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mercoledì 28 aprile 2010

Don Paolo Farinella: Berlusconi e l'infamia del credo

Berlusconi è un uomo pubblico che ha “ostentato” la sua cattolicità che denigra e viola e infanga sempre pubblicamente giorno dopo giorno. Come uomo pubblico malato è andato al funerale, ma il protagonista era lui con le tv sempre pronte a riprenderlo. Il morto era superfluo.
Un uomo notoriamente immorale, divorziato e che dichiara: “Don Verzè mi assolve senza nemmeno conoscere i miei peccati” è totalmente fuori di quelle norme che cardinali e papi si ostinano a predicare e ad imporre ai comuni mortali. Vi sono preti che per molto meno negano assoluzione e comunione e in un caso come questo, i custodi dei “principi non negoziabili” dovevano insorgere di fronte a questo gesto osceno, sacrilego di uno che prende le perle e le butta ai porci, con tutto il rispetto per i Sigg. Porci.
Se la Gerarchia non lo fa, perde la faccia e la credibilità e io ho il diritto di dire ai divorziati: fate la comunione come e quando credete in coscienza.
Don Paolo Farinella va giù duro contro il cavaliere finto ossequioso ma colpisce anche questa chiesa piccola e meschina che insegue due leghisti neo -presidenti di regione per stringer loro la mano e ringraziarli per quelle battute inutili sulla indisponibilità a permettere il rifornimento della pillola RU486.
Battute inutili ed illusorie ed infatti  rimangiate il giorno dopo.
La pillola in questione è un modo per affrontare l’aborto senza soffrire troppo, il che per costoro è grave: la donna deve soffrire, non sia mai che possa accadere che non soffra.
Una chiesa piccola e meschina rinchiusa in se stessa a guardarsi e rimirarsi l’ombelico pedofilo nascondendo la vergogna finchè possibile.
Una piccola chiesa di piccoli uomini che si affannano a rispecchiare il livore egoistico imperante, invece di farsi carico dell’esempio solidale.
Una chiesa piccola e meschina che non ha nulla da dire sugli episodi assurdi di razzismo contro i bambini, ma corre a strepitare ed ad acclamare i potenti, concedendo loro privilegi ed appoggi elettorali smaccati ed esibiti  come non mai: per qualcosa di simile  forse occorre tornare alle prime elezioni del dopoguerra, che videro lo scontro di civilità contro il Fronte Popolare staliniano.
Silenzio assordante della chiesa anche sulla questione delle mensa scolastiche, le quali , in  molti comuni (in tutta Italia e a tutte le latitudini) sono in difficoltà a causa delle famiglie morose che sono in arretrato di parecchie mensilità delle rette per i loro bambini: si parla di crediti da recuperare che si aggirano su cifre di svariati milioni di euro.
Per combattere questo malcostume (causato nella maggior parte dei casi sicuramente da questioni di vere difficoltà economiche) alcuni comuni hanno deciso di utilizzare le maniere forti, prendendo provvedimenti impopolari e intollerabili come i casi di Adro e Montecchio.
Altri invece studiano sistemi meno drastici: dalle ganasce per requisire le auto all’emissione di ticket prepagati da acquistare all’atto dell’iscrizione a scuola.
Io una ricetta l’avrei: un bel condono servito su un piatto d’argento, in cui si permette di saldare tutti i debiti pregressi pagando solo il 5% della somma accumulata. Assomiglia tanto allo scudo fiscale, è vero: devono essere infatti sempre e solo i potenti a mangiarci sopra?
Rosellina970

domenica 25 aprile 2010

Fratelli d'Italia


SE SI PARLA DI PATRIA E LIBERTA'


Pertini


Se si parla di Patria e Libertà, non mi sento più di sinistra. Mi sento italiano.
Se si parla di Patria e Libertà, mi ricordo quando ero volontario in Friuli per il terremoto, con gli Alpini. Lì non contava l’essere del Nord o del Sud, né socialisti o democristiani, né comunisti o liberali, né repubblicani o socialdemocratici. Contava esserci. E non passava nemmeno per la testa di pensare che si stesse aiutando qualcuno che non parlava il nostro dialetto. Contava curare feriti, tirare su delle tende, allestire ospedali da campo, distribuire cibo e acqua e bevande calde, contava una parola di conforto, contava distribuire abiti usati e coperte a altri Italiani come noi.

Se si parla di Patria e Libertà, oggi non m’importa se il mio compagno di viaggio è Di Pietro o Fini, Bertinotti o Bersani o Casini. Non gli chiedo la carta d’identità. Basta che lottiamo dalla stessa parte.
Se si parla di Patria e Libertà, quello che conta è farsi sentire per la Patria, unita e coesa, contro le assurde divisioni di campanile; quello che conta è scongiurare una deriva balcanica per la nostra terra. Quello che conta è evitare che la parte più povera del Paese, per quanto abbia le sue colpe, sia abbandonata a sé stessa dall’egoismo di quella più ricca.

Se si parla di Patria e Libertà, io sto con la Costituzione. E se qualcuno, si chiamasse anche D’Alema, la vuole svendere al primo palazzinaro affarista che passa, per me è un traditore.
Se si parla di Patria e Libertà, io sto con la legalità. Quella vera, quella che applica lo spirito della Costituzione e non lo stravolge. Quella che pone al primo posto la Persona e i diritti umani.
Se si parla di Patria e Libertà, dico alto e forte che un faccendiere immanicato con la mafia, che non sa spiegare da dove ha preso i soldi, che ha evaso miliardi di tasse e se ne vanta, ha resuscitato il razzismo, controlla l’informazione, vuole occupare tutti i posti di comando e vuole riscrivere la Storia a suo uso e consumo, vuole svuotare la scuola pubblica, è un volgare delinquente e come tale a me non interessa affatto se è riuscito a farsi seguire da  milioni di Italiani  avendoli sedotti con la menzogna: uno c’era già riuscito ben prima di lui. E proprio il suo seguito elettorale lo rende ancor più pericoloso per la Democrazia.

