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martedì 31 luglio 2007

Senza titolo


ECCO PERCHE’ NON VOTEREMO  PRESTO PER LE POLITICHE

Fatto numero unoLa Stampa (cioè FIAT, cioè Confindustria) sta sempre più criticando Berlusconi.

Fatto numero due: persino Gianfranco Fini, visto che il suo appiattimento sul Cav. gli sta costando la perdita di pezzi del suo partito (e quindi vede vacillare la propria leadership) comincia a dire che la linea strategica del nanetto è sbagliata. Anzi, comincia a vagheggiare manifestazioni di piazza targate AN (e basta, senza il resto della defunta cidielle).

Fatto numero tre: nonostante tutti i tentativi, Cesa & Pierferdy si guardano bene dal rientrare all’ovile della cidielle, anzi non perdono occasione per prenderne le distanze e – se è necessario e fattibile per loro – venire in soccorso della maggioranza in Senato

Fatto numero quattro: il Gran Fanfaluchiere di Arcore continua a sbracciarsi come un dannato, a far comizi con claques ululanti in ogni dove, a ribadire che la maggioranza è illegittima e stalinista, come fosse già in campagna elettorale, ma dei suoi non lo segue nessuno.

Fatto numero cinque: la sinistra estrema fa come sempre la sinistra estrema, pone ricatti ad ogni minuto, ma dopo aver fatto dimettere (inutilmente) Prodi a gennaio s’è presa un bello spavento e al di là del continuo abbaiare, non morde, probabilmente mèmore della vaccata di ottobre ’98.

Conclusioni: La cidielle non esiste più, per un motivo semplicissimo. Finché Berlusconi poteva far credere ai suoi di esser l’unico in grado di condurli stabilmente alla greppia del potere, a patto di stare uniti (altrimenti perdono nonostante abbiano la maggioranza, vedi ’96), tutti i suoi alleati erano proni ai suoi ordini. E disponibili a subire qualsiasi ricatto dai pagliacci verdevestiti. Ora hanno capito (da oltre un anno) che non è più così, che il Berlusca è decotto e non riesce più a vincere nemmeno con le carte truccate della porcata calderoliana. E lo scaricano, ma non sanno come fare, per cui tirano a logorarlo. Ma hanno bisogno di tempo, magari addirittura di far finire questa legislatura. E questo perché sono nient'affatto convinti di vincere - e magari pensano con orrore a rivincere con "lui" come leader...) Lui lo ha capito, e si agita un po’ per nervosismo, un po’ per tirarsi su con i sondaggi (quali? I suoi? Quelli in cui Forza Italia è sempre tra il 30 e il 35%?). Ma non credo gli servirà a molto, solo a prolungare la sua agonia politica. Purtroppo per la destra, per la sinistra che è malata di berlusconismo, e per noi tutti come Italiani, probabilmente non sarà breve.

Democristacci


C'entrano sempre!


Val la pena di dare un’occhiata ai precedenti dell’onorevole Cosimo Mele, assurto in questi giorni ai clamori della cronaca per l’arcinota storia di squillo e coca; a giudicare dai suoi trascorsi il nostro [divorziato: due figli di primo letto e due dalla seconda moglie] non sembrerebbe un modello di virtù cristiane. Lello Parise, sulla "Repubblica" di oggi lo definisce "tutto politica e sregolatezza".

Finito in gattabuia nel 1999, andava a giocare al casinò con i quattrini ["centinaia di milioni"] raggranellati con le tangenti estorte dedicandosi con passione ad appalti pubblici ed assunzioni. Arrestato e processato con l’accusa di concussione e corruzione, nel 2000 l’ex democristiano tenta di riciclarsi bussando alle porte di An; ottenuto un secco rifiuto, trova rifugio tra le accoglienti braccia dell’Udc, dove sono di bocca buona.

Le sue ultime parole famose? Quelle pronunciate qualche anno fa, a proposito dell’arresto di Andrea Silvestri, suo compagno di partito: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini". Questione di punti di vista.
Lu Mimmo, come Mele viene confidenzialmente chiamato dai suoi concittadini ed elettori, è, del resto, in ottima compagnia.

Qualcuno ricorda la dichiarazione di Pierferdy Casini all’Espresso di qualche tempo fa? "Non candiderò nessun indagato, tranne Cuffaro". Non è andata esattamente così. All’inossidabile Totò bisogna aggiungere l'ex vicepresidente della Regione Molise, Aldo Patriciello, indagato dal 2004 per una frode negli appalti; il sottosegretario Teresio Delfino, candidato in Piemonte nonostante un avviso di garanzia nell'inchiesta sui fondi dell'Enoteca d'Italia. In Sicilia, spicca il nome di Saverio Romano, sottosegretario al Welfare, inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e referente della cosca di Villabate, secondo le dichiarazioni del pentito Francesco Campanella.

