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lunedì 19 agosto 2013

Nota per i gonzi che gli credono


TANTO PER NON DIMENTICARE...




Ritorno dalla montagna e vedo, girovagando qua e là, su un sito che apprezzo, quanto riporto qui sotto.

«Se non vado in politica, mi mandano in galera e mi fanno fallire per debiti».
(Silvio Berlusconi lo ripete sia ad Enzo Biagi che ad Indro Montanelli, dal 1993)

«Silvio Berlusconi è entrato in politica per difendere le sue aziende».
(Marcello Dell’Utri, 28 dicembre 1994)

«La verità è che se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera con l’accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel lodo Mondadori».
(Fedele Confalonieri, “La Repubblica”, 25 giugno 2000)

«La situazione della Fininvest con 5 mila miliardi di debiti. Franco Tatò, che all’epoca era l’amministratore delegato del gruppo, non vedeva vie d’uscita: ‘Cavaliere, dobbiamo portare i libri in tribunale’ (…) I fatti poi, per fortuna, ci hanno dato ragione e oggi posso dire che senza la decisione di scendere in campo con un suo partito, Berlusconi non avrebbe salvato la pelle e sarebbe finito come Angelo Rizzoli che, con l’inchiesta della P2, andò in carcere e perse l’azienda».
(Marcello Dell’Utri, intervistato da Antonio Galdo; l’intervista è stata pubblicata nel libro “Saranno potenti”, 2003)

«Silvio Berlusconi è entrato in politica con 5 mila miliardi di debiti e con le banche che tentavano di strozzarlo; oggi vanta 29 mila miliardi di attivo e figura tra i sette uomini più ricchi del pianeta».
(Daniele Capezzone, 30 ottobre 2005)

«Le offese quotidiane di Berlusconi mi inorgogliscono, perché vengono da chi, seduto sui suoi miliardi, non conosce né vergogna, né le esigenze vere e i bisogni degli italiani. Lui ha perso la testa oramai come uomo, come politico e anche come imprenditore, arrivando a disprezzare il lavoro di una imprenditrice che si è fatta da sola, che non ha una barca ed ha invece una sola casa con il mutuo. Solo quello che si ruba si nasconde ed è forse per quello che le sue principali abitazioni sono all’estero».
(Daniela Santanché, 10 aprile 2008)

«Come tutti i grandi imprenditori, Berlusconi non ha la purezza di San Francesco».
(Bruno Vespa a Panorama, 12 novembre 2009)

Tutte cose dette dai suoi, eh?

Come dite? Su quale sito ho visto queste cose? No, no, non su un sito di sinistra. Sono su "destradipopolo" (http://www.destradipopolo.net/).

Buone ferie.

venerdì 2 agosto 2013

Gli italiani elettori

GLI ITALIANI ELETTORI




I grillini: vengono di solito nominati come se l’elettorato di Casaleggio fosse un tutt’uno di convinta protesta antipolitica e qualunquista. Io non ne sono affatto convinto. C’è tra loro una larga minoranza di ex elettori di destra, delusi da Berlusconi e soci, ma che aderiscono entusiasticamente al messaggio di Grillo perché manda tutto in vacca e appiattisce gli onesti imbelli di sinistra con il nano corrotto di destra. Così, visto che per Grillo son tutti uguali, possono smettere di votare B. continuando a combattere il PD. E in più possono aggregarsi al carro di un altro populista, il che dalle loro parti è sempre un bel vedere.  Poi ci sono i delusi di sinistra, che possono continuare a fare le anime belle. Per loro è un’apoteosi. Finalmente c’è qualcuno che dichiara che il PD era complice del PDL, aiutati in questo da Travaglio. Ahimè sono la maggioranza dell’elettorato grillesco. A costoro sfugge che una cosa è il non essere  stati capaci di opporsi al dittatore, per insipienza, per miopia, per paura, o per semplice impossibilità politica, e un’altra è essere aspiranti dittatori. Sfugge a costoro che, se il PDS di Occhetto o l’Ulivo di Prodi o il PD di Veltroni avessero vinto le elezioni sempre, i loro governi non avrebbero mai neppure tentato le nefandezze anticostituzionali, non avrebbero mai incoraggiato i razzismi, non avrebbero mai sdoganato il fascismo, non ci avrebbero mai fatto fare le figure di merda planetarie, e l’economia non avrebbe conosciuto i rovesci, che invece sono il lascito lugubre di vent’anni di berlusconismo imperante.

