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sabato 30 gennaio 2010

I giorni della merla


I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio, ovvero il 29, 30 e 31; sono considerati i giorni più freddi dell’inverno.
Il nome deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri.

Sono i giorni della merla fa tanto freddo dappertutto e sono un pò meno ottimista del solito.
Ci hanno cacciato tutti i bisonti, noi ne uccidevamo quel che serviva per le necessità, questi si divertono a farli fuori tutti come per uno sport.
Ci fanno firmare trattati di pace che il giorno dopo  non valgono più, i visi pallidi sono come cavallette dappertutto ed io devo smontare i miei tepee ed andare a svernare con la mia tribù in posti dove esista ancora la possibilità di cacciare qualcosa per far mangiare la mia gente.
Sento il fiato del potere dei bianchi sul mio collo, ne fai fuori a decine e centinaia li sostituiscono.
Oggi mi gira male. Sarà stata la vista dell’esercito dei berlusconidi uniti e massicci per il capo che ogni giorno serrano le fila, se manca o ha dei dubbi il soldatino anziano ( vedi  Pecorella sul processo interruptus ) subito qualcun altro lo sostituisce ubbidiente. Una unità di intenti che neanche nei migliori eserciti, solo denaro e potere tengono così uniti.
Tutto uguale, stesse notizie finte, stessi 5 tg 5 di Raiset schierati a non dir nulla della disoccupazione vera  e della realtà ( la sentenza della cassazione sulla legittimità dell’arresto al sottosegretario Cosentino è stata silenziata da RAISET, bankitalia ha appena sputtanato Tremonti sul numero vero di disoccupati, 2 milioni,   sui poveri in aumento, la notizia delle centrali nucleari già decise ed i cui nomi non vengono pubblicizzati prima delle elezioni regionali, passa in cavalleria come acqua che non lasci traccia…)
Ci sono ben 3 procedimenti legislativi 3 aperti in parlamento che riguardano esclusivamente il premier  ( se qualche deputato se lo fosse scordato ci ha appena pensato il piduista Cicchitto a rammentarglielo )   mentre palazzine di poveri crollano in Sicilia, costruite con la sabbia dei suoi amici mafiosi a cui sta per regalare miliardi del ponte.
Voci flebili, disunite , rissose all’interno della sinistra, stridule macchiette di un tempo che fu non spaventano più nessuno, non convincono neanche loro stessi.
Le uniche novità ( Vendola,  Bonino ) sono personaggi della periferia che hanno dato buona prova di sè  ma sono candidati quasi a forza da un apparato di potere sclerotico: il pd è debole nel pensiero e nella azione , gli è rimasto solo l ‘ apparato elefantiaco e tardivo di un tempo, senza il contenuto di quel tempo.
Fa freddo in Italia nei giorni della merla ed anche il compagno ho-chi-FINI  ha smesso di litigare acconciandosi ad un accordo col padrone , tutto quel polverone per un po’ di Polverini?
Vien voglia di un po’ di silenzio, di raccogliersi e pensare senza parlare a cosa altro ci sia rimasto da fare. Contro uno che chiama il suo partito forza italia c’era fin dall’inizio da porre la questione in termini di ordine pubblico , cosa vuoi rispondergli politicamente, alla luce di tutto quel consenso? Il consenso fa la differenza tra l’ordine pubblico e l’ospedale psichiatrico, se solo vent’anni fa qualcuno avesse proposto una cosa simile avrebber riso tutto l’arco costituzionale ed anche Giannini qualche decennio prima col suo Uomo Qualunque avrebbe sorriso imbarazzato!
Che fai ti compenetri nella sua logica e fondi un nuovo partito, che ne sò, Viva il Mare e la Montagna ?
Lui è per dna portato ad inquinare la verità ed a camuffare le sue malefatte dietro ovvietà, come appunto forza italia, viva la fica, i giovani azzurri, che bello il processo breve, meno tasse per tutti, meglio essere belli ed intelligenti che brutti e stupidi e così via
Un vero delinquente della comunicazione ha preso il potere, chi l’avrebbe mai detto, non hanno funzionato gli anticorpi tanto decantati, la sinistra più brutta ed appecoronata della storia lo ha permesso, complice..
Intanto fa freddo e così ne fa ancora di più…
Mentre smontiamo le tende il vecchio sciamano inseguito dai cani va gridando e bestemmiando i visi pallidi ” Io comunque lo avevo capito chi eravate fin dall’inizio: perché parlate male e chi parla male pensa male ed agisce peggio…
Ma ora fa così freddo che anche di costui se ne frega nessuno -   come un Giorgio Bocca qualsiasi  che sempre meno gente conosce – l’ acqua del fiume è gelata sotto i denti e speriamo che ci riscaldino buone notizie da tutte le piazze di oggi, Sabato 30 gennaio…
Crazyhorse70

lunedì 25 gennaio 2010

La gastrite di D’Alema fra cannoli amari e abbuffate di orecchiette


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d'elama1Inuovo laboratorio politico,  come pomposamente viene definito il tentativo dalemiano di allearsi dove possibile con Casini,  da ieri mostra crepe profonde bombardato da due eventi che smorzano gli entusasmi dei nuovi inciucisti.
Brutta domenica per Massimo D’Alema:   in questa fredda domenica che porta ai giorni della merla i nuovi parenti dello zio Casini all’ora di pranzo gli portano ben infiocchettato su carta del tribunale un bel pacchetto di Cannoli inaciditi.