Rientra in gioco Calogero Mannino e viene candidato anche il sottosegretario Giuseppe Drago, condannato a 3 anni e 3 mesi per peculato e abuso. Nel 1998, quando era presidente della Regione Sicilia prelevò 230 milioni di lire dai fondi riservati del governatore, dichiarando successivamente di averli spesi in beneficenza. Nella lista del Senato è comparso al quarto posto in Veneto Settimio Gottardo, l'ex sindaco di Padova che ha patteggiato una pena di 17 mesi per l'accusa di corruzione per una tangente sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia. Il deputato veronese Annamaria Leone ne chiese la sospensione "per gravi violazioni dei doveri morali". Non è stata ricandidata. E si è dimessa dal partito guidato dal segretario Lorenzo Cesa, arrestato nel 1993. Cesa ammise di aver ricevuto centinaia di milioni per gli appalti Anas, fu condannato nel 2001 a 3 anni e 3 mesi per corruzione ma la Corte d'appello di Roma annullò la sentenza perché lo stesso magistrato aveva svolto prima la funzione di pm e poi di giudice. In seguito i reati sono caduti in prescrizione.Queste (ed altre) informazioni riguardanti le disavventure giudiziarie dei candidati Udc sono tratte dal libro "Onorevoli Wanted" di Peter Gomez e Marco Travaglio; una lettura assai istruttiva.

(Postato dalla coblogger "Beatasolitudine")

lunedì 30 luglio 2007

No comment


DEMAGOGIA COMPARATA

“Spezzeremo le reni alla Grecia.”

DUCE
Programma indecente, realizzato in modo indecente. Faceva meglio a tacere e a non far nulla.


“Soluzione finale per gli ebrei”

hitler
Programma osceno, QUASI perfettamente realizzato. Si fosse limitato alla demagogia, senza agire, sarebbe stato moooooolto meglio.



“Puniremo i fannulloni”

PS
Smettetela di dirlo, e fatelo.

Senza titolo


Riflessioni
del mio cervello sinistro su un interessante articolo de La Stampa.
Ai lettori il parere...(a seguire, quelle del cervello destro)

”Se non intervengono grosse novità”, scrive La Stampa, “ il centrosinistra ha davanti a sé solo due strade: perdere le elezioni perché si ripresenta con la sinistra estrema, e perderle perché non si ripresenta con la sinistra estrema. (…)Vista da destra la situazione è rosea”, prosegue La Stampa:”allo stato presente dei rapporti di forza e stante l’attuale legge elettorale il centro-destra vincerebbe comunque le elezioni, qualsiasi cosa facciano Casini e i suoi (se l’Udc si alleasse con il Partito Democratico contro il resto della Casa delle Libertà, molti dei suoi elettori non seguirebbero il partito).”
Personalmente, non ne sono convinto.Una cosa è fare i sondaggi a freddo, una cosa è pensare di riavere B. a Palazzo Chigi e Tremonti al Tesoro, per davvero. Il CSX nei sondaggi, solo perché si è candidato Veltroni, è passato da -18% a -3%. Mica cazzi.

“C’è un problema, però. Anche ammettendo che Berlusconi, insieme a molte leggi di parte, abbia fatto alcune ragionevoli riforme (cosa di cui, lentamente, ci si comincia ad accorgere persino a sinistra), resta il fatto che al termine del suo quinquennio il suo stesso elettorato era profondamente deluso, e anche gli osservatori più vicini al centro-destra rimproveravano al suo governo di aver fatto molto di meno di quel che era necessario (oltreché possibile, stante la sua amplissima maggioranza parlamentare).”
Nemmeno di questo sono convintissimo. Anche se la propaganda di B. sta facendo breccia, i dati son dati. Se volete li pubblico. Ma comunque è difficile convincere le persone che con B. al potere stavano meglio…

“Certo si possono avere le opinioni più disparate su Prodi e Berlusconi, e si può pure pensare che sia impossibile far peggio di Prodi.” (sublime, l’insinuazione apparentemente distaccata del giornalista; poi dicono che La Stampa è di sinistra: è della FIAT, accidenti!)

