Leggo,
sul sito de La Repubblica, le sconcertanti affermazioni di uno che la psiche
umana dovrebbe conoscerla bene. Dovrebbe.
L’articolo
è lungo, ne cito tra virgolette solo i passi più importanti – in grassetto i
miei commenti:
I gay
secondo lo psichiatra Bruno
"Sono malati, persone non normali"
Il professore - ospite
abituale dei salotti televisivi - contesta l'Oms. E sui genitori dei ragazzi
omosessuali dice: "Sono traumatizzati, mentono se dicono di accettare la
diversità dei loro figli"di MARCO
PASQUA
“I
gay come malati da curare, individui "non normali", assimilabili alle
persone disabili. Francesco Bruno, criminologo, psichiatra e docente
universitario (a Salerno e alla Sapienza di Roma), torna ad offendere le
persone omosessuali. A nulla è valsa una denuncia all'Ordine dei Medici, due
anni fa, da parte di Arcigay, relativamente ad alcune affermazioni in cui
contestava la depatologizzazione dell'omosessualità decisa, nel 1990,
dall'Organizzazione mondiale della Sanità.”
Parlando “dalle pagine virtuali di Pontifex, blog che ospita spesso dichiarazioni omofobiche nei
confronti di gay, lesbiche e trans gender”, dice: “L'omosessualità è
"anormalità", sentenzia: "Siamo nel campo,
quando
la omosessualità non viene scelta volutamente, di anormalità funzionali essendo
il sesso volto naturalmente alla procreazione.”
Dal
che si deduce che l’omosessualità è anormale, a meno che uno la scelga. Se è una scelta,
l’orientamento eterosessuale, evidentemente, smette di essere volto
naturalmente alla procreazione.
Illogico,
ovviamente. Ma aberrante che si sostenga che uno scelga la propria sessualità
come il menù al ristorante. In realtà, sotto sotto, costui pensa che l’omosessualità
sia una tentazione…
“L'omosessuale
nato lo è per un disturbo di personalità legato, probabilmente, ad una errata
assimilazione dei ruoli dei genitori, o anche a cause organiche che sarebbe
complicatissimo spiegare.”
Omosessuale
nato? Ma se è “nato” omosessuale, è una questione genetica, cosa c’entra l’errata
assimilazione dei ruoli? Mah.
Naturalmente poi, quale sia la corretta assimilazione, questo lo stabilisce lui.
“Tuttavia,
è nella stessa situazione, dal punto di vista concettuale, di chi è
handicappato, sordo o cieco. Per queste categorie, con una certa ipocrisia si
dice diversamente abili, non vedenti e simili. Il gay è diversamente orientato
per la sessualità e quel diversamente la dice lunga sulla normalità".
Eh no, razza di
deficiente: qui si parla di comportamenti, non del funzionamento del nostro
organismo. E definire anormali dei comportamenti che non fanno del male a
nessuno è – questo sì – deviante.
“Lo
psichiatra spiega anche di aver assistito molti genitori di ragazzi e ragazze
omosessuali. A suo dire tutti traumatizzati dall'orientamento sessuale del
figlio o della figlia”
E ti
credo che sono traumatizzati da questo fatto, se li ha assistiti (sic!)uno
psichiatra con queste idee per la testa…
" Per due genitori, sapere che il proprio figlio ha
questa orientazione, è un trauma anche grande. Magari lo superano o riescono ad
elaborarlo, ma il colpo è molto forte. Questo fatto denota che anche a livello
di comune sentire, e non è roba da poco, la omosessualità va considerata
anormalità".
Questa
poi è bellissima: siccome “nel comune sentire” l’omosessualità e anormale,
allora v uol dire che essa è anormale davvero. Peccato che il comune sentire,
in passato, dicesse che la terra è piatta, che il sole gira intorno ad essa,
che a masturbarsi si diventa ciechi, e via elencando.
Da
medico e docente universitario (secondo il curriculum pubblicato on-line è
professore straordinario presso l'Università degli Studi di Salerno e docente
di psicopatologia forense e criminologia presso la "Sapienza"
di Roma) non si fa neanche troppi problemi quando si tratta di attaccare l'OMS:
"Quando i colleghi americani hanno sdoganato l'omosessualità dalle
patologie, hanno fatto un grave danno e io sono contrario a quanto sostiene
l'Organizzazione Mondiale della sanità.”
Un
grave danno? E quale sarebbe? Quello di non “curare” quella che secondo lui è
una patologia? No, perché altrimenti non si capisce l’uso del termine “sdoganato”.
Eh
no, ragazzi, qui il danno cui lui si riferisce è nel mettere su di un piano di
pari dignità sociale i due orientamenti (etero e omo). E’ il vecchio terrore
dei cattolici e dei puritani: che se si “sdogana” il diverso, si finisce con l’incoraggiare…
Così,
se si “sdoganano” le unioni di fatto, sempre meno coppie si sentiranno
obbligate a sposarsi (e chi se ne frega).
Così,
se “sdogano” l’omosessualità, vuoi vedere che qualche etero si scopre omo?
Risposta
mia: e chi se ne rifrega, fa forse del male a qualcuno?
Qui, signori, non c’è da curare gli
omosessuali.
C’è da ritirare lo
sdoganamento a personaggi come Francesco Bruno.