I moderati: no, non parlo degli elettori di Berlusconi, che tutto sono meno che moderati. Parlo di quelli che prima votavano per B. e ora per Monti. Meglio tardi che mai, per carità. Ma danno la sensazione che hanno scoperto tardi la propria vocazione moderata e democratica. Avessero avuto davvero a cuore la Costituzione e le Istituzioni, avrebbero voltato le spalle al Mignottauro di Arcore almeno dieci anni prima. Ma l’istinto per loro è insopprimibile, sotto sotto continuano a pensare che è meglio un mafiosetto in doppiopetto, finché lo si può sostenere senza lordarsi troppo l’immagine, rispetto a un politico pulito ma di sinistra. E questi sono, in Italia, i moderati.

Gli elettori di sinistra: apriti cielo, qui le sottocategorie sono millanta. Quasi ogni due persone ci potrebbe essere un partito. Ma ragionando per gruppi ci sono quelli del PD e quelli di SEL (lasciamo stare gli altri, che ormai sono due gatti e non incidono). Quelli del PD continuano a votarlo con schifo (e li capisco, del resto io sono tra di loro). E ce ne sono di due tipi. Quelli che lo votano per l’ideale, e quelli che lo votano per resistenza a B. e a questa destra. Dei primi apprezzo l’ostinazione, ma non ne apprezzo la dose di pragmatismo: se votate gli ideali, dovreste mettere al primo posto l’idea che, se vince il PD, la democrazia non è in pericolo. Esattamente come fanno gli altri, che votano PD per antiberlusconismo. Perché se pensi all’ideale di sinistra-e-basta, tanto vale votare SEL, scusa: però poi non ti incazzare se quelli fanno cadere un governo, poniamo, sulla TAV, o sulle trentacinque ore come ha fatto Bertinotti nel ’98, quando fece cadere Prodi riconsegnando l’Italia a un Cavaliere che, incredulo, non sapeva se prendervi per il culo o ringraziarvi.
Gli elettori del PD: sono sempre meno, ma vanno ringraziati per la tenacia. Con una dirigenza così un altro partito sarebbe già scomparso dall’orizzonte. Lo si vota, di fatto, solo come argine al berlusconismo. Io stesso dico che, se fossi certo che Berlusconi, Grillo e soci non vinceranno le prossime elezioni, mi asterrei con grande gusto dal deporre la scheda. Ma sarebbe il caso che i dirigenti si dessero una mossa: non tanto e non solo per salvare il PD, quanto per evitare che l’Italia cada dal berlusconismo  nel grillismo.

I berlusconiani: anche qui ce ne sono di vari tipi. C’è quello che vota B. perché sdogana i suoi istinti peggiori: lo fa sentire legittimato a dire “dagli al negro” (o al comunista, o all’islamico), e soprattutto a chiedere la raccomandazione, a non pagare le tasse. C’è in costoro anche la rivalsa derivante da decenni di senso d’inferiorità verso chi ha studiato. E sono la parte peggiore. Poi ci sono i cattolici radicali, quelli che in nome dei “valori non negoziabili”,valori  che guarda caso hanno a che fare con tutto meno che con l’onestà e la democrazia, sarebbero disposti a rivotare Mussolini come negli anni ’20. Poi c’è una pletora di gonzi che si informa solo sui TG (alcuni TG) e quindi crede ancora che B. sia un imprenditore pulito, perseguitato dalle toghe rosse. Mi fanno un po’ pena.