“E tuttavia è difficile, anche con il massimo di benevolenza per le riforme passate del centro-destra, pensare che il mero ritorno di Berlusconi al potere permetta quel cambio di passo nel cammino delle riforme di cui l’Italia ha disperatamente bisogno da quindici anni.”
Ah, ecco, lo ammettono anche loro, a denti stretti…

”È questo, e non la debolezza del governo Prodi, il vero problema politico dell’Italia. L’Unione sta dimostrando, per chi si fosse illuso del contrario, di non essere in grado di modernizzare l’Italia.” Grazie: le hanno sabotato la maggioranza  già labile di per sé, con la porcata di Calderoli,al Senato…

“Ma la Casa delle Libertà aveva già fornito la sua dimostrazione negativa nel quinquennio precedente. Difficile immaginare che quel che non le riuscì allora le possa riuscire adesso. Credo che la maggior parte dei cittadini non intossicati di politica abbiano perfettamente chiaro il rebus italiano, e siano sempre più scettici e disincantati innanzitutto perché ne avvertono la insolubilità. Con questi attori in campo, con queste regole del gioco, con questa cultura politica, non se ne uscirà mai.”
Eh, qui hanno ragione, temo…

”Ma esistono alternative? Personalmente penso di no, almeno nel breve periodo. Perché qualcosa di sostanziale cambiasse effettivamente nello stanco gioco della politica italiana sarebbero necessarie almeno tre condizioni, che al momento non paiono a portata di mano.” Sentiamo.

“La prima è che i due parafulmini, Prodi e Berlusconi, facessero un passo indietro lasciando a leader più giovani - ma soprattutto meno segnati dall’odio - di condurre le danze della politica.”
Sì, figurati. Finché il nanetto di Arcore avrà fiato in corpo, mai si accomoderà in esilio dorato ad Hammamet e ditorni.

“La seconda condizione è la nascita di quello che si potrebbe chiamare il «partito del merito»: una forza politica radicalmente riformista e modernizzatrice, non pregiudizialmente schierata con la destra o con la sinistra, ma abbastanza forte in Parlamento da risultare necessaria per formare un governo.”

“La terza condizione è più difficile da definire, ma è forse la più importante: sarebbe utile ripensare la storia di questi quindici anni, la storia della seconda Repubblica, anche come una storia comune, in cui i riformisti di entrambi gli schieramenti sono stati ostaggio delle rispettive ali conservatrici (non necessariamente radicali, o estremiste o massimaliste: talora sono proprio i cosiddetti moderati che bloccano le riforme).”
Interessante, val la pena pensarci su. Sull’argomento, essendo culturale, Berlusconi non metterebbe becco. Salvo per citare Romolo e Remolo, come disse qualche anno fa in uno sfoggio di cultura.

”Se quest’opera di ripensamento venisse compiuta con lucidità e spregiudicatezza, probabilmente alla fine ci accorgeremmo che, in molti campi, la destra e la sinistra si assomigliano molto di più di quanto siamo disposti a credere, e che quei campi sono precisamente quelli che bloccano le riforme: in entrambe - destra e sinistra - è fortissimo il partito della spesa, per entrambe il merito conta pochissimo, per entrambe la manutenzione del consenso delle famiglie viene prima della crescita delle imprese (chi non ne fosse convinto confronti, in un anno qualsiasi della seconda Repubblica, l’aliquota fiscale che grava sulle imprese italiane con quella degli altri Paesi europei).”
Ecco che salta fuori La Stampa della FIAT: Riforme per loro vuol dire aiuti alle imprese. Una sorta di assistenzialismo all’incontrario. Ebbasta, dai!

”Una storia economico-sociale comune aiuterebbe anche a porre su basi solide il dialogo fra i due poli. E’ ingenuo invitare ad «abbassare i toni», o a un maggiore garbo istituzionale, se poi le analisi della storia e della società italiana continuano ad essere inquinate dalla faziosità e dall’odio.”
Giusto. Cominciate col dire che i morti son morti e si rispettano, ma nel ’45 ci fu chi lasciò le penne per la democrazia, e chi ce le lasciò per fedeltà a Hitler.

“Forse non vedremo mai niente di veramente diverso, ma se mai cambierà qualcosa sarà quando sentiremo parlare in un modo diverso delle riforme altrui, siano esse la legge Biagi o le liberalizzazioni di Bersani, la riforma pensionistica di Maroni o la lotta all’evasione di Visco.”
Qualunquismo puro. L’inutile (non dannosa, per carità, ma inutile) legge cosiddetta Biagi, accostata alle liberalizzazioni; la riforma di Maroni, accanto alla lotta all’evasione. Tutto fa brodo.

“Fino a quel giorno, è inutile illudersi, lo spettacolo resterà quello di questi anni: la destra ostacolerà le riforme della sinistra qualsiasi cosa contengano, e la sinistra farà lo stesso con quelle della destra.”
Insomma, smettetela di litigare e aiutate le imprese.
 