Se si parla di Patria e Libertà, dico alto e forte che le foibe e Piazzale Loreto sono state delle atroci nefandezze. Ma che questo non cancella affatto che chii è stato appeso a Piazzale Loreto era un criminale e che i valori per i quali si batté erano sbagliati e inumani.
Se si parla di Patria e Libertà, dico alto e forte che per fortuna non abbiamo avuto il comunismo in Italia, ma che dobbiamo ringraziare anche i comunisti se abbiamo la democrazia.
Se si parla di Patria e Libertà, dico alto e forte che mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti è giusto solo sul piano umano (i morti si rispettano), ma che i primi avevano torto e i secondi ragione.
E che verso i secondi dobbiamo sentirci in debito, mentre verso i primi possiamo solo perdonare.

sabato 24 aprile 2010

Tentato regime/4


(dal sito di Li bertà e Giustizia, quarta parte)


2008-2010

Due anni contro la Costituzione

Osservatorio dei diritti perduti

A cura di Olga Piscitelli



7 febbraio – Rompiamo il Silenzio
Esce su la Repubblica una pagina di Libertà e Giustizia con il manifesto di Gustavo
Zagrebelsky. Primi firmatari: Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Umberto Eco, Claudio
Magris, Guido Rossi, Sandra Bonsanti, Giunio Luzzatto, Simona Peverelli, Elisabetta
Rubini, Salvatore Veca. In poche ore le firme salgono a più di 200 mila.

9 febbraio – Attacco di Berlusconi alla Costituzione: è filosovietica, va cambiata
Una riforma della Carta costituzionale, secondo il premier, “è necessaria perché è una legge
fatta molti anni fa sotto l’influsso di una fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di
forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come un modello”.

11 febbraio – LeG presenta il manifesto “Rompiamo il Silenzio”
La democrazia italiana è in bilico. E’ bene che lo sappiano i giornalisti di tutto il
mondo”. E’ l’allarme lanciato da Gustavo Zagrebelsky dalla sala della stampa estera
di Roma. In platea Oscar Luigi Scalfaro. Zagrebelsky avverte: “Non è la prima volta
che l’Italia è il luogo di un esperimento politico. Lo fu in passato di un modello che poi fu
esportato in tutta Europa”.

12 febbraio – Il ddl sulle intercettazioni, media oscurati. Il Csm: violata la Carta
Pubblicate i fatti, ma non gli atti. E’ questo lo slogan della maggioranza che con una norma
capestro cancella la cronaca giudiziaria: fino al dibattimento, nessun atto, nemmeno se solo riassunto, potrà essere reso pubblico. I testi degli ascolti non potranno mai essere divulgati.
Per il Csm è una previsione che contrasta “con i valori dell’articolo 21 della Costituzione”.

13 febbraio – Scalfaro in piazza per la Costituzione: ignorante chi la chiama sovietica
In piazza per la manifestazione convocata dal Pd, il presidente emerito che guida l’associazione Salviamo la Costituzione, difende la legge fondamentale varata nel ’48. E rivolgendosi al presidente del Consiglio dice: “Siamo preoccupati, non ci faccia temere per la libertà e la democrazia”.

14 febbraio – Napolitano: teniamoci stretta la Costituzione
“In Italia per fortuna abbiamo una Costituzione. Teniamocela stretta”.

15 febbraio – Il centrodestra conquista la Sardegna
Il centrodestra strappa la Sardegna allo schieramento avversario e Ugo Cappellacci diventa il nuovo governatore, scalzando Renato Soru che nel 2004 vinse con il 50,13%. Il dato arriva chioaro e netto 15 ore dopo la chiusura dei seggi. E quando le sezioni scrutinate sono 1658 su 1812, Cappellacci è al 51,90% dei consensi, mentre il presidente uscente si ferma al 42,89%, con un distacco di 9 punti che pesa come un ko. Irrompe un partito “nuovo”, quello delle schede nulle che diventano la terza forza della Sardegna: sono quasi 15.000, a cui si aggiungono le schede annullate volontariamente dall'elettore (circa 3300) e quelle bianche (più di 5000).

17 febbraio – Veltroni si dimette da segretario del Pd
“Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto”, dice
Veltroni, raccogliendo il "no" del vertice del partito e l'invito a ripensarci. “Spesso mi sono
trovato i bastoni tra le ruote”, aggiunge a conferma del suo addio. I vertici del Pd in un primo momento respingono le dimissioni, confermando piena fiducia al leader. Veltroni prende tempo per riflettere e decidere. La riunione del coordinamento con all'ordine del giorno la sconfitta sarda è aggiornata ma il segretario non torna sui suoi passi. La reggenza del partito è affidata a Dario Franceschini.

23 febbraio – Franceschini nuovo segretario del Pd giura sulla Costituzione
Il presidente del Consiglio – dice – ha in mente un paese in cui il potere viene sempre più
tacitamente concentrato nelle mani di una sola persona. Questo è contro la Costituzione a lui lui ha giurato fedeltà.