“E i leghisti?”, dirà qualcuno. I leghisti, che per fortuna oramai sono frequenti come il panettone a Ferragosto, e infatti sono sempre più cattivi, non li considero nemmeno più. Con il tramonto dell’unico malfattore disponibile a tenerli in vita, sono destinati a scomparire, almeno dall’arco dei partiti in Parlamento: hanno imboccato la strada del tramonto, come i radicali, i monarchici e i neofascisti. Come i berlusconiani, non possono più contare nemmeno su connivenze e protezioni in alto loco: né in Confindustria, né in Vaticano. Amen.

La legge stavolta è uguale per tutti


condannato berlusconi

giovedì 1 agosto 2013

I HAVE A DREAM

HO UN SOGNO: VIVERE PER 
UNA VOLTA IN UN PAESE CIVILE


Ragazzi, manca poco alla sentenza,  minuti forse. 
Parlando con amici di sinistra, sento speranza e paura. Speranza che lo condannino, paura per le conseguenze: "e se il PD si spacca? E se cade il governo? E se lui se ne inventa una delle sue? E se riesce a far credere all'elettorato ancora una volta di essere innocente e perseguitato?"

Signori: a me interessa che lo condannino. 
Non perchè é Berlusconi, ma perché è colpevole. 
E in un Paese civile, tutte le altre considerazioni non devono interessare  magistrati, nemmeno quando, come in questo caso, sono sottoposti a una pressione mediatica preventiva spaventosa.

Se il PD si spacca, mi spiace per il PD. Se cade il governo, non so se mi spiace, dato che sinora non ha fatto granché. E morto un governo se ne fa un altro (alle elezioni non si credo che si vada).
Lui se ne inventerà di sicuro unna delle sue, che avrà certo come fulcro il solito messaggio in cui si atteggerà a perseguitato politico. Ma tanto lo farà comunque, anche se venisse assolto.

Quindi, che lo si condanni, e con i suoi bei tre anni di interdizione. 
La legge deve essere uguale per tutti.

lunedì 15 luglio 2013

Basta coi razzisti


VA' A CASA TUA, CHE E' MEGLIO




Lega sei alla frutta, fattene una ragione.
Che dire però di Calderoli, se non che è da secoli che affermo che la lega è razzista, e infatti è dal suo ventre che escono con regolarità rutti e rigurgiti razzisti – quando non addirittura neonazisti? Ma c’era bisogno di quest’ultima oscena pagliacciata, di questa demente uscita del porcellatore padano, per giungere a tali conclusioni’ Sono vent’anni, signore e signori, che questi analfabeti, questi violenti demagoghi, questi nazisti inconsapevoli (spero inconsapevoli almeno), ci propinano con impressionante regolarità i loro deliri antiimmigrati, antimeridionali, antiomosessuali, anticomunisti, antieuropei, anti-tutto-ciò-che-par-loro-diverso. E mi son sentito rispondere per vent'anni di non esagerare, che quelle del Bossi erano solo "provocazioni", battute. Dimenticando che anche il nazismo potè attecchire su decenni di provocazioni e battute. E tutto accadeva, in questi vent'anni in Italia, con la compiacente e a volte ghignante e compiaciuta complicità dei sedicenti “moderati”, quelli del PDL. E ahimè, con la colpevole ignavia della sinistra. C’è solo da sperare che la misura sia colma.

A proposito di sinistra, e del PD
Si è detto e scritto di tutto, al riguardo, negli ultimi anni. Credo che il paradosso della sinistra, apparentemente inesplicabile, possa essere riassunto così: in un ventennio in cui la concorrenza (leggi: la destra, il centrodestra italiano) ha dato di sé lo spettacolo peggiore che una forza politica possa dare di sé, dimostrando una incredibile incapacità di governo ma anche una stupefacente indifferenza (se non peggio) verso la Costituzione e le regole democratiche, una forza contrapposta appena normale avrebbe dovuto vincere tutte le elezioni a mani basse. 

Invece la sinistra ha solo saputo dividersi tra imbelli (incapaci persino di denunciare ad esempio il razzismo leghista), massimalisti che oggettivamente favorivano la paura dei komunisti insita nell’elettore medio (vero Bertinotti?) e anime belle, aduse a parlar forbito nei dibattiti rivolti agli intellettuali, ma senza mai farsi sentire dal popolo. 
Come mai?