Senza titolo


Riflessioni
del mio cervello destro su un interessante articolo de La Stampa.
Ai lettori il parere...(ho appena scritto quelle del cervello sinistro)

”Se non intervengono grosse novità”, scrive La Stampa, “ il centrosinistra ha davanti a sé solo due strade: perdere le elezioni perché si ripresenta con la sinistra estrema, e perderle perché non si ripresenta con la sinistra estrema. (…) Vista da destra la situazione è rosea”, prosegue La Stampa:”allo stato presente dei rapporti di forza e stante l’attuale legge elettorale il centro-destra vincerebbe comunque le elezioni, qualsiasi cosa facciano Casini e i suoi (se l’Udc si alleasse con il Partito Democratico contro il resto della Casa delle Libertà, molti dei suoi elettori non seguirebbero il partito).”
Eh. non ha torto. FIno a che la sinistra non si convince che lo sviluppo e la sicurezza non sono (in sé) concetti reazionari, non vincerà mai le elezioni.

“C’è un problema, però. Anche ammettendo che Berlusconi, insieme a molte leggi di parte, abbia fatto alcune ragionevoli riforme (cosa di cui, lentamente, ci si comincia ad accorgere persino a sinistra), resta il fatto che al termine del suo quinquennio il suo stesso elettorato era profondamente deluso, e anche gli osservatori più vicini al centro-destra rimproveravano al suo governo di aver fatto molto di meno di quel che era necessario (oltreché possibile, stante la sua amplissima maggioranza parlamentare).”
Sacrosanto, B. è i cancro dei valori di destra, ma ha un tale volume di fuoco, che il popolo bue si beve di tutto. Poi è vero che ha fatto la patente a punti (bellissimo) e la legge antifumo (bellissima), e che non è tutta colpa di Tremonti lo sfascio dell'economia. Certo che mi aspettavo di più, eh.

“Certo si possono avere le opinioni più disparate su Prodi e Berlusconi, e si può pure pensare che sia impossibile far peggio di Prodi.” Boh, c'è poi tale differenza?

“E tuttavia è difficile, anche con il massimo di benevolenza per le riforme passate del centro-destra, pensare che il mero ritorno di Berlusconi al potere permetta quel cambio di passo nel cammino delle riforme di cui l’Italia ha disperatamente bisogno da quindici anni.”
Beh, c'è poi tutta questa differenza, tra destra e sinistra?

”È questo, e non la debolezza del governo Prodi, il vero problema politico dell’Italia. L’Unione sta dimostrando, per chi si fosse illuso del contrario, di non essere in grado di modernizzare l’Italia.” Grazie: lo si diceva sin dalla campagna elettorale, che erano un'armata Brancaleone...

“Ma la Casa delle Libertà aveva già fornito la sua dimostrazione negativa nel quinquennio precedente. Difficile immaginare che quel che non le riuscì allora le possa riuscire adesso. Credo che la maggior parte dei cittadini non intossicati di politica abbiano perfettamente chiaro il rebus italiano, e siano sempre più scettici e disincantati innanzitutto perché ne avvertono la insolubilità. Con questi attori in campo, con queste regole del gioco, con questa cultura politica, non se ne uscirà mai.”
Eh, qui hanno ragione, temo…

”Ma esistono alternative? Personalmente penso di no, almeno nel breve periodo. Perché qualcosa di sostanziale cambiasse effettivamente nello stanco gioco della politica italiana sarebbero necessarie almeno tre condizioni, che al momento non paiono a portata di mano.” Sentiamo.

“La prima è che i due parafulmini, Prodi e Berlusconi, facessero un passo indietro lasciando a leader più giovani - ma soprattutto meno segnati dall’odio - di condurre le danze della politica.”
Sì, figurati. Finché il nanetto di Arcore avrà fiato in corpo, mai si accomoderà in esilio dorato ad Hammamet e ditorni.E agli ideali della destra, chi ci penserà? Mah!

“La seconda condizione è la nascita di quello che si potrebbe chiamare il «partito del merito»: una forza politica radicalmente riformista e modernizzatrice, non pregiudizialmente schierata con la destra o con la sinistra, ma abbastanza forte in Parlamento da risultare necessaria per formare un governo.”
Ma che, scherzate? Il merito a sinistra? Oddio, se penso a Previti, non è che a destra siamo messi meglio...

“La terza condizione è più difficile da definire, ma è forse la più importante: sarebbe utile ripensare la storia di questi quindici anni, la storia della seconda Repubblica, anche come una storia comune, in cui i riformisti di entrambi gli schieramenti sono stati ostaggio delle rispettive ali conservatrici (non necessariamente radicali, o estremiste o massimaliste: talora sono proprio i cosiddetti moderati che bloccano le riforme).”
Interessante, val la pena pensarci su. Ci vorrebbe una bella legge di sbarramento. Ma poi chi glielo dice, a Umberto?

