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giovedì 8 novembre 2012

Cicca cicca


GLI AMERICANI SCELGONO OBAMA.
E SUBITO PARTE LA RAPPRESAGLIA 
DEI FINANZIERI.




Chiusura in forte calo anche per Wall Street. Il Dow Jones perde il 2,36% a 12.933,20 punti, il Nasdaq cede il 2,48% a 2.937,29 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,37% a 1.349,59 punti. Pesa un report di Fitch: Obama deve agire rapidamente per evitare il "fiscal cliff", precipizio fiscale, che rappresenta un rischio per la ripresa e per la "tripla A" degli Stati Uniti. 

Non riuscire a risolvere la questione del "fiscal cliff" provocherebbe una combinazione di tagli automatici della spesa e aumenti della pressione fiscale, "provocherebbe probabilmente un downgrade del paese nel 2013". E ancora: "il problema del presidente Obama e del congresso è affrontare di petto le scelte difficili su tasse e spesa", questioni che devono essere gestite "nelle prossime settimane se gli Stati Uniti vogliono evitare una crisi economica e fiscale". (dal sito de La Repubblica)

Ecco, adesso è palese. Romney aveva promesso ai finanzieri, quelli che stanno affamando il mondo dal 2008, una Wall Street senza regole, e all’1% più abbiente, quello che controlla la maggioranza della ricchezza, di pagare ancor  meno tasse – il che implicava affamare ancora di più il restante 99%.
Ma gli Americani hanno scelto Obama e punito i repubblicani.

E così subito le borse registrano un arretramento: i riccastri e gli speculatori mettono il broncio a un presidente liberal e nero, mentre parte il ricatto delle agenzie di rating (le stesse che assegnavano la tripla A anche a Lehman Brohers il giorno prima che fallisse): o Obama fa quello che avrebbe fatto Romney, o noi gli declassiamo gli Stati Uniti. Cicca cicca.

Per fortuna, ammesso che poi lo facciano, non credo che la cosa abbia grossi riverberi né sull’economia, né sulla politica USA.
Non sull’economia, perché all’attendibilità di Fitch, Standard&Poors’, Moodys oramai credono in pochi. Non sugli orientamenti di Obama, perché tanto non può più essere rieletto una terza volta, quindi ha le mani libere (è vero che avrà contro il congresso, controllato dai repubblicani, ma questo è un altro discorso e comunque era vero anche prima delle elezioni del 6 novembre).

Se qualcuno pensa ancora che Obama sia schiavo della finanza, eccolo servito. La finanza è potente, e disposta ad usare tutte le armi che ha per difendere i suoi schifosi privilegi. Ma per chi facesse il tifo, non ci sono dubbi.

mercoledì 7 novembre 2012

Siamo salvi


Evvai. Una notte da incubo, non ho dormito quasi.
Fino alle ore piccolissime sembrava prefigurarsi la possibilità che vincesse Romney: un populista evasore fiscale, pronto a cavalcare il peggio dell'America - dal razzismo alla paccottiglia reaganian-bushista in fatto d'economia - e a difendere le stronzate dei Tea Party contro i diritti civili e in definitiva contro la democrazia liberale, pur di accaparrarsi la poltrona più importante del mondo.

Abbiamo corso il rischio di avere alla Casa Bianca un cretino incompetente, un vero fantoccio in mano alle peggiori lobbies (da quella dei fabbricanti d'armi a quella dei petrolieri a quella dei finanzieri di Wall Street, proprio quei finanzieri che stanno affamando il mondo, giù giù fino a quella degli inquinatori allegri e convinti e dei guerrafondai per principio).
E vaglielo a dire ai tuttugualisti di casa nostra, che continuano a ripetere che tanto anche in USA i democratici sono di destra...

Poi verso le tre si è capito che Romney non sfondava, e sono andato a dormire.
O meglio ci ho provato. Tra un risveglio agitato e l'altro, facevo strani e tormentati pisolini in cui sognavo continuamente lo stesso incubo: l'annuncio della vittoria di Romney e le urla di gioia dei repubblicani, con quella virago di Sarah Palin che sparava colpi di fucile in aria.

Poi è venuta mattina, un bel sole mi ha svegliato filtrando dalla finestra semichiusa, mi sono alzato, ho acceso la radio, e subito ho sentito la voce di Obama che ringraziava i suoi sostenitori.
Ho capito che aveva vinto lui, e mi sono venute le lacrime agli occhi.
Per il sollievo.
Per quattro anni ancora gli integralisti, i ricconi e il KKK restano fuori dalla stanza dei bottoni.
Thanks God, it's Obama again.