra affronta la questione sulla base di una ideologia tanto repressiva quanto infondata giuridicamente, con norme conseguenti inapplicabili nei fatti.
La Francia, dove perlatro non mi pare ci sia un governo bolscevico, potrebbe chiudere le aziende che impiegano lavoratori clandestini. Lo ha spiegato il ministro francese del Lavoro, Xavier Darcos: "Se scopriremo che un'azienda utilizza lavoratori senza permesso fermeremo le attivita'" ha detto il ministro intervistato da Le Parisien, annunciando un rafforzamento dei controlli e precisando che il costo del lavoro illegale in Francia e' stimato nel 4% del Pil, circa 60 miliardi di euro.
Vediamo nel giro di un paio d'anni chi risolve meglio la questione? Non si accettano scommesse in denaro....

notizia letta su www.corriere.it

venerdì 13 novembre 2009

Ipse dixit


SE LO DICE LUI...


Fedele%20Confalonieri%20seduto(1)

...NON DITECI PIù CHE NON è VERO, CHE E' PROPAGANDA ANTIBERLUSCONIANA.
Mi sono imbattuto in questa gustosissima intervista che Confalonieri (per chi non lo ricordasse, è il presidente di Mediaset) ha rilasciato a Claudio Sabelli Fioretti, de La Stampa di Torino, il 2 novembre. Data la sua lunghezza, sono costretto a stralciarne alcuni brani. Mi limito a riportarne qui, commentandoli, alcuni passi salienti.

«I giudici sono potenti e ci tengono ad esserlo. Berlusconi si difende».
Scappando dai processi, cambiando le leggi… 
«Le leggi ad personam? Le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam vai dentro. Una volta dentro, poi non ti chiedono scusa. È il sistema della giustizia in Italia. I magistrati sono gli unici che non pagano mai: irresponsabili».
Perché i magistrati ce l’hanno con lui? 
«Viene vissuto come un parvenu, come un intruso».(…)

Hai capito? Pane al pane, eh. Adesso lo dicono chiaro, netto e tondo: le leggi ad personam esistono, eccome. Hanno smarrito definitivamente ogni sorta di pudore. Andiamo avanti.

Gli inizi di Berlusconi comunque…
«Berlusconi si finanziò con 30 milioni della liquidazione del papà... non certo con i soldi della mafia...». (…)

Eh no, Fedele, lo so che sei fedele, ma questa è una balla e lo sai. Altrimenti non si capisce perché, a fronte di domande precise dei giudici in tal senso, Berlusconi si è avvalso della facoltà di non rispondere. E questo, tralasciando il fatto che con trenta milioni di lire dell’epoca (equivalgono a qualcosa come un milione d’Euro odierni), non si comincia nemmeno a scavare le fondamenta di Milano Due…

Che senso aveva l’anticomunismo se il comunismo non c’era più? 
«C’erano gli effetti della sbronza comunista. C’era ancora la paura del comunismo».
E Berlusconi ne ha approfittato. Marketing. 
«Ma anche politica».
Glielo dice a Berlusconi che i comunisti non ci sono più?
«Glielo dico. Ma bisogna ammettere che è un ottimo argomento di vendita».
Politica e marketing… 
«Se funziona... In fondo gli altri, pur di vendere copie, gli danno del pedofilo».(…)

Finalmente! Eccolo lì che lo ammettono: è una panzana, grossa come una casa! Solo che se lo dice chiunque altro, gli danno del comunista. Appunto.

 «L’errore di Berlusconi è pensare che tutti i magistrati siano rossi. Sbaglia. E io glielo dico. Parlando di toghe rosse compatta quelli che sono rossi con quelli che non lo sono. I magistrati sono ottomila. Contro Berlusconi ce ne saranno qualche centinaio».
Lui odia farsi processare. 
«Ma ragazzi, quanti processi ha avuto? E non è mai stato condannato».
Condannarlo? Mica facile… 
«Allude alla prescrizione?»
Alludo.
«Oh, ma la prescrizione a favore di chi va? A favore del giudice che non riesce a dimostrare la colpevolezza».

E qui siamo alla tradizionale difesa del “non hanno mai trovato nulla di serio a suo carico.” Balla colossale, ma ci siamo abituati. Però poi sentite cosa dice Fedelino:

C’è prescrizione e prescrizione. 
«Questa è la lotta fra Berlusconi e i magistrati. Berlusconi non si vuol fare mettere sotto. Poi uno può dire: è populista, è peronista. Sarà vero. Ma non è antidemocratico».
Però è peronista e populista... 
«Certo che è populista. Ma la demagogia c’era ai tempi di Atene. Pericle era un grande demagogo. L’importante è il “check and balance”, la separazione dei poteri che ti impedisce di esondare...».(…)

In questo passaggio, implicitamente, Confalonieri ammette che la prescrizione è un escamotage per scapolarsela dai processi; ammette che è un populista e un demagogo (cioè uno che racconta un sacco di balle): infatti più avanti nell’intervista, a una domanda sule bugie di Berlusconi, Confalonieri dice: «Qualche balla la racconta, ma “pour enjoliver la verité”, abbellire la verità. I grandi venditori sono anche dei grandi cacciaballe...».  Infine il Fedelissimo cade miseramente sul check and balance: proprio quello che Berlusconi vuole evitare, a tutti i costi.  E infatti più in là è costretto ad ammetterlo, guardate qui.