”Se quest’opera di ripensamento venisse compiuta con lucidità e spregiudicatezza, probabilmente alla fine ci accorgeremmo che, in molti campi, la destra e la sinistra si assomigliano molto di più di quanto siamo disposti a credere, e che quei campi sono precisamente quelli che bloccano le riforme: in entrambe - destra e sinistra - è fortissimo il partito della spesa, per entrambe il merito conta pochissimo, per entrambe la manutenzione del consenso delle famiglie viene prima della crescita delle imprese (chi non ne fosse convinto confronti, in un anno qualsiasi della seconda Repubblica, l’aliquota fiscale che grava sulle imprese italiane con quella degli altri Paesi europei).”
Ecco che salta fuori La Stampa sindacale: i valori di destra sono ostaggio della sinistra. Ma dai!

”Una storia economico-sociale comune aiuterebbe anche a porre su basi solide il dialogo fra i due poli. E’ ingenuo invitare ad «abbassare i toni», o a un maggiore garbo istituzionale, se poi le analisi della storia e della società italiana continuano ad essere inquinate dalla faziosità e dall’odio.”
Giusto. Cominciate col dire che i morti son morti e si rispettano, ma nel ’45 ci fu chi lasciò le penne per l'onore patriottico, e chi lo fece per insegnare ai poveri a rialzare la testa. Che schifo!.

“Forse non vedremo mai niente di veramente diverso, ma se mai cambierà qualcosa sarà quando sentiremo parlare in un modo diverso delle riforme altrui, siano esse la legge Biagi o le liberalizzazioni di Bersani, la riforma pensionistica di Maroni o la lotta all’evasione di Visco.”
Qualunquismo puro. L’inutile (non dannosa, per carità, ma inutile) legge cosiddetta Biagi, accostata alle liberalizzazioni; la riforma di Maroni, accanto alla lotta all’evasione. Tutto fa brodo.

“Fino a quel giorno, è inutile illudersi, lo spettacolo resterà quello di questi anni: la destra ostacolerà le riforme della sinistra qualsiasi cosa contengano, e la sinistra farà lo stesso con quelle della destra.”
Insomma, smettetela di litigare e aiutate le imprese.

mercoledì 25 luglio 2007

Uffa...


Cavolo, che stanchezza!
VIen voglia di
spaparanzarsi
gatto
Domanda ai lettori: ma non avete voglia tutti, di fare come questo gatto e mandare tutti i politici e i giornalistii a prendersi le ferie?

lunedì 23 luglio 2007

Forleo e Mastella


E insomma,
vediamo di capirci qualcosa.

DAmbrodio

La Forleo? Ecco il parere di uno che se ne intende, il senatore ed ex procuratore di Milano Gerardo D’Ambrosio.
E’ un pezzo dell’intervista da lui rilascia a La Repubblica di oggi:

Tra Mastella e Di Pietro da che parte sta?
Non ho letto le ordinanze, ma mi pare che il gip abbia usato le intercettazioni come se volesse imporre al pm l’iscrizione nel registro degli indagati e la formulazione di un’imputazione. Se è così, la Forleo ha sbagliato, perché non è questa la fase processuale in cui può chiedere un’imputazione coatta su cui poi si pronuncia il gup. Doveva aspettare la richiesta di archiviazione.

Ha ragione chi contesta alla Forleo di avere “fatto il PM"?
Sto alla procedura. Il pm chiede l’utilizzo di alcune intercettazioni per provare la colpevolezza di Consorte. Il gip, sentite le parti, deve solo decidere se quegli ascolti sono rilevanti per l’imputato. Non deve pronunciarsi su altre persone che non sono indagate.

Per Mastella la Forleo va contro la Costituzione. Sbaglia?
Il gip di Milano poteva fare a meno di scrivere quello che ha scritto sui parlamentari, a meno che non abbia  ritenuto di farlo perché, se avesse seguito solo l’indicazione del pm, non avrebbe avuto alcuna probabilità di ottenere l’autorizzazione. Forse, in questo modo, si è voluta lasciare aperta una porta in più dicendo che le intercettazioni non sono solo utili per Consorte, ma che potrebbero provare anche il coinvolgimento di altre persone. Ma ha sbagliato quando ha messo questi concetti nell’ordinanza e non in una richiesta specifica ai vertici del Parlamento. (…) Le intercettazioni dovevano essere mandate alle Camere “entro dieci giorni”. (…) La Forleo avrebbe dovuto decidere solo sulle richieste di acquisizione delle parti e motivare quali riteneva indispensabili e quali andavano distrutte. Poi, con una richiesta riservata ai soli Presidenti di Camera e Senato, che quindi hanno tutto il diritto di contestarla, avrebbe potuto spiegare quanto fosse importante dare il via libera (…) invece ha messo nell’ordinanza più di quanto fosse necessario, anticipando un giudizio che nessuno le aveva chiesto e che pertanto non poteva emettere. (…)

Le due giunte devono dire sì?
Se non lo fanno si alimenteranno solo i sospetti che la Forleo aveva ragione.