  Per rifarsi del palato rovinato verso sera cerca di rifugiarsi sul salato, orecchiette alla cima di rapa dalla puglia. Ne aveva ordinato un buon piatto ma gliene arrivano si e no due forchettate scarse ed immangiabili. In entrambi i casi è la natura, la forza e l’efficacia del rapporto con Casini ad essere sondata da questa strana e per lui maledetta domenica…
Per aver favorito la mafia , in Appello Totò Cuffaro viene condannato a sette anni,  due in più che in primo grado, perché secondo i giudici e’ stato provato che egli fosse consapevole di favorire Cosa Nostra. Vasa Vasa Cuffaro che all’epoca del suo regno distribuiva cannoli e baci a profusione ( a lui Berlusconi deve aver rubato l’idea del partito dell’amore, brevetto vasa vasa), rimane senatore  ma si è dimesso dal partito.
Tra qualche giorno dovrà rispondere anche di associazione mafiosa, il miracolo della grazia di Sant’ Enrico a Calogero Mannino non si è ripetuto.
Piuttosto non sapremo mai cosa intendeva dire Berlusconi il 10 Gennaio 2004 quando Totò gli chiese consiglio ed il papi replicò ( intercettato ) “ io ho saputo….il ministro dell’interno mi ha parlato…e mi ha detto che tutta la …è tutto sotto controllo” . La telefonato non fu utilizzata e sfumò ogni possibilità di chiederne spiegazioni al super papi.
Chissà che cosa era ad essere sotto controllo, eh silvietto?
D’altra parte  vasa vasa in queste condizioni è un enorme problema sulla strada dell’accordo strategico D’alema- Casini non solo in sicilia; è un fardello pesantissimo per lo stesso Casini che non può vantarsene nè troppo facilmente gettarlo a mare , essendo il baciatore  un buon serbatoio di voti a cui il belloccio non intende rinunciare.
Altro schiaffo al leader più lucido della sinistra -  più che altro lucido nell’andar dritto dritto verso la  sconfita convincendo tutti di quanto sia una scelta intelligente, l’unica possibile, s’intende -  viene dalla puglia dove l’ex premier si è sprecato come una balia asciutta vicolo per vicolo per spingere tal Boccia , già perdente 5 anni fa da Vendola nelle  primarie, con quest’ultimo che poi trionfò alle elezioni vere e divenne “governatore “.
La sconfitta di Boccia viene confermata ieri con proporzioni inaspettate anche dal clan di Nichi ed è una vera batosta  per il protetto di D’Alema, con Vendola che vola dappertutto e D’Alema che nel suo antico feudo mostra di aver perso potere ed influenza.
Ed ora due domande: può Vendola rapresentare qualcosa di nuovo ed utile non solo per la Puglia ?
A cosa è servito questo cannoneggiamento interno alla sinistra contro colui che appariva a tutti il vincitore?
Dove sta la lucidità del leader maximo? Se il prezzo da pagare a Casini era fare questa manfrina anche sapendo di perdere, dove porta la sinistra questa misera tattica completamente subalterna  a Casini?
Quando si capirà l’enorme ostacolo rappresentato da D’Alema per lo sviluppo della opposizione? Quando ci si chiederà davvero il motivo per cui la destra Berlusconica si è sempre sostanzialmente ed animosamente battuta per avere D’Alema come contr’altare politico?
Diceva Belzebù Andreotti che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca

mercoledì 20 gennaio 2010

Casi di coscienza - l'ultima lettera di Adolfo



Su segnalazione della coblogger Rosellina, che ringrazio, pubblico questa lettera dal blog di San Precario. Mi pare si commenti da sé.

Ciao San Precario, grazie per l'offerta di aiuto, ma non sono tipo da chiedere aiuti a chi non è preposto a darmeli, ovvero le istituzioni. E' pacifico che adesso abbiamo anche probolemi per mangiare, avevo preventivato che ci sarebbero rimasti 130 euro in 2 e invece ne sono rimasti 89, e solo il primo febbraio prenderò la mia bella pensione (si fa per dire) di 265 euro con la quale dovro' per amore o per forza arrivare al 15 di febbraio giorno in cui Fabrizia (convivente prenderà lo stipendio).
Gia era dura prima, adesso con 208 euro di meno al mese è praticamente impossibile senza contare che posso dire addio alle visite di controllo all' ospedale San Matteo di Pavia dove sono iscritto in lista urgente di trapianto di cuore.
Come vedi in Italia quelli come me sono spazzatura.
Un grande aiuto me lo stai gia dando tu e spero tutti gli altri del Popolo Viola condividendo la mia notizia.
E' pacifico che questo stato di cose mi sta tenendo costantemente in uno stato di stress e di paura ( Gia ci sono passato a mangiare solo castagne un autunno di 2 anni fa) stress che inoltre non fa altro che peggiorare la mia situazione cardiologica, ma le istituzioni latitano, il sindaco pidiellino non risponde e la mia assistente sociale pensa solo a mantenersi il posto di lavoro e per farlo non c'è verso che torni indietro sulle decisioni dei buoni Coop, inoltre ovviamente qua a Varazze non sono il solo ad averne bisogno, ci siamo in diverse persone che per un verso o per l'altro hanno bisogno e hanno perso il buono, hoi tentato di costituire un comitato...ma queste persone sono stanche, sono stufe di lottare contro queste angherie... subiscono senza reagire e mi si stringe il cuore.
Presto se non mi arriva un cuore io morirò, ho solo 46 anni, ma vorrei morire sapendo che grazie a voi e tante altre persone sono riuscito a sconfiggere questa giunta che altro non è che una piccola falange del pdl, falange che è riuscita ad istituire le ronde in un paesino di 15000 persone dove praticamente non succede mai nulla per giustificare la loro presenza sul territorio.

Ti ringrazio ancora spero che mi accetterai tra i tuoi amici.

Adolfo Cacace


p.s. Chi volesse chiedere spiegazioni al sindaco del Comune di Varazze può scrivere a: sindaco@comune.varazze.sv.it

sabato 16 gennaio 2010

La Cina è vicina: attacco al WEB all'italiana


Ecco un’altra legge ad personam di Berlusconi molto pericolosa per la rete.
Riceviamo questo post con la speranza che tutti si diano da fare per diffonderlo.
Rosellina970
                                                                                             