25 febbraio – Sacconi modifica il diritto di sciopero
La svolta è limitata al settore dei trasporti, ma lo sciopero solo “a maggioranza”, o dei
lavoratori o dei sindacati, vincola l’esercizio del diritto di sciopero previsto dalla Costituzione.
Un disegno di legge in tre soli articoli che mette nero su bianco una riforma annunciata fin da ottobre e subito contrastata dalla Cgil. 

26 febbraio – Troppi decreti, Napolitano convoca Fini e Schifani
I presidenti di Camera e Senato salgono al Colle. Napolitano: “per quanto si tratti di
provvedimenti straordinari che il governo adotta sotto la sua responsabilità, il Presidente della Repubblica e i Presidenti delle Camere non possono esimersi dal sollevare i problemi,
costituzionalmente sensibili, che derivano sia da un’abnorme frequenza del ricorso a decreti,
sia dall’eterogeneità che essi spesso presentano nei loro contenuti e che è poi aggravata dalla pratica di emendamenti estranei alla materia e chiaramente strumentali”.

27 febbraio – Fini: questa è una legislatura costituente
“Continuo a pensare che ci siano tutte le condizioni per avviare e portare a compimento le
riforme della seconda parte della Costituzione”. Lo afferma il presidente della Camera
Gianfranco Fini, a margine della conferenza dei presidenti dei Parlamenti europei a Parigi,
rispondendo a chi gli chiede se questa sarà una legislatura costituente.

1 marzo – Franceschini: i valori fondativi della Costituzione non si toccano
“La Costituzione si può modernizzare per le parti che riguardano il funzionamento delle
istituzioni, ad esempio il sistema bicamerale che rallenta il processo legislativo, ma non si può toccare per la parte che riguarda i valori. In modo esplicito o tacito, loro cercano di intervenire, di toccare la parte che riguarda i valori fondativi. Non si toccano”. Il segretario del Pd promette che “se provano a toccarli ci troveranno in Parlamento e nel Paese con tutta la forza possibile”.

5 marzo – Alfano: presto modifiche alla Carta
“Nelle prossime settimane inizierà una riflessione, in Consiglio dei Ministri, sulla riforma della
Costituzione per assicurare ai cittadini una effettiva parità tra difesa e accusa”. In particolare la riflessione per le modifiche costituzionali riguarderà il tema dell’obbligatorietà dell’azione penale e quello dell’ampliamento dei poteri di indagine della polizia giudiziaria.

5 marzo – Andreotti: la Costituzione va bene così com’è
“La Costituzione rimane com’è. A mio avviso va benissimo, ci ha permesso grandi sviluppi, sia interni che internazionali”.

5 marzo - Sicurezza, i penalisti contro il governo: "Intollerabile svolta autoritaria"
Duro attacco dell'Unione Camere Penali: "lo Stato forte non è quello che viene meno al rispetto dei valori costituzionali del processo penale, ma è tout court lo stato di diritto, che applica le regole esistenti e garantisce la certezza della pena non con una condanna preventiva ed aprioristica, ma con un percorso processuale di ragionevole durata senza alcun sacrificio delle regole di accertamento dei fatti". La Giunta esprime "sconcerto e sdegno dei penalisti per le norme regressive ed illiberali adottate dal Governo e per quelle in discussione in Parlamento".

10 marzo – Firenze, il candidato sindaco del Pd: anch’io cambierei la Costituzione
“Credo che la Carta andrebbe rivista fin nei principi fondamentali”. Così il presidente della
Provincia di Firenze e candidato del Pd a sindaco della città Matteo Renzi nell’intervista al
Magazine del Corriere della Sera. Dice anche: “Occorre riformare l’idea di sindacato e ribaltare
il sistema del welfare”.

10 marzo – Appello degli architetti
“Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni. 
Il territorio, la città e l’architettura non dipendono da un’anarchia progettuale che non rispetta il contesto, ma dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione dell’edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera definitiva il territorio. Ecco perché c’è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo paese”. Firmato da Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas, Vittorio Gregotti

11 marzo – Medici delatori, i camici bianchi insorgono
Sindacati dei medici in rivolta per un emendamento della Lega al ddl sulla Sicurezza, che
obbliga 120mila medici delle strutture pubbliche a denunciare i clandestini. I sindacati
annunciano che useranno tutti gli strumenti legali, fino alla corte di giustizia europea,
passando per la Corte costituzionale.

11 marzo – Testamento biologico, passa la linea dura della Pdl
Nutrizione e idratazione saranno “sostegni vitali” e dunque il paziente non potrà rinunciarvi. E’ la versione che passa in commissione Sanità; il testo, in questa versione, affronterà il dibattito nell’aula del Senato.

11 marzo – Berlusconi: “Alla Camera voti solo il capogruppo”
Silvio Berlusconi, davanti all’assemblea dei deputati del Pdl, propone che siano solo i capigruppo a votare alla Camera. “Chi non è d’accordo potrà votare contro o astenersi”. Una proposta che si lega alle nuove norme di voto e all’esigenza di “rivedere i regolamenti
parlamentari che non sono adeguati per un governo e una maggioranza che devono avere
tempi certi sull'approvazione delle leggi”. In Aula, lo stop di Gianfranco Fini: “Fino a quando la Costituzione è quella vigente nessun deputato può essere delegato a votare per altri, e ciascun deputato dovrà votare soltanto per sé. Quando e se la Costituzione sarà cambiata si vedrà”.