Che dovrebbe fare Fassino?
Se fossi al suo posto sarei favorevole, perché ormai le conversazioni sono sulla bocca di tutti. A questo punto vorrei sapere se il pm  mi iscrive e se lo dovesse fare avrei almeno la possibilità di difendermi.

Detto tutto questo,  direi proprio che:
  • La Forleo - che pure stimo - ha sbagliato, e non solo sul piano procedurale, in quanto ha già detto che i parlamentari sono "complici".
  • D'Ambrosio ha ragione, i politici (non solo Fassino) dovrebbero non frapporre ostacolo: e non soltanto all'utilizzo delle intercettazioni, ma anche alla loro libera divulgazione a mezzo stampa.
  • Quindi Mastella ha ragione in punto di diritto, ma in punto di politica dò ragione a Di Pietro.
  • Voglio proprio vedere cosa dicono adesso i leghisti, che si erano scagliati contro la Forleo, due anni fa, "colpevole" di non aver sbattuto in galera dei presunti terroristi islamici.

C'è un giudice a Berlino


EVVIVA


Welby: prosciolto Mario Riccio

perche' il fatto non costituisce reato (e grazie a Loopy per la segnalazione)(ANSA) - ROMA,23 LUG - Prosciolto dall'accusa di 'omicidio del consenziente' l'anestesista Mario Riccio che interruppe la ventilazione meccanica a Piergiorgio Welby. Non luogo a procedere perche' il fatto non costituisce reato: e' questa la formula utilizzata dal gup Secchi per sentenziare il proscioglimento. In pratica, il giudice ha stabilito che Welby aveva il diritto di chiedere di interrompere il trattamento medico cui era sottoposto, e l'anestesista aveva il dovere di assecondare questo diritto.

mercoledì 11 luglio 2007

Veltroni


la sinistra e Veltroni
In un video dall'Australia, i veri pensieri
dei politici di centrosinistra.
E VOI, COSA NE DITE DELLA CANDIDATURA DI
VELTRONI?

martedì 10 luglio 2007

Senza titolo


Chi l'ha detto?



"Sono sempre stato onesto, leale e sono vittima di una persecuzione vergognosa"
1) Gesù
2) Pilato
3) Cesare

(Post ripreso, per gentile concessione dell'autore, dal blog di LoopydeLoop, che ringrazio)

Senza titolo


Chi lo ha detto - 2

"Preferisco baciare la persona sbagliata, che non baciare nessuno"
a) Giuda
b) Cicciolina
c) Nina Moric
D) Clemente Mastella

giovedì 5 luglio 2007

Tentato regime


La fonte è "La Repubblica" che come sapete non cito per principio essendo schierata, ma siccome cita documenti ufficiali, pubblico lo stesso. Se poi qualche volenteroso porta fonti serie che smentiscano ("serie", please, non organi di partito)

E POI NON SI DOVEVA
PRONUNCIARE LA
PAROLA "REGIME"...

il grande dittatore chaplin

Scrive Pio Pompa in una delle sue note autografe all'allora direttore del Sismi Nicolò Pollari: "Il segreto è il punto di forza di ogni mutamento". Ora, almeno in parte, quel segreto cade e l'archivio riservato di via Nazionale (di cui Pompa era l'addetto) restituisce ciò che vi è stato custodito. Letti nella loro interezza, gli "appunti" e le "schede" impilati nell'arco di almeno cinque anni (2001-2006) sul conto di magistrati, uomini politici dell'allora opposizione, giornalisti, documentano non solo la natura illegale e calunniosa del lavoro spionistico svolto dal Servizio, ma il "programma politico" che lo ispirava e chi ne era il "dominus" tecnico: il generale Nicolò Pollari.

"Alla valutazione del generale" - come indicano gli appunti riservati - Pompa sottoponeva ogni mossa. Con Pollari e l'insediamento della nuova maggioranza di centrodestra, a Palazzo Chigi nasce un "nuovo" Servizio impegnato nella "bonifica del Palazzo", "l'epurazione della pubblica amministrazione", "la tutela di eminenti personalità di governo" con il ricorso, se necessario, a iniziative non ortodosse e traumatiche. Ecco dunque i documenti.