Osserva argutamente Angelo Bonelli, vicepresidente dei Verdi, che tra i paradossali risvolti del decreto-tv che il Governo si appresta a far entrare in vigore bypassando ancora una volta il Parlamento, dove si equipara qualsiasi trasmissione di immagini, dunque anche il Web e il suo sharing orizzontale, ai “servizi media-audiovisivi” e alla carta stampata (imponendo così un regime di controllo economico-legislativo allo scopo di spazzare via ob-legis la libertà orizzontale della “mass self-communication”): “Con il decreto sulla Tv chi possiede un collegamento ad internet rischia di dover pagare il canone. Le norme presentate dal governo sono scandalose e non degne di un paese civile”. Eh già.
Il decreto D’Alia, il famigerato 50bis, al confronto era acquetta fresca, per ldi più sottoposta di necessità al giudizio della Magistratura (troppo rossa per collaborare). Lì si censuravano reati d’opinione, qui si nega la libertà di condividere senza pagare contenuti video in sharing, qualunque ne sia la fonte e la produzione. Inutile dire che YouTube, il maggiore mezzo di informazione alternativa, sarebbe il primo a farne le spese, con i Blogger, i Vlogger, i web-journalist e tutti coloro che non sono attualmente soggetti al controllo del Governo per la pubblicazione. Se chiunque pubblica immagini, deve pagare come un’emittente, va da sé che la censura economica farà molte più vittime di quella etico-morale. E’ evidente che questa mossa non è che il risvolto in sede Pubblica della battaglia già ingaggiata contro Google e YouTube da Mediaset in sede privata. L’unico alveo in cui il controllo da parte dell’unico Attore del mondo della Comunicazione in Italia è ancora scarso e minoritario, è Internet. Con questa legge, molto più diabolica di quanto non appaia a prima vista, si pareggiano i conti. Ovvero, si riporterebbe la Rete nel Dominio Incontrastato che il Premier, nel privato come nel pubblico, esercita sul mercato della Comunicazione, sul quale, va riconosciuto, da pioniere, da oltre venticinque anni ha incominciato una Guerra di Potere lungimirante e capillare per il controllo totale del Paese, delle sue Leggi e del suo Mercato.
Le opposizioni sono insorte, parte delle lobby PDL pure, ma seppure il Governo potrà essere costretto a correggere in parte questa censura economica formulata in maniera così massimalista ed evidente, il massimo che si può sperare, non esistendo un dibattito parlamentare sui decreti legge, che verranno inserite comunque di straforo alcune norme di vincolo, com’è stato fatto finora realtivamente alle riforme istituzionali e costituzionali. La procedura è semplice: si boccia (da parte della stessa Maggioranza) il mega-decreto, si emenda con l’opposizione, e qua e là passa, per piccoli gradi, una serie di modifiche apparentemente innocue se prese di per sé, ma che a poco a poco smontano l’assetto precedente. La stratregia del Ragno è molto meno naif di quanto non sembri. Siamo nel SUK DELLA LEGALITA’. Il venditore spara il suo prezzo iperbolico sapendo che qualcuno si opporrà al ribasso (meglio se una spalla, qualcuno amico), disposto fin dal principio bismarckianamente a “cedere” in parte, per conservare la sostanza della truffaldina transazione. Ancora una volta, dunque le sorti comuni potranno decidersi solo in seno alla battaglia istituzionale tra Legislatore e Magistratura. Uno schifo, da paese del Terzo Mondo quale l’Italia ormai, sul piano culturale e legislativo, è ed è considerato dagli altri paesi, UE e USA in primis.
Questioni di stile: la Cina, dotandosi di Hacker-007, contrasta in modo spionistico le opposizioni orizzontali sul Web (e Google si ribella), nella retrograde Italia, a meno di una lobby-action di chi ha interessi forti nella Rete da barattare con il Governo Fai Da Te, bastano delle leggi ispirate a principi demenziali che in nessun altro Paese nessuno oserebbe formulare (a parte forse in Iran), per mettere in scacco una già esautorata lotta parlamentare sui principi del Legislatore.
Giuseppe Giulietti di Articolo 21 (tra i maggiori attori dell’iniziativa sulla Libertà di informazione di Ottobre) ha annunciato che proporrà in Rete un “Giù le mani dal Web” Day. Ma lo fa dalla posizione dei giornalisti professionisti, difendendo (seppure in maniera sacrosanta) la libertà di un settore di investimenti e professionalità che è da sempre obiettivo della Guerra mediatica del Governo.
Ma a questo punto, la reazione degli attori della “mass self-communication”, per difendere i principi dell’intoccabilità dellìorizzontalità dello sharing, unica valvola di democrazia rimasta ai cittadini in un paese ingessato e imbavagliato sul piano delle comunicazioni, non può farsi attendere.
Vi invito a “fare rete”, e a diffondere questa nota quanto potete, e a coinvolgermi nelle eventuali iniziative di protesta, da portare avanti con i mezzi e la fantasia specifica del Web, insieme, contro questa logica legislativa che tende a distruggere ogni singola libertà espressiva dei cittadini, che si sono svincolati dal dominio dei mass media convenzionali e perfino delle organizzazioni politiche verticali. Non lasciamo che tutto questo si riduca solo a una manifestazione fuori del Web. Sforziamoci di dimostrare l’essenzialità del ruolo della comunicazione orizzontale, tiriamo fuori idee, siamo una Rete creativa, che surclassa in cultura e fantasia l’orrendo piattume grigio di questa classe politico-gestionale, che ci sta destinando al Terzo Mondo Culturale.
Serafino

venerdì 15 gennaio 2010

Ecco perché mancano i soldi


URLOMA TREMONTI
LI SA FARE
I CONTI ?

Dunque, riassumiamo.
Oramai siamo il Paese che investe meno in educazione e ricerca, le infrastrutture sono vecchie come il cucco, abbiamo dovuto svendere la compagnia di bandiera perché di soldi non ce n’erano più.
Ci dicono e ripetono che non ci sono soldi né per le pensioni, né per abbassare le tasse.
Le forze dell’ordine non hanno più fondi nemmeno per mettere la benzina delle auto di pattuglia.
I genitori devono comperare loro la carta igienica per le scuole pubbliche.
Le partecipazioni statali non esistono più perché costavano troppo.
Il welfare state è progressivamente smantellato, perché le casse dello Stato sono a secco.
Di diminuire la tassazione o le aliquote contributive, manco a parlarne.
La Pubblica Amministrazione non aumenta uno stipendio da secoli, non fa concorsi, ha il turnover bloccato perché non ci sono più denari.
I tassi d’interesse che lo Stato riconosce sui titoli che emette è prossimo a zero.

Uno pensa: calerà il debito pubblico, allora, finalmente!
Nossignori. Ha ripreso ad aumentare al galoppo.
Ma come è possibile, visto che l’unica voce di spesa che cresce (ma che è comunque modesta rispetto agli altri partners internazionali) è la Difesa, mentre tutte le altre diminuiscono (a parte i contributi anticostituzionali alle scuole private)?
Ma non sarà che Tremonti i conti non li sa fare?
No cari, lui – che si è fatto le ossa come consulente antifiscale, e che è l’autore dell’8 per mille alla chiesa (non lo sapevate? E’ lui il colpevole) – lui, dicevo, i conti li sa fare.
Anche se magari finge, a volte, di non saper fare le quattro operazioni, come quando, nel luglio del 2001, si inventò il famoso “buco” lasciato a suo dire dal governo Amato nei conti pubblici, per giustificare che una delle promesse contenuto del famoso contratto con gli Italiani, la riduzione delle Tasse, non sarebbe stata fatta mai.

E allora?

Io un paio di ideuzze ce le ho.
Prima ideuzza: la corruzione sta dilagando. Con i suoi strascichi di inefficienze e sprechi (sai, quel fenomeno per cui uno vince l’appalto allungando una mazzetta, dopo di che il ponte sul fiume costa 100 anziché 50, o non viene mai finito?).
Perché? Mah, indovina. Magari perché a furia di strizzatine d’occhio (un Premier che dice, durante una riunione ufficiale con gli alti ufficiali della Guardia di Finanza, che è lecito evadere, ad esempio), e a furia di favoroni agli evasori (vedi lo scudo fiscale), qualche conseguenza c’è stata.

Seconda ideuzza: la gestione clientelare. Il voto di scambio. I finanziamenti a pioggia e a fondo perduto, nascosti nei millanta codicilli della finanziaria. Era quel fenomeno cui alludeva Prodi, quando asseriva che per risanare i conti dello Stato bisognava, prima di fare le riformissime, i lavoroni pubbliconi, i ponti elefanticaci e le gallerie faraoniche, “usare il cacciavite”, in un oscuro lavoro di precisione. Era ciò che tentò di fare Bersani, toccando alcune categorie (es. i tassisti), che passarono di botto dalla parte opposta (ricordo che nel 2007 non si poteva prendere un taxi a Roma, senza dover subire un comizio anti-Prodi da parte del conducente).