12 marzo - Fini: cosa si aspetta a ripartire dalla Bozza Violante?
"C'è una bozza di riforma della seconda parte della Costituzione ampiamente condivisa. Che
cosa si aspetta a ripartire da quel punto?". Se lo chiede il presidente della Camera Gianfranco Fini, che torna ad auspicare che la legislatura in corso sia ricordata come una legislatura costituente: "Non servono nuove istruttorie, si tratta di mettere insieme ciò su cui oggi è possibile un accordo largo. Ad esempio, il bicameralismo perfetto e la riduzione dei numeri parlamentari. Ne avranno vantaggio tanto il governo quanto l'opposizione".

12 marzo – Berlusconi: le istituzioni sono vecchie, bisogna poter decidere
Silvio Berlusconi ritira il premio del Riformista di miglior politico dell’anno e dice che “i tempi
della politica sono tali per cui si deve arrivare a decisioni più immediate”. Non ripropone il
presidenzialismo, “Al limite se ne può parlare nella seconda parte della legislatura, ma con
l'accordo di tutti”, ma il sistema e l'architettura istituzionale “non sono in linea con i tempi”,
occorrono “percorsi e metodi più brevi”. Il premier “non ha nessun potere”, qualsiasi
provvedimento, anche i decreti legge, devono passare per il presidente della Repubblica e per il Parlamento. Una democrazia “superparlamentare”, non “adeguata” ai tempi odierni.

13 marzo - Avvocatura: il filtro della Cassazione è anticostituzionale
"Forte discrezionalità nelle decisioni, violazione del diritto alla difesa e del giusto processo".
Insomma, il filtro in Cassazione proposto dal governo per i procedimenti civili è "chiaramente
incostituzionale". Così l'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua), l'Unione nazionale Camere
civile e gli avvocati dell'Ordine di Roma affiancati da alcuni giuristi italiani. Se passa questa
riforma, sostiene il presidente Oua, Maurizio De Tilla, avremo "solo un processo autoritario”.

15 marzo – Berlusconi: il premier ha diritto di governare per decreto
Davanti ai commercianti riuniti a Cernobbio il Cavaliere rivendica il diritto di governare per
decreto legge, “l'unico vero potere che ho”. Il ragionamento : “Ogni decreto legge deve essere spiegato al capo dello Stato, anche se questa non è la Costituzione, ma la prassi. Secondo la Costituzione il governo decide sotto la sua responsabilità e per me la responsabilità non è più del governo se ci deve essere il potere di un'altra istituzione che mi giudica sui due requisiti”.

15 marzo - Franceschini, la prima parte della Costituzione “non si tocca”
Il segretario del Pd Dario Franceschini , dal palco dell'assemblea dei delegati under 30 del Pd a Fieramilano, invita i giovani "ad alzare la voce ogni volta che qualcuno prova a toccare i
principi" della Carta. Alcune modifiche possono invece essere apportate alla seconda parte del testo, secondo Franceschini, per esempio: “dimezzare il numero dei parlamentari, mantenendo una Camera sola per fare le leggi e un Senato delle autonomie”.

16 marzo – Calderoli: Le ronde sono come le ambulanze
“Il senso civico? Se lo mettano da qualche parte... Le ronde sono come le ambulanze”. Roberto Calderoli si dice “sconcertato” per quanto pubblicato dal Secolo d'Italia, il quotidiano di Alleanza nazionale, il 15 marzo. Titolo dell’editoriale: “Ma quali ronde... Qui ci vuole più senso civico”. Calderoli non gradisce: “Se bastasse il senso civico a non essere stuprati, rapinati, uccisi per la strada...”.

23 marzo - Vasco Errani: "Il piano casa è contro le Regioni e contro la Costituzione"
Il governatore dell'Emilia Romagna: "Il decreto ha chiari profili di incostituzionalità. Rende
immediatamente operative in tutta Italia norme di competenza concorrente delle Regioni. In
materia edilizia al governo spetta solo la legislazione di principio. Ci si troverebbe, come
peraltro avvenne con i condoni edilizi, in una complicata incertezza giuridica. Molte Regioni
farebbero ricorso alla Corte costituzionale, che ha i tempi che ha. Insomma, un pasticcio"

24 marzo - Cicchitto: "Dopo il federalismo, il presidenzialismo"
In Aula, per la dichiarazione di voto sul federalismo, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto: “Per il Pdl questo progetto è in un quadro più generale di riforma istituzionale, nel quale si deve bilanciare questo passaggio con il presidenzialismo, che nella sua prima versione può essere rappresentato dall'aumento dei poteri del premier, che possa sciogliere Parlamento in accordo con il Capo dello Stato, e possa cambiare i ministri. Va eliminato il bicameralismo, e vanno ridotti i parlamentari"; inoltre, "vanno bilanciati tre centri di potere: il premier e l'esecutivo, il sistema federale, e il Parlamento della Repubblica".

24 marzo - L'odg Franceschini: "Riformare la seconda parte della Costituzione"
Con 319 sì, 195 astenuti e 35 contrari, la Camera approva la legge con cui delega il Governo a varare il federalismo fiscale. Il Governo accoglie un ordine del giorno del Pd (primo firmatario Franceschini) in cui si chiede all'esecutivo di "sollecitare e favorire un confronto fra la maggioranza e l'opposizione per promuovere in tempi rapidi una riforma della seconda parte della Costituzione", basata sulla bozza Violante. Il progetto: "riduzione del numero dei parlamentari, trasformazione del Senato in camera delle autonomie territoriali e adeguare i procedimenti decisionali e la forma di governo al mutato contesto politico-istituzionale".