LA BONIFICA DI PALAZZO CHIGI
"Sicurezza del Palazzo" (Palazzo Chigi) - appunto manoscritto

"Nei confronti del personale legato da rapporto di impiego stabile con la presidenza del Consiglio, a scanso di forti reazioni burocratico-sindacali, è possibile attuare una ragionevole ed efficace attività procedendo all'attribuzione di talune funzioni a persone ritenute sicure, procedendo contestualmente ad avvicendamenti "formalmente fisiologici" di altri soggetti, onde depotenziare il dispositivo esistente, o almeno "disorientandolo" e privandolo di sicuri punti di riferimento (...) In questo senso un'attenzione particolare va rivolta ai soggetti che curano i flussi documentali e gli apparati di comunicazione. (...) Il problema di "bonificare" il dispositivo di sicurezza del "Palazzo" è meno arduo (...) Il segreto è il punto di forza di ogni decisione di mutamento. Sta nel rapporto fiduciario che deve legare tale organizzazione con la Presidenza, nonché nel sapiente dosaggio della necessità e dell'opportunità di avvicendare, nel tempo, i vari organismi nelle varie funzioni (...) E' necessario pensare alla costituzione di un dispositivo fiduciario limitato a poche persone da inserire nell'ambito della struttura (...) un apparato di sensori e cartine di tornasole utile a prevenire e, se del caso, a reprimere (...) E' superfluo aggiungere che il dispositivo in parola deve essere caratterizzato da persone di blindata affidabilità, della quale deve assumere personale responsabilità chiunque sia chiamato a individuarle".

L'EPURAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
"Supporto conoscitivo all'interno della Pubblica amministrazione" - appunto manoscritto.

a) Conoscenza e/o possibilità di conoscere le risorse umane e, segnatamente, gli "atteggiamenti" e i "riferimenti" del management pubblico. b) Individuazione delle aree e di soggetti in grado di intervenire in termini "non convenzionali" nelle scelte, nelle decisioni da assumere e/o per l'ostruzionismo delle stesse. c) Conoscenza delle aree di gestione degli stimoli impropri e/o della disinformazione organizzata rispetto alla linea decisa. d) Conoscenza e/o tendenziale possibilità di individuazione di focolai di contrapposizione tecnico-politica alla linea di governo. e) Possibilità di corrispondere alle esigenze di Governo di conoscenza, di volta in volta, di ambiti, soggetti, progetti, iniziative, atteggiamenti formali o sostanziali di eventuale interesse dell'Autorità. f) Possibilità di monitoraggio di ambiti, soggetti, programmi, progetti, iniziative di interesse dell'Autorità. g) Valutazione preventiva delle risorse umane cui affidare o comunque curare progetti di interesse dell'Autorità".

LA NEUTRALIZZAZIONE DEL NEMICO POLITICO"Attività di tutela di eminenti personalità di governo" - appunto manoscritto

A) Al livello interno.
1) Nei rapporti con le istituzioni:
* Valutazione costante degli "atteggiamenti impropri" propalati, adottati o adottandi, da Organi o persone, da attivarsi secondo programmi preventivamente illustrati all'Autorità o su sue specifiche indicazioni.
* Monitoraggio dei settori "notoriamente sensibili".
* Studio di fattibilità di eventuali ipotesi di lavoro volte a "neutralizzare iniziative improprie".
* Attivazione di procedure indicate dall'Autorità di volta in volta interessata.
2) A livello di Organi diversi dalle Istituzioni
* Attività di "monitoraggio costante" di ogni iniziativa o ipotesi di iniziativa volta a incidere sul regolare funzionamento, sul corretto esercizio e sulla credibilità di organi e/o soggetti di Governo
* Approfondimento cognitivo di situazioni di minaccia riferite ad aree sensibili, di cui si è attinta autonoma notizia o per cui sono richieste adeguate attività.
* Valutazione delle "prospettive di rischio" e conseguente studio di fattibilità degli atteggiamenti e dei provvedimenti da assumere.
* Valutazione, a livello di intelligence economica, delle fonti, delle notizie, degli indirizzi e delle prospettive di interesse, desunte dal programma di Governo, o, di volta in volta, indicate dall'Autorità (quest'ultima voce appare nell'appunto relativo al "Supporto di sicurezza generale" ndr).