Peccato che paghiamo noi.

giovedì 14 gennaio 2010

La vera storia di Rosarno


LA LEGA NORD, 
LA 'NDRANGHETA, 
E LA MISSIONE COMPIUTA
   
Negli ultimi otto anni del nuovo  millennio hanno sempre governato loro.
Negli ultimi quindici anni hanno istillato veleni a profusione con le loro tivù piduiste nello stomaco già debole dell’italiano medio. Annunci illusori, insulti, panico, istigazioni di ogni tipo hanno contrassegnato la politica e la “cultura” di questa coalizione. Metto cultura tra virgolette perchè una volta giravano pensieri attraverso i libri, l’arte o il cinema.
Oggi i pensieri forti girano attraverso la televisione.
Comunque le parole sono pietre e se uno fa il politico le deve usare con precisione, altrimenti facesse un altro mestiere.
Oppure si prendesse la responsabilità politica di ciò che quelle parole producono. Senza infingimenti nè ipocrisie.
Chi parla male pensa male.
Riassunto. Qualche personcina con il cervello poco irrorato dal sangue ha pensato bene poco tempo prima di natale di addossare all’’antiberlusconismo le responsabilità dell’attentato al premier: “mandanti morali e politici”strepitavano le bisce del papi, anche qui dentro.
Dopo il fatto di Rosarno, invece, loro tendono ad addossare ad altri fenomeni le cause di quanto è successo.
Autoassolvendosi dall’accusa di razzismo che invece resta valida. Spiego perchè cercando di far capire l’intreccio di
interessi coerenti e coordinati che si verifica in questi casi.
Sono decenni ormai che il leghista gioca col razzismo secessionista sicché quando qualcuno a Rosario piuttosto che a Verona  lo prende sul serio e comincia a sparare sui raccoglitori di arance non fa che mettere in pratica la teoria.
E poi c’e’ poco da fare illazioni:  sono i rosarnesi stessi che rimandano alle idee di Bossi.
Ieri in un istruttivo documentario di Ballarò,  alcuni piccoli imprenditori calabri della zona ammettevano, direi confessavano,  di aver tenuto in nero molti raccoglitori, che “avevano sfamato e questo è il ringraziamento” ed aggiungevano l’intenzione di voler “aprire una sede della lega nord ” e che “la mafia in quella storia non c’entrava nulla”.
Ecco : è a questo livello che si evidenzia l’intreccio di cui parlavo.
Insomma l’armamentario subculturale del cittadino perbene omertoso ed anche leghista nella ispirazione.
Quindi i mandanti ( veri) delle schifezze rosarnesi sono i leghisti ed i fascisti che hanno pompato merda e veleni negli ultimi decenni. Punto.
E come sempre questi italiani “veri” -  che sentono Bossi vicino e non parlano di mafia ( “nulla sacciu”)  -  sono anche smemorati e dimenticano milioni di italiani forse più veri di loro. E clandestini.
Volevamo braccia, sono arrivati uomini», sospirò trent’anni fa lo scrittore svizzero Max Frisch spiegando perché troppi connazionali fossero così ostili agli immigrati italiani contro cui avevano scatenato tre referendum. Ostilità antica. Anche i nostri nonni furono portati in salvo come i neri di Rosarno.
Le autorità furono costrette a organizzare dei treni speciali per sottrarli nel 1896 al pogrom razzista scatenato dai bravi cittadini di Zurigo. E altri gendarmi e altri treni avevano sottratto i nostri nonni, tre anni prima, ad Aigues Mortes, alla furia assassina dei francesi che accusavano i nostri, a stragrande maggioranza «padani», di rubare loro il lavoro.
L’abbiamo già vissuta questa storia, dall’altra parte. Basti ricordare, come fa Sandro Rinauro ne «Il cammino della speranza», che secondo il Ministero del Lavoro francese «alla fine del 1948 dei 15.000 italiani presenti nel dipartimento agricolo del Gers, ben il 95% era irregolare o clandestino». Come «irregolari» sono stati almeno quattro milioni di nostri emigrati.
C’è chi dirà: erano altri tempi e andavano dove c’erano posto e lavoro per tutti! Falso.
Perfino l’immenso Canada, spiega Eugenio Balzan sul «Corriere» nel 1901, era pieno di disoccupati e a migliaia i nostri «s’aggiravano in pieno inverno per Montréal stendendo le mani ai passanti». Tutto dimenticato, tutto rimosso.
Basti leggere certi commenti, così ferocemente asettici, di questi giorni.
Questi bravi italiani usano in genere la solita ipocrita litania per cui Borghezio e Gentilini “sono delle macchiette” , casi limite che non rispecchiano la lega, personaggi  folkloristici…

Anche Karadzic , psichiatra e poeta, non venne mai preso sul serio, prima di diventare il boia di Srebrenica e Sarajevo …

