Visualizzazioni totali

giovedì 28 ottobre 2010

Dal PDL scappano tutti: era un partito, ora è un bunga bunga per vecchietti pedofili





Tra un po’ a Berlusconi dentro casa rimarranno solo Bondi e Cicchitto: stanno defilandosi tutti in attesa di andarsene verso i Finiani o verso altri lidi. Non ne possono più di un partito latrina dove la prima mignotta che passa diventa ministro ed il primo ricattatore ed estorsore  riceve favori che altri soldatini leali nel tempo non hanno mai neanche intravisto.
Vediamo qualche nome.
In Sardegna è da tempo che c'é la fuga dal Pdl: boom dei finiani tra gli amministratori locali ed è in partenza il senatore  Massidda
Alessio BoncianiRoberto RossoDaniele TotoGiancarlo Mazzuca. Sono questi i quattro nomi di deputati del Popolo della Libertà che indiscrezioni vogliono vicini all’approdo nel gruppo
Se ne va anche Biondi vecchio liberale e tra i fondatori di Forza Italia: vi ricordate Martino, Pera Urbani? Spariti messi da parte o  allontanatisi per la vergogna di vedere la rivoluzione liberale annunciata divenire una latrina . Lo stesso Jannuzzi, grande giornalista è sparito.
Se ne sta andando Santo Versace, in sicilia il pdl non essite piu’ da tempo, in Toscana c’e’ stata la rivolta contro Verdini capitanata dalla Bergamini, ex fedelissima del nano, e gli stessi cinque parlamentari hanno rilasciato una dichiarazione emblematica sul loro futuro: “Quando uno si trova danti a un muro e non gli viene consentito di fare e dire nulla, può anche cadere preda delle sirene”.In tutta Italia sono già 2500 gli amministratori locali finiani , molti anche dalla Lombardia e dal Piemonte.
A Milano stanno soffiando al nano , oltre il presidente del consiglio comunale anche Gabriele Albertini per metterlo contro la Moratti. Dietro l’operazione per Albertini ci sarebbe Fini ed anche Cacciari con un progetto centrista per il nord, appoggiato da D’Alema.
In Sicilia il nuovo movimento di Miccichè contro Schifani ed Alfano sarà appoggiato dalla Carfagna, che appoggia Caldoro contro Cosentino in Campania
Mentre tutti scappano, il vecchio depravato e le guerdiae dl corpo più strette si chiudono nel castlello.
Un immagine che ricorda il film di Pasolini Salo’ e le 120 giornate di sodoma , questa volta in versione  geiatrica
Con i vecchi gerarchi in preda agli ultimi atti di violenza sessuale contri giovani e bambine, rinchiusi in una villa  mentre s’odono i colpi di mitra e arrivavano i partigiani e gli americani. Insomma la ridotta della Valtellina, la fine del sogno berlusconico risolto in un incubo.
E come sempre quando si è vicini ala caduta spuntano come funghi una pletora di scandali : ultime richieste di mignotte navigate e ragazzine in vendita, scudi umani che si immolano per il loro duce e ricattatori di ogni risma, in un coacervo di gossip misto a  veri reati e comportamenti immorali,  pedinamenti di servizi segreti piu’ che deviati, urla strepiti ed ultime porcate.
Ultima è questa storiaccia della minorenne marocchina , vere o false che siano tutte le circostanze raccontate agli inquirenti …Ma certamente nelle ultime settimane del nano ne spunteranno altre. Del resto lui è fattt così , ha aiutato tanta gente esponendosi ai ricatti ed in cambio voleva solo un po’ di bunga bunga, per se’ per Fede e per qualche altro vecchio depravato che sta con lui.
E pensare che la prima volta che ho sentito questo termine mi è venuta in testa si trattasse di cocaina, invece è la classica situazione che nei tempi andati si chiamava semplicemente ammucchiata
Ed ora una nota veramente personale sulla scorta dei carabinieri per fare il Bunga Bunga
Racconta Ruby, la ragazza marocchina amica del trio Berlusconi-Mora-Fede, che una  sera Emilio Fede  la venne a èprendere su un’auto blu e che popi furono  scortati da una gazzella dei carabinieri  per raggikungere Arcore.
E lì si sarebbero dedicati al Bunga Bunga.
Le indagini ci diranno se è tutto vero. Nei racconti di questa Ruby ci sono contraddizioni, ma anche parecchi riscontri.
Comunque a me salta la mosca al naso per altri motivi. Mi spiego meglio.
Se la tipa non era minorenne e non gli hanno pagato prestazioni sessuali tutto bene, altrimenti scattano gli articoli del codice sulla violenza sessuale ed il favoreggiamento alla prostituzione. Per il resto non sono scandalizzato, per chi detiene il potere politico tutto ciò è piuttosto normale.
Mi incazzo invece per quei carabinieri che magari hanno scelto l’Arma per aiutare il loro Paese e invece sarebbero costretti a  portare ragazze alla Villa del Premier?
Che cosa deve pensare uno come me ma anche un cittadino che non si occupa di certe cose  e magari rischia la vita e non ha scorta, sapendo che ci sono mezzi della pubblica sicurezza per portare minorenni ad Arcore?
Che cosa dovrebbe dire un cittadino che chiama il 112 perché ha i ladri in casa e si sente rispondere che non ci sono auto? Che cosa dovrebbe dire sapendo che una delle poche gazzelle disponibili invece di prestare servizio per le strade sarebbe stata adibita alla scorta di una cubista che andava a fare il Bunga Bunga da Berlusconi?
Chiaramente in tutto ciò i carabinieri sono incolpevoli, ma si innalza il livello di schifo e di odio contro questi maledetti e chi li ha votati e specialmente contiunua ad appoggiarli.
Perchè il potere politico è stato sempre così, ma il livello di sfacciataggine e di porcate di costoro è irraggiungibile!!
Lorenzo 68