26 marzo - Libertà e Giustizia: azzardata e rischiosa la mossa di Franceschini
Sandra Bonsanti, presidente dell' associazione Libertà e Giustizia, esprime preoccupazione per l'ordine del giorno, presentato alla Camera dal segretario del Pd, Dario Franceschini, ed accolto dal governo, per un confronto sulla riforma della Costituzione, a partire dalla "bozza Violante" elaborata nella passata legislatura". In primo luogo "non si capisce perché rivolgersi al governo"; in secondo luogo, "avviarsi sulla strada prevista, senza avere alcuna certezza sullo sbocco finale, potrebbe essere una avventura". 

27 marzo - Testamento biologico, Veronesi: il Parlamento calpesta i diritti della Carta
Umberto Veronesi, senatore pd, dopo il sì di palazzo Madama alla legge sul testamento
biologico. "Ci misuriamo con quella che Cavour, 150 anni fa, chiamava una dittatura
parlamentare. Se la maggioranza si blinda e non accetta alcuno degli emendamenti della
minoranza, allora il Parlamento perde gran parte della sua funzione. Il presidente della
Repubblica avrà qualche dubbio sulla costituzionalità della norma. L´autodeterminazione è alla base della Costituzione”.

29 marzo - Fini: la legge sul fine-vita è da Stato etico
Serve una fase costituente, dice il presidente della Camera Gianfranco Fini, parlando al
secondo giorno del congresso del Pdl. Siamo sicuri che la legge approvata al Senato sia per
davvero la laicità? Perché, quando si impone per legge un precetto religioso, si è più vicini a
una concezione da Stato etico che non da Stato laico.

30 marzo - Berlusconi: più poteri al premier
La Costituzione assegna al presidente del Consiglio poteri quasi inesistenti. In altri Paesi,
invece, il premier ha poteri veri: in Italia ha solo poteri finti. Comunque, sulle riforme andremo avanti anche da soli. Dal discorso conclusivo del congresso Pdl.

giovedì 8 aprile 2010

Tentato regime/2

(dal sito di Li bertà e Giustizia, seconda parte)

2008-2010
Due anni contro la Costituzione
Osservatorio dei diritti perduti

A cura di Olga Piscitelli

2008
30 settembre – Schifani: “La riforma della Costituzione partirà all’inizio del 2009”
“Un largo giro di audizioni in seduta comune con la commissione Affari costituzionali della Camera darà il via alla Grande Riforma”: lo annuncia il presidente del Senato. Si parte dal Senato, perché tra i pezzi forti c'è il Senato federale, dai consigli regionali. Tra le novità: deputati a 18 anni e taglio di 204 parlamentari: 252 i senatori, 489 i deputati.

2 ottobre – Berlusconi: procedo con i decreti, in Parlamento solo depressi
“Procederò con decreti legge in ogni materia che riterrò necessaria, anche imponendo al Parlamento di approvarli. Abbiamo il dovere di governare ma abbiamo a che fare con istituzioni e regolamenti che sono arretrati. I regolamenti vanno cambiati. In Parlamento c’è un popolo di depressi. Non andremo più in tv a farci insultare”.

3 ottobre – Veltroni: “Silvio non garantisce la Costituzione”
In un’intervista all’espresso il leader del Pd parla delle ambizioni del Cavaliere e gli dà l’alt nella corsa al Quirinale. “Il problema non si pone, perché fino al 2013 c’è Napolitano, ma il Quirinale è un luogo dove devono esserci figure che garantiscano la Costituzione, conoscano le regole del gioco, rispettino le opinioni di tutti, accettino il dissenso. Tutto ciò che Berlusconi non è”.

5 ottobre – Berlusconi: serve decretazione d’urgenza
Il premier giustifica il continuo ricorso alla decretazione d’urgenza: “Le difficoltà non si possono superare con i disegni di legge, ma con la decretazione d’urgenza. Il decreto legge è l’unico metodo che abbiamo per governare”.

15 ottobre – La Camera approva le classi ponte per i bimbi extracomunitari
La mozione della Lega Nord in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo ottiene l’ok di Montecitorio. Il testo, approvato dopo un infiammato dibattito, passa dopo un cambio di nome: non più “classi ponte”, come originariamente indicato nella mozione del leghista Roberto Cota, ma “classi di inserimento”, secondo la proposta di Italo Bocchino di An.

25 ottobre – Berlusconi agli industriali: in Rai solo programmi che mettono panico
“Mi chiedo come fate ad accettare che la Rai – che vive anche grazie alla vostra pubblicità – inserisca i vostri spot dentro programmi dove si diffondono solo panico e sfiducia”.

28 ottobre – La Costituzione? Meglio un lecca-lecca
Posteitaliane propone un kit per bambini per la giornata del risparmio: include la Costituzione. La Lega blocca la distribuzione agli alunni; l’invio doveva partire da Venezia, Treviso e Sondrio.
L’europarlamentare Mario Borghezio: “Meglio un lecca-lecca verde. La Carta non è superiore alle Sacre Tavole”.

3 novembre – Calderoli: in passato, sulla Costituzione ho sbagliato
“So di aver commesso un errore in passato, quando ho fatto di tutto per cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza. Dagli errori bisogna imparare”.

4 novembre – Lucio Malan propone di rivedere l’articolo 1 della Carta
Il senatore Pdl vuole rivedere “l’ordinamento della Repubblica sulla base del principio della divisione dei poteri”. Propone di modificare l’articolo 1 e trasformarci in una Repubblica “fondata sui princìpi di libertà e responsabilità, sul lavoro e sulla civiltà dei cittadini che la formano”.