Anzi quando il “poeta” misurava crani e femori per poi dimostrare la superiorità di una razza rispetto ad un’altra( i serbi ed i montenegrini hanno il femore più lungo ) era considerato dai media una macchietta per le sue sparate televisive. Ma intanto inniettava veleno e paura nel corpaccione slavo e poi si è visto come è andata a finire.
Se si allineano nel tempo le dichiarazioni dei leghisti -  non voglio ricordarle tutte perché mi vergogno per la razza umana anche solo a ripeterle -  si vede con certezza come siano costoro i mandanti di ogni  attacco, violenza o sopruso commesso in questi anni contro migranti.
A ben vedere incomincia a prendere forma il progetto sussurrato da Borghezio ai fascisti francesi:
Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E’ un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, …… ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi”.
Borghezio supportato da  Salvini quando questi chiese  vagoni della metropolitana riservati ai milanesi,  o da Tosi e Gentilini che vengono condannati per le loro farneticanti dichiarazioni, come quella del vicesindaco di Treviso, che dal palco della festa dei popoli padani sogna di eliminare i bambini rom.
O da Danilo Narduzzi, capogruppo leghista nel consiglio regionale del Friuli, che ha proposto di non prestare cure mediche ai clandestini “giacché grazie al precedente governo di centrosinistra non pagano nemmeno la pulizia dei denti“.
Ed il White Christmas di Coccaglio(Brescia) da dove nasce? Nasce ”perché i nostri ragazzi hanno troppi amici africani
Per non dire dell’osmosi affaristica tra l’attuale destra e la mafia. Di cui ho già parlato.
Una osmosi che coinvolge anche personalità apparentemente avverse, come Bassolino, ma tutti sanno ormai cosa c’é dietro l’improvvisa soluzione, anch’essa apparente, del problema dei rifiuti a Napoli. Per fare un esempio, tutto ad un tratto sparì l’ostacolo dei cittadini che bloccavano le strade, chissà come mai…
e quella IMPREGILO che ormai sta dappertutto, compresa l’opera ancora da progettare del ponte di Messina?
Ma è altrettanto indubbio che l’attuale retroterra “culturale” dell’ambiente mafioso sia molto vicino ad un modo di pensare tipico della destra attuale e non mi riferisco solo alla classe dirigente del meridione, ma anche al pensiero leghista.
Le parole sono pietre ed i giovani padani o calabresi cresciuti con questi veleni amplificati da trent’anni di televisione piduista non fanno altro che metterli in pratica.
Il localismo esaperato è il fascismo del villaggio chiuso come una fortezza, il castello medioevale dove i diritti e la democrazia valgono solo per i castellani.
Radio padania libera –”Per la prima volta nella mia vita, tifo per la mafia: chiunque faccia qualcosa – non importa per quali motivi – in grado di ostacolare l’invasione, a questo punto mi sta bene, vista l’inutilita’ e le disadempienze dello stato “ufficiale” e della cosiddetta “societa’ civile”.
Ma comunque la si pensi, credo che sia evidente una cosa per tutti: questi qui sono assolutamente incapaci di vivere in un paese complesso come il nostro, dove si mescolano legalita’ e malaffare. Hanno reazioni di tale violenza e scompostezza, che li rende pericolosi anche quando hanno ragione.
Figuriamoci quando hanno torto.
Non devono stare qui.
Non si portano gli zulu’ nel cuore di una macchina complessa come la nostra, dove vivere in una comunita’ richiede una pazienza e un sangue freddo che loro non hanno e non avranno mai.”–
I leghisti sono i nuovi virus della globalizzazione. Piccole metastasi di un mondo in osmosi. Paladini del nulla che se vivranno s’accorgeranno di quanto misero è il loro razzismo assieme al partito di Bossi che lo aizza” ( dal blog di Daniele Martinelli).
Clandestini!». Parola magica che toglie ai neri la dimensione di esseri umani e assolve i bianchi da ogni razzismo.Finchè sono schiavi il piccolo imprenditore della destra li sfama, questi irriconoscenti.
La mafia ? Certo che c’è e “lotta” insieme a chi ha fatto pulizia. Ma scaricare tutto sulla ‘ndrangheta finisce per essere un alibi. La pulizia etnica è stata fatta a furor di popolo. La ‘ndrangheta al massimo ci ha messo il “concorso esterno”. Quando gli immigrati non servivano più ha dato la stura al razzismo istillato dai leghisti e dai fascisti in questi anni trovando con il governo una solida alleanza basata sul principio : ormai schiavi non servono più, sono quindi clandestini da espellere.
Da quando?  Più semplicemente da quando nel 2007 l’Europa ha modificato il criterio dell’elargizione dei sussidi agricoli, non più sulla produzione ma sugli ettari coltivati. In altre parole non conviene più fare la raccolta che in base ai prezzi di mercato della frutta, costa tre centesimi in più al chilo di quanto si ottiene con l’aiuto europeo che arriva comunque anche se non si raccoglie. Questo però fino al 2013. Ma fino ad allora gli schiavi non servono. Trattati alla stregua di ‘animali’ per anni è bastata, data la loro ingenuità, qualche ‘provocazione’ per farli ‘reagire’ con ‘rabbia’ in modo da ‘suscitare’ tanta ‘reazione’ e dai cittadini e dal Governo per mandarli via definitivamente. E così infatti è stato! Missione compiuta!
Ecco l’intreccio svelato: io  li faccio entrare grazie al controllo mafioso e li sfrutto come schiavi, quando non mi conviene più li esaspero e dopo la reazione li faccio espellere dal mio governo e tutto si chiude con le incredibili dichiarazioni di Maroni”la colpa è di chi li ha fatti entrare, tolleranza zero
Peccato che il 60% era in regola col permesso di soggiorno anche se lavoravano quasi tutti in nero!
Missione compiuta: espulsi i reprobi, propaganda falsa reiterata ed affari sporchi salvati…
Crazyhorse70

Ecco chi (DICE CHE) taglia i costi


PADAGNA
MAGNA MAGNA



prosperini
Che la Lega sia soltanto un’accolita di loschi figuri, dediti solo al perseguimento del potere e alla realizzazione di un politica di bieco razzismo e di egoismo territoriale, lo si sapeva da tempo.
Che nella testa e nel ventre dei legaioli persistano da sempre il disprezzo per le regole e per la democrazia, e il disegno di instaurare un regimucolo autoritario e un po’ cialtrone, pure.
Lo avevano già dimostrato i sedicenti saggi di Lorenzago.
Ma adesso, abbiamo una ulteriore prova del fatto che se ne strabattono del bene comune, dei conti pubblici e degli sprechi, e che tutto ciò che vogliono è ottenere il potere e gestirlo a favore della loro politica razzialcampanilista.
Le sempre nuove prodezze dei buzzurri in salsa verde cominciano a fare schifo a molta gente. Ieri ho trovato su un blog un post formidabile, che riporto qui integralmente.
Poi andate a vedere in fondo testo, e ditemi se si tratta di un blog comunista.