lunedì 25 ottobre 2010

Prove tecniche di sinistra in movimento... ovvero "anche l'operaio vuole il figlio dottore"


Lo dico con chiarezza a me stessa ed a tutti coloro che sono interessati. C’é un momento per le analisi, poi viene la sintesi. Sono anni che stiamo aspettando una breccia, anche solo un piccolo pertugio per far rinascere la sinistra come opposizione politica, per riannodare i fili con la società e con le persone vere ed in carne ed ossa.
Fino ad ora è stato l’antiberlusconismo come fenomeno civico, costituzionale a farla da padrone nell’opposizione. E siccome il senso civico nel nostro paese è debole, poco strutturato, quasi residuale siamo stati costrettii a subire scenari di palazzo e lotte di potere, tutt’ora in corso. Mi riferisco a Fini  , Montezemolo e cose simili. Rispetto a queste soluzioni la sinistra si è posta in un ruolo distaccato e subalterno, alla finestra guardando gli altri protagonisti muoversi.
O magari qualcuno dei peggiori fra costoro plaudendo al nuovo uomo forte legato a Confindustria, come se per i lavoratori fosse meglio avere uno di costoro a governare sul serio, piuttosto che il pagliaccio a far finta di comandare…
Lo stesso fenomeno viola non si occupa delle reali contraddizioni sociali ed economiche ma si muove nel solco dell’approccio civico di cui sopra, insufficiente.
Ma ora c’é una novità  che viene dal mondo del lavoro, il quale sotto attacco in maniera formidabile e quasi terminale , non si piega, alza la testa e crea nuove condizioni politiche. E spinge inequivocailmente verso un grande sciopero generale.
Ancora una volta, come già nel 94-95, tocca alla Cgil il ruolo improprio di organizzare e porsi alla testa del popolo di opposizione. E, come allora, sarà questa spinta dal basso a mandare a casa Berlusconi e i suoi scherani. Malgrado le incertezze e gli inciuci del Pd.
La spallata che i sindacati diedero allora al governo Berlusconi contro il suo progetto di riforma previdenziale ancora  fa male alla destra, basta leggere le cronache dell’epoca http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/03/berlusconi-al-sindacato-uniti-contro-il.html ed i suoi tentativi successivi, peraltro in parte riusciti, di dividere il sindacato e renderlo in gran parte mansueto e disponibile.
Berlusconi quindi conosce bene la forza della piazza e del malcontento sociale e la teme ( Maroni ha infatti tentato di esorcizzarne l’efficacia e provocarne le tensioni) ma quelli che paiono temerla ancor di più del nano di Arcore sono coloro che dovrebbero essere alla testa dell’opposizione. Mi riferisco ai dirigenti del PD.
Questa finta opposizione del PD, che tremebonda, conduce la propria vita politica nell’ombra dei se e dei ma, condizionata da una classe dirigente inetta e complice del berlusconismo.
Come tanti anni fa furono i movimenti a scuotere l’elefantiaco corpaccione del PCI, a permettere alla sua base di trascinarlo a calci nel sedere verso le ( poche ) conquiste di civiltà e di diritto avute nel nostro paese, così oggi  occorre riprendere a calci nel sedere ciò che rimane del PCI, ovvero il PD suo erede e d indurlo ad appoggiare la FIOM , sì da ricreare le condizioni per una opposizione politica e di classe.
Per qualcuno poco avvezzo che equivocasse ( forse mediolungo? ), con il termine classe non mi riferisco allo stile, ma alla classe in senso marxiano del termine.
La lotta di classe esiste ancora: la conducono i padroni contro i nuovi schiavi
Il 16 ottobre è stato la   rispos­ta all’attacco ai diritti consolidati dei lavo­ratori che ha raggiunto il suo apice a Pomigliano, dove Marchionne e la Fiat hanno deciso di rimettere in chiaro che loro sono i padroni e, dunque, i lavoratori sono servi. Occorre prendere consapevolezza di ciò ed organizzarsi di conseguenza. Non continuare a balbettare tenendo conto un pò degli interessi degli operai, ma anche dei padroni come Marchionne!
Anche perchè, come è stato già rilevato, la breccia di Pomigliano serve per far cadere tutto subito dopo. Vedi la disdetta del contrastto nazionale fatta dalla Federmeccanioca.E’ la crepa che apre la voragine.
Occorre chiuderla subito, immediatamente e con forza.
L’opposizione sociale e politica
A Roma c’era l’Italia dei diritti negati, non solo i metalmelmeccanici della Fiom: c’erano donne e uomini, ragazze e ragazzi, operai e pensionati, impiegati e disoccupati, precari e studenti, insegnanti e immigrati.
E questi ultimi non erano certo i temibili stranieri annunciati dal ministro dell’Interno, il leghista Roberto Maroni, «infiltrati» tra i manifestanti e pronti a creare disordini e violenze. No, né black bloc né fanatici islamici di Al Quaeda, solo cittadini stranieri che rivendicavano diritti. Pacificamente. Non c’è riuscito, Maroni, con la sua in­timidazione, a tenere a casa le persone ed a far esplodere le tensioni. Abbiamo respinto le sue intimidazioni, la sua meschina strategia della tensione.
E che il suo fosse solo un tentativo di inti­midire le masse è risultato subito evidente dalla rilassatezza di tutte le forze dell’ordine comandate a vigilare sulla sicu­rezza del corteo: non c’era nessuno in tenu­ta antisommossa, nè il numero ed altri atteggiamenti sono sembrati spropositati.
È stata una manifestazione enorma nella quantità ( per un corteo dei metalmeccanici così partecipato occorre tornare agli anni ’70, ma in questo caso si tratta della FIOM da sola) e nella qualità, perchè in questo frangente è stato chiaro a tutti che il popolo della sinistra si è rimesso in moto, in modo pacifico e determinato.
E lo ha dimostrato. Dando sostanza ed urgenza alle analisi dei soggetti che si muovono a sinistra, dettandogli l’agenda e provocandone le reazioni ( vedi Vendola al suo congresso di ieri ).
Ma anche conferendo così un maggiore peso specifico alle pro­prie rivendicazioni nei confronti del Gov­erno e di Confindustria: democrazia, diritti, dignità, lavoro, contratto erano le parole d’ordine degli operai, ma accanto a queste, fra queste, c’erano anche le richieste che arrivano dal mondo della scuola e dell’università, cioè delle istituzioni che dovrebbero formare i cittadini e le future classi dirigenti ma che, invece, sono state trasformate in potenziali “fabbriche” d’ignoranza di massa, in ossequio al prin­cipio enunciato in tv, durante la campagna elettorale del 2006, da Berlusconi durante l’unico faccia a faccia con Prodi: «Voi siete convinti che il figlio dell’operaio debba avere le stesse opportunità del figlio del professionista».
Insomma l’operaio vuole il figlio dottore, non c’è più morale, Contessa, cantava a tal proposito un sarcastico Paolo Pietrangeli nel lontano 1966.
SU FACEBOOK VERSO LO SCIOPERO GENERALE: DOPO IL 16 OTTOBRE CI VUOLE LO SCIOPERO GENERALE. BASTA CHIACCHIERE. BLOCCHIAMO IL PAESE. PER I DIRITTI, PER IL LAVORO, PER LA DEMOCRAZIA.
Rosellina970