13 novembre – Sentenza Diaz, assolti i vertici della polizia
Tutti assolti per le violenze del 21 luglio 2001, al G8 di Genova, nella scuola Diaz. Nessuna condanna per Giovanni Luperi, capo del Dipartimento di analisi dell’Aisi (ex Sisde), nel 2001 vice direttore dell’Ucigos, e per Francesco Gratteri, capo dell’Anticrimine, all’epoca dei fatti direttore dello Sco, e Gilberto Calderozzi, oggi capo dello Sco. Dei 29 imputati, 13 sono condannati e 16 assolti. Il tribunale di Genova ha inflitto pene per complessivi 35 anni e sette mesi, di cui 32 anni e sei mesi condonati. L’accusa aveva chiesto condanne per un totale di oltre 108 anni. la Repubblica: ci aspettiamo segnali di fedeltà alla Carta. Il capo della polizia,

Antonio Manganelli: i nostri agenti la onorano tutti i giorni.(2/continua)

Tentato regime/3


(dal sito di Li bertà e Giustizia, terza parte)

2008-2010

Due anni contro la Costituzione

Osservatorio dei diritti perduti

A cura di Olga Piscitelli

2008
21 novembre – Berlusconi: bene le classi ponte per immigrati
Creare le “classi ponte” è “una cosa assolutamente logica, direi doverosa e a loro vantaggio, non c’è nessuna discriminazione. Non sanno l’italiano, non possono seguire le lezioni. Per questo hanno una percentuale di insuccesso tripla rispetto a quella degli alunni italiani”.
26 novembre - Il protocollo su polizia e pm
D’intesa tra il ministro per l’innovazione Renato Brunetta e della giustizia Angelino Alfano, nasce il protocollo che prevede la “trasmissione telematica delle notizie di reato tra le forze di polizia e procure della Repubblica” e anche che “le forze di polizia giudiziaria redigano le notizie di reato, le digitalizzino, le trasmettano alle procure”. E’ il primo passo verso il travaso di poteri da pm a polizia.
28 novembre – Più Iva per Sky
Con una norma del decreto anticrisi, il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.
2 dicembre – Caso Sky, Berlusconi prende di mira i direttori di Stampa e Corriere
Il decreto che aumenta l'Iva sulla pay tv, a tutto vantaggio delle reti di proprietà della famiglia  Berlusconi, riporta alla ribalta il conflitto d’interessi. Berlusconi ribalta le accuse: “E’ la sinistra
che aveva dato un vantaggio alle tv con abbonamenti”. Poi si scaglia contro i giornali: “Guardate per esempio le vignette del Corriere della Sera, che vergogna ... e anche il titolo della Stampa: «Berlusconi contro Sky». Dovrebbero andare tutti a fare un altro mestiere: politici e direttori di giornale”. Pochi mesi dopo sia Corriere della Sera che La Stampa cambiano i rispettivi direttori.
6 dicembre – Giustizia, Berlusconi all’attacco: acceleriamo sulla riforma
Approfittando della guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro, Berlusconi schiaccia l’acceleratore sulla riforma della Giustizia. “L’unica terapia per il sistema malato della Giustizia sono delle riforme, anche di rango costituzionale, che mettano il sistema in condizione di maggiore e migliore efficienza”.
11 dicembre – Berlusconi: basta dialogo, LA COSTITUZIONE LA CAMBIO DA SOLO
“Sono ancora marxisti, non si può dialogare. Non accetto di parlare con chi mi accusa di essere Hitler, il diavolo, di non avere voce in capitolo sulla questione morale. Questa sinistra non è democratica”. La conseguenza è che la riforma della giustizia, incardinata sulla separazione delle carriere, il governo la farà da solo, a costo di andare incontro nuovamente al referendum: “La Costituzione si cambia con due votazioni distanziate da 6 mesi e i cittadini decideranno alla fine come popolo sovrano: questa è la democrazia e nessuno ci può fare il minimo appunto”.

13 dicembre - Napolitano difende la Carta, Berlusconi insiste: giustizia da riformare
Il presidente della Repubblica: “I princìpi fondamentali della Carta non sono modificabili. Per quanto se ne discuta, nessuno può pensare di cambiarli”. Immediata la replica del premier: “Il capo dello Stato non si riferiva al governo, i rapporti tra me e Napolitano sono tranquilli e comunque non intendo modificare i princìpi fondamentali. Ma Giustizia e Csm vanno riformati”.
15 dicembre – La norma allunga-processi che rende gli avvocati sempre più potenti
Avvocati sempre più potenti possono “interrogare” tutte le persone che vogliono e “convocare” i testi a difesa “nelle stesse condizioni dell'accusa”. Dovranno, per “obbligo”, “acquisire” ogni mezzo di prova ritenuto necessario, il giudice non potrà opporsi. Un articolo del ddl Alfano cambia il codice di procedura penale (il 190 sul diritto alla prova) e c’infila dentro il dettato costituzionale sul giusto processo, riscritto a favore di chi vuole fare melina nei processi e si pone l’obiettivo di allontanare il più possibile nel tempo una sentenza.
17 dicembre – Meno spot per Sky
Il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12 per cento di affollamento orario di spot.