Lui dice: «Purtroppo non ho il cinquantun per cento»...
«Trattare non gli piace. Gli riesce difficile prendere atto che la democrazia pone dei freni. Silvio è un uomo del fare. I freni gli danno fastidio. Ma non è un dittatore come dicono».

Sarà. Però, mentre dice che non è un dittatore, ha già ammesso che per il potere è disposto a stravolgere le leggi, a evitare il check and balance, a raccontare al popolo un sacco di balle.
E infine, e questa forse è l’ammissione più grossa, ecco una affermazione che, nel suo sconcertante candore, rende esplicita l’enorme responsabilità politica, morale e storica del Berlusconi sedicente statista:
 
«Se Berlusconi si fosse limitato alla televisione, oggi avrebbe più del novanta per cento dei consensi. Ma ha voluto giocare in prima persona. E ha spaccato in due il Paese»
*****

PS: ho aggiornato anche l'altro mio blog.

giovedì 5 novembre 2009

Senza titolo


SI FA PRESTO A DIRE TRADIZIONI

Foto suora in topless su Facebook


Credo che a Gesù non interessasse un bel nulla di vedere la propria effigie nei palazzi dell'imperatore. Per questo ho apprezzato molto questo post di Phoebe, che qui ritrascrivo per sua gentile concessione.


"E così, grazie alla “folle” battaglia di una madre di Abano Terme, in sette anni ci siamo arrivati.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (mica un magistrato comunista qualsiasi, eh!) ha dichiarato illegittima la presenza ancestrale del crocefisso nelle scuole. 
Il putiferio scatenato da questa sentenza non è paragonabile nemmeno alla dichiarazione di guerra dell’Iran alla Svizzera.
Lo sdegno è superiore a quello per gli attentati in Afghanistan.
La rabbia è così forte che tutti (ma proprio TUTTI) hanno qualcosa da dire.

La Carfagna minaccia ricorsi ed interventi divini, non prima di aver acceso due lumini votivi. Gli stessi, per inciso, con cui ha bruciato i negativi dei suoi passati calendari.
Per Bersani (Pretino, lo sapevo!!! Ho fatto bene a non votarti, servo!!) è una sentenza folle ed insensata.
Calderoli è stato preso da un coccolone. No, rimettete nel cassetto le trombette. S’è salvato!
Pretini, pretucoli e preti d’alto bordo minacciano di chiamare il principale per lamentarsi e far scagliare un fulmine in testa agli eretici. Finora han trovato la segreteria, ma prima o poi Lui risponderà, ne sono certi.

In genere, il commento più diffuso è stato”è una nostra tradizione, fa parte della NOSTRA cultura e non va cambiata”, la mia opinione è che anche la dote, la fuitina, la patria potestà, il reato di aborto e tante altre cose ne facevano parte ed ora NON CI SONO PIU’.

Una volta, nemmeno tanto tempo fa se si tiene conto dell’età della terra, vivevamo nelle caverne scarabocchiando icone con punte di selce scheggiate bisonti e divinità. E’ stato così per secoli, come ne siamo usciti? Eppure, era la nostra tradizione, la nostra cultura.
E qualche ominide primitivo quando il primo folle iniziò a costruire una capanna qualcosa da dire ce l’avrà avuta di sicuro.
E se sono d’accordo sul fatto che la motivazione data dalla Corte sia opinabile , il problema non è che il crocifisso “una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni” ma che nella nostra Costituzione Italiana non c’è scritto che il nostro Stato è improntato alla religione cattolica.
Il nostro è uno stato LAICO, signori, che vi piaccia o meno. L’Assemblea Costituente fece questa scelta illuminata più di 60 anni or sono e ne sono orgogliosa, perché all’epoca non deve essere stato affatto facile.
Lo stato è LAICO. Non esiste una religione di stato.
No, zitti. Shhhh!
Carta canta, signori miei.

Per me la cosa giusta sarebbe niente ora di religione a scuola ma un’ora di Storia delle Religioni e niente crocifissi in uffici e scuole pubbliche. Io, mio figlio a catechismo ce lo mando il pomeriggio, semmai.
E ve lo dice una che alle elementari era accompagnata a messa dalle maestre, pensate un po’.
E che ci mettiamo là, sul muro? Lì, dove c’è rimasto il segno del chiodino? Allah, come dicono quelli che hanno paura di perdere la propri “identità culturale”?
No, niente santi o icone.
Ma la foto, con una bella cornicetta, del Presidente della Repubblica. O anche del Presidente del Consiglio, ne possiamo parlare. Purché si tratti di una autorità dello Stato, eletta da tutti i cittadini in uno stato libero.
Di cui dobbiamo essere TUTTI fieri ed orgogliosi di appartenere: cattolici, musulmani, ebrei, testimoni di Geova, agnostici ed atei.

Lo trovate davvero così scandaloso?"