“La solita, cronica divisione interna che affligge la sinistra dal congresso di Livorno in poi”, si dirà, e in parte è vero. Ma temo ci sia dell’altro. 

Temo che ci sia stata una paura folle. Una paura che indusse la classe dirigente (si fa per dire) del PDS-DS-PD a venire a patti col nemico percependolo “troppo forte”, per cui ci siamo raccontati per vent’anni che “ad attaccare Berlusconi si fa il suo gioco”, che era meglio sorvolare su ineleggibilità, conflitto d’interessi, leggi ad personam e via vomitando, per la paura di venire aggrediti e distrutti dall’enorme potere mediatico-politico-economico del Caimano che, non va dimenticato, disponeva di appoggi potentissimi, dagli USA di Bush al Vaticano ai salotti buoni della finanza italiana e - quand'era al governo - degli immancabili Servizi deviati. 
Un fondo di verità quindi c’era, e la paura aveva un suo fondamento, visti i casi Boffo e Mitrokin, per non parlare dell’intercettazione a Fassino.
Ma porca vacca, avrei voluto vedere un partito con la schiena dritta. Perché potevamo perdere uguale, come è stato per vent’anni. Ma c’è modo e modo.


PS. Ciò non toglie che ritornerei a votare PD su una gamba sola, se si votasse domani. L’alternativa è regalare il Paese ai soliti noti.

mercoledì 30 gennaio 2013

Sì bella e perduta - pensieri di un patriota di sinistra

FRATELLI D'ITALIA


Ragazzi, sarà che sto invecchiando.
Ma sta di fatto che più i capelli imbiancano e le rughe avanzano, più vedo le magagne del mio Paese, e più lo amo e mi commuovo quando sento l'Inno.
Tra l'altro, ho scoperto su You tube che gli stranieri apprezzano molto il nostro inno nazionale, mentre noi lo consideriamo - musicalmente - un po' scarsino.

Ma tantè: è il nostro, e io - che vuoi farci? - quando lo sento mi emoziono, mi commuovo.
E credo anche di sapere perché.

Maggio-giugno 1976, Friuli: brigata Julia, ottavo reggimento, seconda compagnia.
Una sera, qualche settimana dopo il terremoto di Gemona, eravamo in tendopoli e si era organizzata una festa per risollevare il morale ai profughi.

Canti popolari, scenette, lazzi, balli.
Alla fine, prima del silenzio, l'inno nazionale.
Completo, mica le due strofette che cantano i calciatori.

E allora una magia -sarà che non avevo vent'annni...
Ma me la ricordo ancora.

Pompieri, scout, soldati, alpini, senzatetto e profughi, feriti e sani, soldati americani che venivano dalla base Nato più vicina, crocerossine, infermieri, volontari, medici, preti,...
Tutti quanti in piedi, sotto le stelle, alla brezza di maggio, napoletani e milanesi, valdostani e "furlàn", romani e siculi, comunisti e democristiani, ci stringemmo attorno alla bandiera, cantando "l'italia s'è desta".
E non c'era bisogno d'altre parole, la bandiera e la Costituzione non avevano bisogno d'altro.

Fratelli, non sempre dello stesso parere, ma fratelli nella ricostruzione e nel soccorso.
E mentre vedevo, sull'attenti, l'ammmainabandiera, quella notte pensavo a mio nonno prigioniero degli Austriaci nel '15-'18, e pensavo a mio padre partigiano...

E sotto il mio cappello d'alpino, sotto i caschi dei pompieri, sotto la croce rossa cucita sui camici, sotto il cappello da bersagliere o l'elmetto da fante, sotto i miseri vestiti che il terremotato friulano aveva ricevuto in dono da Napoli o da Roma, batteva  la stessa emozione.

Poi è arrivato Bossi, e Berlusconi ha sdoganato i fascisti.
Ricordiamocelo, il 24 e 25 febbraio.

Auguri, Italia.