2008-2009
20 dicembre - Berlusconi: l’Italia è pronta per il presidenzialismo
La conferenza di fine anno è l’occasione per fare il punto sul programma. “Il presidenzialismo è la formula costituzionale che può portare al migliore risultato per il Paese”, mentre “l’architettura attuale non permette di prendere decisioni tempestive: il premier ha i decreti legge come unico strumento, che però sono sottoposti preventivamente alla firma del capo dello stato”.
20 dicembre – Berlusconi: riforma della giustizia al primo CdM
A gennaio si comincia con la riforma della Giustizia; conterrà una “separazione degli ordini” fra magistratura requirente e giudicante, le indagini non saranno svolte dai pubblici ministeri ma “dalle forze dell'ordine, in modo che i pm siano soltanto gli avvocati dell’accusa nell’ambito del processo”. Stretta sulle intercettazioni: “situazione inaccettabile. Solo per i reati più gravi”.

11 gennaio 2009 – Alfano: sì alle intercettazioni contro corruzione e concussione
“Per una riforma della giustizia bisogna metter mano alla Costituzione. Ci accingiamo a fare un robusto intervento sul processo penale, ad affrontare il nodo carceri con risolutezza, poi a febbraio sarà la volta della riforma costituzionale”. Inizia il traccheggio sulla legge contro le intercettazioni che Berlusconi vorrebbe interpretare in modo restrittivo e An tenta invece di estendere almeno ai reati dei colletti bianchi, cancellando il carcere per i giornalisti.
5 febbraio – Sì del Senato al ddl Sicurezza
Primo sì del Senato al ddl sicurezza tra le polemiche dell’opposizione che parla con Anna Finocchiaro di “manifesto ideologico” verso gli extracomunitari. I medici potranno, anzi dovranno visto che sono pubblici ufficiali, denunciare all’autorità giudiziaria gli immigrati clandestini. Le persone senza fissa dimora saranno schedate. La tassa per il permesso di soggiorno è fissata da 80 a 200 euro. Autorizzate inoltre le “ronde padane” ma non armate.
Contro gli immigrati c’è ben altro: il permesso a punti, voluto dalla Lega, che delega al governo la scelta su come il permesso si azzera se delinqui; il test linguistico per cui non si varcano i confini se non si conosce l’italiano. Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti (niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, anche se l’allontanamento è inattuabile, il clandestino, per ordine del questore, dovrà comunque andarsene dall’Italia “entro 5 giorni”. Per compiere atti di stato civile, gli stranieri devono presentare il documento di soggiorno. Dunque, nascono i bambini invisibili, perché senza permesso di soggiorno non potranno essere registrati all’anagrafe.
5 febbraio – L’emendamento D’Alia che censura internet
L’emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (Udc) è approvato dal Senato. Nel testo si stabilisce che il governo, su segnalazione della magistratura, potrà chiedere ai fornitori di accesso (cioè le aziende di telecomunicazione) di eliminare quelle pagine dei social network, dove “si integri la fattispecie dell’istigazione a delinquere o dell’apologia di reato”. E’ previsto che si arrivi ad oscurare tutto il sito per impedire la continuazione del reato. Il 9 marzo, il ddl Carlucci (Fi) propone di vietare “l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) i maniera anonima”.
Chi diffonderà quei testi, e quindi anche i provider, sarà responsabile “in solido, di ogni e qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa, cagionati ai danni di terzi o dello Stato”.
6 febbraio – Il caso Englaro: dal decreto alla crisi istituzionale
Il consiglio dei ministri approva un decreto legge per impedire la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità sul decreto e riserve sulla costituzionalità: ci sono sentenze definitive emesse da tre ordini di giudici civili, amministrativi e costituzionali, sulla base dei principi della Carta, dopo un giusto processo iniziato nel 1999. Napolitano rifiuta poi di firmare il decreto e poche ore dopo, il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, approva un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto appena bocciato. Il ddl passa al Senato il 9 febbraio, la morte di Eluana sospende la discussione; il ddl viene ritirato. Si apre la discussione sul testamento biologico e sui casi di fine vita.

(3 - continua)


lunedì 5 aprile 2010

Tentato regime


(dal sito di Li bertà e Giustizia)

2008-2010
Due anni contro la Costituzione
Osservatorio dei diritti perduti

A cura di Olga Piscitelli
 adunoceanic




Il bivio e la nostra scelta
Libertà e Giustizia offre ai suoi iscritti, simpatizzanti, al dibattito nei circoli e in genere a tutti coloro che hanno a cuore la sorte della democrazia e della Costituzione del 1948 nel nostro Paese questi elementi per una riflessione che copre gli anni dell’ultimo governo di Silvio Berlusconi: 2008 ad oggi.
Da questo documento risulta un quadro stupefacente dell’insofferenza verso una vita politica ordinata e rispettosa dei grandi principi del costituzionalismo contenuti nella Carta Costituzionale: nessun altro paese ha attraversato un simile e tanto lungo periodo di stress democratico.
Se fino ad ora le regole formali fondamentali non sono state modificate, ciò non significa che il logorio cui sono state sottoposte non ne abbia di fatto erosa l’efficacia.
L’effetto pratico è stato non meno devastante.
Quando si pone il problema di un mutamento della Costituzione e non si riesce ad attuarlo la prima e sicura conseguenza è la delegittimazione della Costituzione che c’è.
Questo è ciò che è avvenuto in questi anni.
D’altra parte ciò che viene presentato come il “nuovo costituzionale” difficilmente potrebbe fregiarsi del titolo di disegno costituzionale organico. L’unica cosa che appare chiara è l’intenzione di distruggere gli equilibri costituzionali in favore dell’accentrarsi in poche mani del potere di comando.
Oggi siamo a un bivio: o questa china, o la difesa e la rivitalizzazione della Costituzione che abbiamo.
Chi legge il materiale qui raccolto faccia la sua scelta.
Gustavo Zagrebelsky

PREMESSA
15 marzo 2006 – Calderoli ammette: ho scritto una PORCATA.
Si riferisce alla legge elettorale nota come Porcellum. Si andrà al voto con il nuovo sistema il 9 aprile 2006 e poi di nuovo nel 2008. Ha modificato il precedente meccanismo misto (Mattarellum: per 3/4 a ripartizione maggioritaria dei seggi), in favore di un sistema proporzionale corretto, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze: liste bloccate, candidati scelti dalle segreterie di partito. La nuova legge conviene sia al PdL sia al nascente Pd.