“INSERITO NELLA FINANZIARIA, AVREBBE DOVUTO TAGLIARE DEL 20% LE POLTRONE IN COMUNI E PROVINCE, DANDO UN SEGNALE ANTICASTA…. GLI AMMINISTRATORI LEGHISTI PIAGNUCOLANO E CALDEROLI FA DIETROFRONT: DEI 229 MILIONI DI RISPARMIO RIMANE SOLO IL BLUFF PADANO
Durante l’esame della legge finanziaria alla Camera, sembrava ne avesse fatto una questione di principio: il guerriero di Giussano Calderoli agitava la spada, non per tagliare teste agli infedeli islamici, ma i costi della Casta, tanto aborrita a parole.
Voleva assolutamente ridurre del 20% le poltrone locali (tanto lui ne ha una nazionale per non fare una mazza).
Ma ecco che dopo appena 12 giorni dalla sceneggiata, arriva il rapido “contrordine trinariciuti padani”: marcia indietro del governo sul taglio di 35.000 poltrone di consiglieri comunali, assessori, circoscrizioni e difensori civici.
Ufficialmente tutto rinviato di un anno, tanto per salvare la faccia:  ma si sa che in Italia il rinvio è sempre l’anticamera della cancellazione, soprattutto quando si tratta di qualche misura indigesta per la burocrazia e le sue poltrone.
In meno di due settimane è finito il rigore amministrativo: si tratta di un penoso cambio di rotta che viene incontro alle richieste dei sindaci, compresi quelli leghisti, che erano scesi in piazza e avevano addirittura interrotto i rapporti con il governo, bollando le misure taglia-poltrone, introdotte in Finanziaria, come un’illegittima invasione di campo.
Altro che taglio di 229 milioni di euro nel prossimo triennio, altro che riduzione dei consiglieri cominali del 20%, altro che tetto agli assessori che non potevano essere più di un quarto dei consiglieri.
Riecco i difensori civici, riecco le circoscrizioni cittadine.
“Abbiamo scherzato - pare dire Calderoli ala padagna del magna magna - ci eravate cascati eh?”.
Addio ai sindaci di comuni sotto i 3.000 abitanti  che non avrebbero più avuto una giunta per risparmiare, addio al taglio del 30% dei fondi elargiti alle Comunità montane.
Mai legge ha avuto vita così breve, mai ha visto un insurrezione quadri-partisan locale come questa.
In pieno clima elettorale era rischioso inimicarsi le amministrazioni locali: proprio ora che che si devono rinnovare tanti sindaci e consigli di una migliaio di Comuni, quindici dei quali capoluogo.
E chi lo va a dire poi alle fameliche bocche padane che i posti si sono ridotti del 20%, a gente che da anni si fa prendere per il culo dalla dirigenza leghista pur di arrivare a posare le chiappe adipose su una remunerata poltroncina? Calderoli, il semplificatore, ha innestato la retromarcia, abituato alle “porcate” com’è, cosa volete che sia un bluff in più o in meno?
Tanto non si comincia certo a tagliare i ministeri inutili come il suo.
“Roma ladrona” è servita, i cavalieri della padagna sprecona battono in ritirata.
E la casta trasversale tira un sospiro di sollievo: dai tagli siamo passati ai ragli degli asini."
http://www.destradipopolo.net/?p=1713

domenica 10 gennaio 2010

TUTTI IN PIAZZA IL 30 GENNAIO


SALVIAMO LA COSTITUZIONE


20068_272760996487_269308481487_4965915_2972449_nDi fronte all'ennesimo tentativo di saccheggiare la Costituzione, che si concretizza principalmente nelle manovre del Governo per garantire impunità a Berlusconi (a partire dal nuovo Lodo Alfano) e nei proclami irresponsabili di qualche ministro che chiede addirittura la cancellazione dell'Art. 1 (L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro...), abbiamo soltanto due strade: o assistere passivamente al delirio distruttivo dell'establishment berlusconiano o reagire con la prontezza e la determinazione democratica che la situazione richiede. Noi scegliamo la seconda.
La Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza antifascista rimane, ad oltre 60 anni dalla sua emanazione, il principale strumento di garanzia del patto di convivenza civile di una società che fonda le proprie basi sul principio di uguaglianza tra i cittadini e l'anticorpo più efficace contro il rischio di nuove derive autoritarie.
E' per questo che ad ogni cittadino democratico compete difenderla. Noi siamo tra questi.

Invitiamo i cittadini e le forze democratiche del Paese ad organizzare sabato 30 gennaio, contemporaneamente in tutte le città italiane, sit-in in difesa della Costituzione.

Promuovono
Comitato 30 gennaio - pagina del Popolo Viola


La nostra mail: comitato30gennaio@hotmail.it
Info: 347-1657207 (Daniel)

Meno tasse per tutti!


NON LO FECE ALLORA, PERCHE' I SOLDI NON C'ERANO.....

alluce verso


Adesso promette di ridurre le tasse.
Questa l'ho già sentita. Nel '94, ma era durato al governo troppo poco.
Poi l'ho risentita el 2001. E nel 2006 scrivevo quanto segue:

Dichiarazioni di Silvio Berlusconi e della Casa delle Libertà:
 
“Abbattimento della pressione fiscale, con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; con la riduzione al 23% dell’aliquota per i redditi fino a 200 milioni di lire; con la riduzione al 33% dell’aliquota per i redditi sopra i 200 milioni” (dal Contratto con gli Italiani, campagna elettorale 2001)
 
“Il Governo non ha aumentato le tasse, e questo è già miracoloso” (Berlusconi, Roma, 21 dicembre 2001, conferenza stampa)
 
“E’ preferibile per i cittadini che pagano le tasse, come le paga il sottoscritto, pagare minori imposte. Per questo può essere necessario incentivare quei cittadini che non sono in regola, perché mettano mano al portafoglio” (Berlusconi, 2 gennaio 2003, intervista a Panorama)
________________________________________________________________________
 
I dati[1] e i fatti:
 
  • Il gettito fiscale complessivo è aumentato, dal 2001 al 2005, dell’11,1% (da 359 a 399 miliardi di Euro). Con un’inflazione sul 2% annuo, praticamente le tasse sono uguali a prima.
 
  • Le imposte indirette sono cresciute del 15% (da 176 a 203 miliardi).
 
  • Dal 2001 al 2003, le imposte locali (regionali, comunali e provinciali: va ricordato che fino al 2005 la maggior parte delle amministrazioni locali era governata dal centro-destra) sono aumentate di 12 miliardi di Euro.
 
  • Nella legge finanziaria per il 2005, sono previste minori spese per 5,78 miliardi di Euro (cioè meno servizi ai cittadini), a fronte di maggiori entrate (cioè più tasse) per 8,98 miliardi.
 
  • E’ vero che[2] il Governo ha introdotto due sole aliquote in luogo delle precedenti cinque: 23 per cento per i redditi fino a 100.000 Euro annui, e 33 per cento per i redditi superiori a tale cifra. Siccome però solo lo 0,9% degli Italiani guadagna più di 100.000 Euro, di fatto in Italia c’è oggi una sola aliquota.
In breve, c’è la stessa tassa per chi guadagna quasi duecento milioni delle vecchie lire e per chi ne guadagna venti o trenta, il che è anche una palese violazione dell’art. 53 della Costituzione, che recita: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Anche se la Casa delle Libertà ha introdotto la no tax area, per la quale i redditi inferiori a un certo ammontare sono esenti da tributo, la fissazione di questo limite è affidata però a decreti governativi: ciò vuol dire che, se vi saranno problemi di finanza pubblica, saranno proprio i contribuenti più poveri a essere penalizzati.

  • La nuova struttura fiscale comporta un minor gettito per imposte sui redditi di 6,5 miliardi di Euro (nel 2005), dei quali però solo 1,8 miliardi a favore dei chi guadagna fino a 40.000 € l’anno (il 75% degli Italiani), il che significa al massimo 40 euro al mese a testa. Una dozzina di pacchetti di sigarette.

·        Contemporaneamente, la legge fissa al 12,5% la tassazione delle rendite finanziarie: chi ha i soldi per investire in borsa paga la metà delle tasse degli altri Italiani.

  • Nello stesso momento, per finanziare la diminuzione di gettito che deriva dall’aver alleggerito le tasse ai benestanti, la Casa delle Libertà taglia i trasferimenti agli enti locali, dando loro in cambio una maggior libertà di aumentare le tasse di loro competenza, come l’ICI.