IL MONITORAGGIO DI MEDEL
Appunto al Direttore - 3 agosto 2002

"Dallo studio preliminare delle ultime attività di Medel (organizzazione europea che raccoglie giuristi e magistrati ndr) e soprattutto dal suo principale sostegno italiano (Magistratura democratica) emerge quanto segue: Settori di attività: a) impegno per la garanzia dello status di magistrato; b) opposizione a legislazione speciale sul terrorismo, che affiderebbe maggiori poteri all'autorità di polizia ai danni della magistratura; c) opposizione a politiche e legislazione restrittive in materia di immigrazione. 2) Principali contatti in Italia: a) Gruppo Abele; Arci; Associazione di promozione sociale; Centro di iniziativa per l'Europa del Piemonte; Associazione di studi giuridici sull'Immigrazione; Agenzia testimoni di Ge-Nova; Associazione "Carta". Allegato: Per quanto riguarda i progetti specifici promossi da enti e associazioni "non profit", benché non sia esplicito alcun legame con Medel, può essere interessante approfondire la natura e i contenuti del "progetto Melting pot" promosso da "Sherwood Comunicazione e Comune di Venezia". I redattori sono: Avv. Marco Paggi; Rosanna Marcato; Cris Tommesani; Gianfranco Bonesso; Milena Zappon; Barbara Barbieri; Claudio Calia; Jelena Momcilovic; Nait Salah Mourad; Leen Elen; Vojsava Zagali; Jonas Chinedu Okonkwo; Graziano Sanavia".
Appunto al signor Direttore - 13 febbraio 2002 - "La Commissione di inchiesta su Tangentopoli".
"Presso ambiti qualificati si è appreso che, ben prima dell'istituzione della Commissione di inchiesta su Tangentopoli, il movimento dei "giuristi" democratici militanti avrebbe verosimilmente predisposto una strategia di contrasto sia a livello nazionale che internazionale. I giuristi si sarebbero avvalsi, da un lato, del supporto delle componenti politiche, mediatiche e antagoniste a essi contigui o organici, dall'altro del network internazionale facente capo a Medel. Nello specifico è stato riferito di incontri e contatti riservati intercorsi nei giorni immediatamente successivi al varo della Commissione tra Bruti Liberati, Livio Pepino, Ignazio Patrone, Giovanni Salvi, Cesare Salvi, Sergio Cofferati, il segretario del Fnsi Paolo Serventi Longhi. In tale contesto, sarebbero emersi i seguenti orientamenti: adottare forme di pressione sul Presidente della Repubblica strumentalizzando anche una presunta volontà da parte del Governo di porlo in difficoltà attraverso il caso Telekom Serbia. (...) appoggiare strenuamente il disegno, che farebbe capo al fronte antiriformista e al movimento venutosi a costituire intorno a Cofferati, teso a boicottare l'attività di Governo in attesa di eventuali esiti negativi delle vicende giudiziarie del Premier".
La "scheda" Barbe.
"Secondo talune indicazioni, il magistrato di collegamento presso il ministero di Grazia e Giustizia, Emmanuel Barbe (addetto dell'ambasciata di Francia a Roma) risulterebbe da tempo in stretti rapporti con diversi esponenti di Medel (...) Sembrerebbe che Barbe abbia avuto modo di diventare un profondo conoscitore delle vicende politiche e giudiziarie riguardanti il nostro Paese sulla scorta di frequentazioni e di legami, agevolati dalla stessa Medel, con Luciano Violante, Antonio Di Pietro, Giancarlo Caselli, Ignazio Patrone, Edmondo Bruti Liberati, Alessandro Perduca, Livio Pepino, Claudio Castelli, Maria Giuliana Civinini, Giovanni Salvi, Luigi Marini".
La scheda "Gallo".
"Fonte di buona affidabilità ha riferito in merito al previsto incontro tra l'esponente del movimento Batasuna, Joseba Alvarez, e il magistrato del tribunale di Roma Domenico Gallo, membro di Medel. Tale incontro dovrebbe svolgersi nella serata del 28 aprile a margine di un'assemblea fissata per le 17.30 sulla situazione nei Paesi Baschi, organizzata dal Centro sociale Intifada, via di Casalbruciato 15, Roma. In particolare, è stato riferito che il magistrato in questione risulterebbe contiguo ad ambienti della sinistra eversiva sia a livello nazionale che internazionale e segnatamente con i "Carc", l'Eta basca, il movimento bolivariano di Evo Morales, l'Ezln del Subcomandante Marcos e con le Farc colombiane. Su tale versante, egli fungerebbe inoltre da collegamento con esponenti politici, sindacali e della magistratura, tra cui: Sergio Cofferati, Nunzia Penelope (giornalista), Cesare Salvi, Giovanni Salvi, Papi Bronzini (Md), Ignazio Patrone (Medel), Edmondo Bruti Liberati (Md), Laura Curcio (Md), Amelia Torrice (Md), Amedeo Santosuosso (Md), Paolo Mancuso (Md), Giacinto Bisogni (Md), Letizio Magliaro (Md), Gianni Palombarini (Md), Marco Paternello (Md), Mario Vaudano (Md)".

TELEKOM SERBIA, LA RAI E GLI INCONTRI AL QUIRINALE
Appunto al signor Direttore - 26 luglio 2002: "Situazione politica e alcuni suoi possibili risvolti"

"Trasmetto per le valutazioni di interesse. A disposizione per ogni ulteriore chiarimento, mi è gradita l'occasione per porgerLe cordiali saluti.
Ambiti bene informati hanno fornito indicazioni inerenti il significato e le motivazioni che, verosimilmente, sarebbero sottesi al recente messaggio alle Camere da parte del Capo dello Stato. Motivazioni e significato rappresenterebbero l'esito di una serie di incontri e contatti intercorsi tra il Segretario generale del Quirinale, dr. Gaetano Gifuni, e i leaders Ds, Piero Fassino e Massimo D'Alema. