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sabato 10 marzo 2012

Un odore strano

IL PROCESSO DELL'UTRI AL MACERO


Il fatto: la Corte di Cassazione ha dichiarato nullo il processo d'appello, nel quale l'imputato Dell'Utri Marcello era stato condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo andrà rifatto, ma la prescrizione scadrà nel 2014. Le probabilità che non si giunga quindi al solito proscioglimento per prescrizione sono  praticamente nulle. 

Cosa non sorprende: In punto di diritto, la Suprema Corte non ha fatto che accogliere la richiesta dell'accusa nella persona del pg Iacoviello, secondo il quale in secondo grado non è stata considerato a dovere che  i ripetuti, continuati e comprovati contatti con boss mafiosi - da Vittorio Mangano a Gaetano Grado, Mimmo Teresi a Antonio Virgilio, da Salvatore Enea a Jimmy Fauci a Francesco Paolo Alamia non sono reati in sé (prendere un caffè, o essere invitati a cena da loro non sono comportamenti sanzionati dal Codice Penale). Ci volevano le prove che in quei nobili consessi si parlasse di mafia, favori, appalti, droga, appoggi politici, e non so che altro. E purtroppo la mafia non è adusa verbalizzare le sue riunioni né tantomeno porre tali verbali a disposizione degli inquirenti. Ora, l'espressione "concorso esterno in associazione mafiosa" indica "una forma di manifestazione del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, previsto e punito dall'art. 416-bis del codice penale italiano. Il manifestarsi del concorso esterno si realizza con l'apporto di un contributo effettivo al perseguimento degli scopi illeciti di un'associazione di tipo mafioso senza però prender parte al sodalizio mafioso. (...) " (Wikipedia) 
Quindi, non disponendo di prove certe, si è ritenuto che in appello si sia omesso di far valere la presunzione di innocenza ai fini penali, e di conseguenza il processo - dice la Corte di Cassazione - andrà rifatto. 
In punto di diritto, si può condividere o meno, ma è oggettivamente una tesi che si può sostenere. 

Cosa sorprende (e puzza un po'): Sorprende che il processo sia stato assegnato al giudice Aldo Grassi, noto alle cronache per il suo legame con il famigerato giudice Corrado Carnevale, detto "ammazzasentenze". Sorprende che sia stata l'accusa, nella persona di Iacoviello, a sostenere una tesi sostenibile - ma che fa solo gli interessi della difesa - con toni che sanno più di arringa che di requisitoria, spingendosi fino a criticare l'esistenza stessa della fattispecie di reato, asserendo che al reato di concorso esterno in associazione mafiosa "oggi non crede più nessuno". 
Puzza un po' che tutto questo avvenga quasi contemporaneamente al proscioglimento di Berlusconi nel processo Mills, dove  la sentenza, guarda caso, è giunta con una settimana di ritardo rispetto alla scadenza della prescrizione. Puzza che tutto questo avvenga dopo i molti segnali che Berlusconi ha mandato al governo. Puzza che il trattamento verso Dell'Utri sia improvvisamente cambiato proprio adesso che B. non è più al potere.


Detto questo: Ora ricominceranno a starnazzare sull'innocenza, anzi la santità di Dell'Utri, sulla persecuzione di lui e di Berlusconi, adducendo anzi come prova proprio l'arringa (perché non si può parlare di requisitoria) dell'accusa. Fingendo di non sapere che la Cassazione può pronunciarsi solo sulla correttezza dei gradi precedenti del processo, e non sul merito (i.e. sulla valutazione delle prove e della loro gravità).


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