25-26 giugno 2006 – La Costituzione è salva
Il 61,7 per cento degli elettori boccia il progetto di revisione costituzionale del terzo governo Berlusconi che modificava 53 articoli dei 139 della Carta. Il referendum,
promosso da Libertà e Giustizia in coordinamento con altre associazioni come Astrid e la Cgil, sotto il titolo Salviamo la Costituzione, non aveva vincolo di quorum: alle urne si reca il 53,6 per cento degli aventi diritto. Negli ultimi 15 anni, questa vittoria rappresenta per lo scarto di voti l’unica vera e grande sconfitta del centrodestra.

22 MESI AI MARGINI DELLA LEGALITA’ COSTITUZIONALE
Maggio 2008 – Marzo 2010
8 maggio 2008 – Il quarto Governo Berlusconi
Si insedia il quarto governo Berlusconi, nel pieno dei festeggiamenti per i 60 anni della Costituzione. Si è votato il 13 e 14 aprile, dopo lo scioglimento anticipato delle Camere del 6 febbraio. La coalizione di centrodestra (FI-An-DCA/PdL, LN, MpA, Dc) guadagna 344 seggi alla Camera risultato del 46,8% dei voti (17.063.874)e 174 al Senato, pari al 47,3% (15.507.549); quella di centrosinistra 247 alla Camera e 134 al Senato. In Parlamento l'esecutivo ha anche l'appoggio esterno del nuovo Psi, dei Riformatori liberali, di Azione Sociale, della Federazione dei Cristiano Popolari e di Italiani nel mondo, tutti poi confluiti nel Pdl, oltre che di Liberal democratici, dei repubblicani e di Alleanza di Centro.

13 maggio – Berlusconi offre il dialogo: l'Italia non ha tempo da perdere
Con un invito al dialogo sulle riforme che “può e deve cominciare da subito” perché “noi siamo a disposizione, noi siamo pronti: nessuno deve sentirsi escluso”, con la forza dei numeri e la certezza del vincitore che chiede collaborazione a nome dei cittadini che hanno “respinto la protesta qualunquista” e vogliono non “litigiosità inutile, ma stabilità e impegno nell'azione di governo", Silvio Berlusconi si rivolge al Paese convinto che sia necessario fare “tesoro di questa aria nuova” che sente nel Paese. Era attesa l'apertura al governo ombra che “può essere di aiuto” nel confronto tra maggioranza e opposizione pur nella distinzione dei ruoli, così come l'omaggio al capo dello Stato che ha definito “in maniera impeccabile i termini della dialettica tra le istituzioni”, e anche l'appello alla “volontà comune” che serve per cambiare il
Paese. Ma nessuno si aspettava un Berlusconi così conciliante con gli avversari, ai quali si rivolge direttamente facendo gli auguri di “buon lavoro”, chiede quasi scusa per qualche “momento di stanchezza e disattenzione” del passato, giura che non sarà “un uomo solo al comando” ma interlocutore costante, perché questo serve con questo “nuovo clima”. 

31 maggio – Napolitano: largo accordo per cambiare la Costituzione
Cambiare la Costituzione? A 60 anni dalla sua approvazione, Giorgio Napolitano approfitta della festa della primavera (alla vigilia del 2 giugno festa della Repubblica), per un’ulteriore messa a punto sulla sua revisione. Cambiarla si può, certo. Purché questo avvenga “attraverso un largo accordo fra tutte le forze politiche democratiche”, dice il presidente. Nel frattempo dal Quirinale, “cerchiamo di vigilare sul rispetto della Costituzione”.

13 giugno – La proposta del Pd per blindare la Carta
Elevare, dalla maggioranza assoluta, “a due terzi dei componenti delle Camere il quorum per l’approvazione, in seconda votazione, di leggi di modifica o di revisione della Costituzione”.
Nonché, “stabilire che non si faccia luogo a referendum solo se la legge di revisione costituzionale sia stata approvata, nella seconda votazione di ciascuna Camera, a maggioranza dei 4/5 dei suoi componenti”. E' la proposta Pd per blindare la Costituzione: le modifiche alla Carta dovranno essere volute da una maggioranza più ampia di quella al governo. Alla Camera la proposta è presentata da Giovanni Bachelet, garante di LeG e deputato Pd; al Senato da Oscar Luigi Scalfaro.

15 giugno - La norma blocca-processi
Presentata come ddl, viene proposta come decreto (ma Napolitano non ne ravvede l’urgenza) e definita dai costituzionalisti un attacco alla Carta. Prevede lo stop ai processi in corso (fino al 30 giugno 2002), che si trovino tra l’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado, per le quattro più alte cariche dello Stato. Una norma che sembra fatta apposta per bloccare il processo Mills. Salterà il 12 luglio, cancellata da un emendamento del governo, perché trasformata un mese dopo nel cosiddetto Lodo Alfano.

(1 - continua)