  • Una tassa che Berlusconi afferma di aver abolito, è quella di successione. Fino a pochi anni fa, se moriva qualcuno con un patrimonio da lasciare agli eredi, questi ultimi dovevano pagare una tassa, per entrarne in possesso. In realtà la tassa di successione fu abolita dai governi dell’Ulivo, ma lasciandola in essere per i patrimoni più importanti, quelli oltre i 350 milioni di lire. Berlusconi l’ha quindi abolita solo per i ricchi: per gli altri già non c’era più.


Il risultato è che di fatto le tasse non calano, ma cambiano composizione: meno tasse statali sui redditi, specie quelli più alti, e più tasse e tariffe locali a compensazione di questo, e si sa che quelle locali, non essendo legate al reddito, si “spalmano” su tutta la popolazione, gravando, ancora una volta, sui redditi più bassi (per esempio, l’aumento del costo del biglietto dell’autobus lo avverte la mia portinaia, non certo Luca di Montezemolo!). Le entrate tributarie correnti regionali aumentano, tra il 2001 e il 2003, di 6,7 miliardi di Euro; quelle provinciali di un miliardo; quelle comunali di 2,3 miliardi. Totale: 10 miliardi di Euro, quasi 20.000 miliardi di lire, e questo in soli tre anni!

Nel 2001 erano 38 su 100 le famiglie italiane che non riuscivano a risparmiare, mentre nel 2004 sono state 48!"



[1] Fonti: NENS, DPEF, Legge Finanziaria
[2]   Legge 7 aprile 2003, n.80

venerdì 8 gennaio 2010

I successi di Berlusconi in economia


A SINISTRA?

SOLO "MENAGRAMO"

sisma


L’ondata di ciarpame pseudo economicista che ci ha sotterrato negli ultimi vent’anni si reggeva su due pilastri. Uno, è che per produrre ricchezza bisogna detassare i ricchi, altrimenti non investono, poverini, e ne va di mezzo l’occupazione. 

Il secondo, forse anche più subdolo, consisteva nel raccontarci che la scarsa competitività delle nostre imprese dipendesse anzitutto dal costo del lavoro (che a sua volta, guarda caso, sarebbe alto per via della tassazione). Con queste due bubbole, che da addetto ai lavori mi sono sgolato a qualificare come tali per almeno tre lustri, sentendomi dare del matto e del comunista, si voleva essenzialmente sdoganare il concetto che la redistribuzione del reddito attraverso le tasse fa male all’economia, e che – di conseguenza – la politica economica “delle sinistre” è un disastro. 

Sulla prima, che veniva spacciata per verità rivelata dalla famosa “curva di Laffer” di cui Milton Friedman fu un ardente tifoso, gli economisti hanno ora scoperto che era una teoria interessante, ma totalmente indimostrata sul piano scientifico (e infatti ha clamorosamente fallito là dove venne applicata, cioè in UK e USA con la Thatcher e Reagan. 

Sulla seconda bubbola, leggo ora su “Bananabis” (che ringrazio, http://bananabis.splinder.com/) di un interessante articolo di Mario Sensini, sul Corriere della Sera di lunedì 4 gennaio.
Ne riporto qui alcuni passi salienti.

 “(…) Secondo le ultime classifiche dell’Ocse, gli stipendi netti degli italiani sono al ventitreesimo posto nella classifica dei trenta Paesi più industrializzati che aderiscono all’organizzazione. E se si considera lo stipendio al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi, la nostra classifica migliora solo di una posizione. A parità di potere d’acquisto, lo stipendio di un lavoratore italiano single senza figli è pari a 30.245 dollari, e nella graduatoria Ocse siamo davanti solo alla Repubblica Ceca, l’Ungheria, il Messico, la Nuova Zelanda, la Polonia, il Portogallo, la Slovacchia e la Turchia.”

Attenzione, si parla di stipendio lordo, cioè tassato. Lo si evince bene dal passaggio successivo: “E nella classifica che considera il salario netto, pari per un italiano a 21.374 dollari, ci supera pure la Nuova Zelanda. La nostra distanza dalla testa della classifica, che vede al primo posto per il salario netto la Corea (39.931 dollari), seguita da Regno Unito (38.147) e dalla Svizzera (36.063), è siderale. Ma siamo molto lontani anche dalla Germania (29.570 dollari) e dalla Francia (poco più di 26 mila).”
Ora, se fosse vero che la competitività dipende dal costo del lavoro, dovremmo credere di essere mooolto più competitivi del Regno Unito, della Corea, della Svizzera, della Germania e della Francia. Ci credete? Io no.
Sarà colpa dei sindacati, delle politiche di sinistra?
Sentite qui.

In vent’anni, secondo uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il valore degli stipendi degli italiani rispetto al prodotto interno lordo è diminuito di quasi il 13%, contro una flessione media dell’8% registrata nei 19 Paesi più avanzati. I salari reali, secondo l’agenzia dell’Onu, considerati a parità di potere d’acquisto, sono crollati in Italia di quasi il 16% tra il 1988 ed il 2006. Il calo più forte, manco a dirlo, che si è registrato tra i primi undici Paesi industrializzati del mondo, superiore pure a quello della Spagna (-14,5%). “

Ma dipenderà dalle tasse e dai contributi, se da noi si guadagna così poco e il lavoro costa così tanto??
“Fatta la somma, la pressione tributaria complessiva sulla busta paga media di un italiano è pari al 46,5% del costo del lavoro, ed è più alta solo in Germania, Belgio, Austria e Francia. Così l’Italia occupa la posizione numero 19 nella graduatoria del costo del lavoro: con un valore di 39,9 siamo quasi alla metà della Germania (61,6) e di gran lunga sotto la Francia (51,2). Anche se negli anni il nostro Paese non pare proprio che sia riuscito a sfruttare questo vantaggio competitivo.”

Appunto: il che significa che il differenziale di competitività è stato scaricato sugli stipendi netti: cioè sulle spalle dei lavoratori, mica delle imprese. In Germania e Francia (che sono ben più competitive di noi) la pressione fiscale e contributiva è più alta, e sono più alti anche gli stipendi netti.

Insomma, l’economia è un disastro, ma lorsignori ci sono riusciti, a far diventare più ricchi i ricchi a scapito dei poveri.
Negli ultimi vent’anni, dice l’articolo. Il quale però non dice che il salario medio in Italia è fermo in termini reali dal 2001.
Allora: 2001-2002-2003-2004-2005-2006-2007-2008-2009: sono 9 anni, pari a 108 mesi.
In questi centootto mesi, per la bellezza di ottantaquattro c’è stato al governo Berlusconi.
Fate un po’ voi.

mercoledì 6 gennaio 2010

Le toghe rosso sangue ed i visi da non dimenticare


UN LUNGO ELENCO DI EROI




Tira una brutta aria in certi posti della Calabria, dove alcuni appetiti rischiano di rimanere con la bocca asciutta se vanno in porto alcune sentenze. Fra un pò potrebbe riprendere attività l’industria dei cadaveri.
La ‘ndrangheta è un pò che fa un sacco di soldi senza spargere molto sangue, perchè è strutturata diversamente dalle altre mafie e perchè è messa meglio con la cocaina , in pole position nelle gare del mondo globalizzato del crimine.
Le ‘ndrine hanno funzionato meglio di altre forme organizzative.
Però in questi mesi c’é fermento per delle decisioni che potrebbero far perdere un sacco di soldi e la bomba davanti al Tribunale di Reggio Calabria é stato un avviso annunciato da mesi.
L’altro giorno mi è arrivato tra le mani un libro di un giornalista calabrese che mi ha fatto pensare.
Spesso ci capita di ricordare il viso di Falcone e Borsellino, ma gli altri?
Sono tanti, troppi i giudici caduti per colpa delle mafie o del terrorismo ed il cui viso e la cui storia non ricordiamo più.
Ho avuto un moto  di rabbia verso me stesso perché pur sforzandomi non ricordavo più bene il viso di Rocco Chinnici e di Ciaccio Montalto, mentre la faccia di Rosario Livatino mi sfumava via , almeno in parte.
Come quando dopo tanti anni non riesci a ricordare bene più il viso di un amico che non vedi da allora.
Ma per questi tre uomini non doveva succedere: non posso non ricordare bene il loro viso. Non va bene.
Loro no, sono stati ammazzati. Certo sapevano che poteva accadere, hanno accettato il rischio per far funzionare la giustizia in posti dove il favore è merce ed il diritto è sconosciuto e ci si parla col fucile a pompa. In posti  dove ancora i muli cacano molto lentamente sul selciato ed il risultato rimane lì per giorni fino a solidificarsi e divenire arredo urbano.
I vecchi ti guardano di sguincio, quando entri nel bar, come un savoia venuto ad occuparsi di fatti che non lo riguardano.
Certo a Livatino non glielo ha ordinato il dottore di fare il giudice, ma insomma aveva studiato e si era sacrificato per questo. E poi era la sua terra. Poteva accadergli di fare anche altro dopo la laurea e poteva accadere che il caso decidesse per lui tanti anni prima, quando era all’Ufficio del Registro di Girgenti, facendocelo rimanere lì.  Il caso.
Ma non fu un caso quando la stidda lo fece massacrare sulla strada statale 640 : aveva trovato molti riscontri contro la tangentopoli siciliana ( così i giornalisti la chiamarono dopo la sua morte ) ed usava bene lo strumento della confisca dei beni.
Serio, riflessivo, sensibile, il “giudice ragazzino“   – così lo aveva sfottuto/intimidito il vecchio maiale Cossiga  qualche tempo prima  – aveva fatto un gran lavoro rompendo molte uova nel paniere della stidda e dei suoi riferimenti politici.
Forse ha ragione S.B. a considerarli una razza particolare. Sicuramente sono una razza diversa dalla sua, i giudici.
Silvio Berlusconi tu non vali neanche una unghia incarnita del piede di Rosario.
Ventisei uomini cancellati dalla vita a cui tutti avremmo diritto,  solo perchè facevano un lavoro per il quale è possibile , talvolta più che possibile, morire solo per aver fatto il proprio dovere.
L’onestà e la dedizione comportano questa eventualità.
E’ come un assioma inaccettabile ma che pervade tutto.
Tu fai il tuo dovere e loro ti tolgono da questo mondo, dove peraltro a te piaceva stare.
Non sei come quelli a cui non è dato di capire se la vita piaccia o no. Ti piace , eccome.
Anche tu come gli altri sei stato un giovane che aveva ed ha  voglia di vivere, diritto di viaggiare, conoscere e amare o  anche solo mangiare, dormire, scopare una volta ancora oltre quella ultima decisa da loro.
Lor signori decidono che da un certo momento in poi tu non devi un’altra volta respirare, sorridere, una volta ancora  vedere il sole la mattina sorgere, affascinarti alla luna.
E gli odori ed i sapori? Niente, ti tolgono tutto mandandoti non si sa dove, cancellandoti.
Ma chi cazzo sono questi? Chi si credono di essere? Cosa cazzo succede a questi semidei che possono cancellarti…
Per favore dopo aver letto l’elenco riguardate la foto di Rosario, tenetevela in mente. Il più possibile. Loro vincono anche se noi dimentichiamo.
Agostino Pianta, Brescia, 17 marzo 1969. Ucciso da un detenuto vittima di errore giudiziario.
Pietro Scaglione, Palermo, 5 maggio 1971. Mafia.
Francesco Ferlaino, Lamezia Terme, 3 luglio 1975. ‘Ndrangheta.
Francesco Coco, Genova, 8 giugno 1976. Brigate rosse.
Vittorio Occorsio, 10 luglio 1976. Ordine nuovo.
Riccardo Palma, Roma, 14 febbraio 1978. Brigate rosse.
Girolamo Tartaglione, Roma, 10 ottobre 1978. Brigate rosse
Fedele Calvosa, Frosinone, 8 novembre 1978. Unità combattenti comuniste.
Emilio Alessandrini, Milano, 29 gennaio 1979. Prima linea.
Cesare Terranova, Palermo, 25 settembre 1979. Mafia.
Nicola Giacumbi, Salerno, 16 marzo 1980. Brigate rosse.
Girolamo Minervini, Roma, 18 marzo 1980. Brigate rosse.
Guido Galli, Milano, 19 marzo 1980. Prima linea.
Mario Amato, Roma, 23 giugno 1980. Nar.

Gaetano Costa, Palermo, 6 agosto 1980. Mafia.
Gian Giacomo Ciaccio Montalto, Trapani, 25 gennaio 1983. Mafia.
Bruno Caccia, Torino, 26 giugno 1983. ‘Ndrangheta.
Rocco Chinnici, Palermo, 29 luglio 1983. Mafia.
Alberto Giacomelli, Trapani, 14 settembre 1988. Mafia.
Antonino Saetta, Canicattì, 25 settembre 1988. Mafia.
Rosario Angelo Livatino, Agrigento, 21 settembre 1990. Mafia.
Antonino Scopelliti, Campo Calabro, 9 agosto 1991. ‘Ndrangheta e mafia.
Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, Capaci, 23 maggio 1992. Mafia.
Paolo Borsellino, Palermo, 19 luglio 1992. Mafia.
Luigi Daga, il Cairo, 26 ottobre 1993. Terrorismo islamico.
Paolo Adinolfi, Roma, 2 luglio 1994. Scomparso
Crazyhorse70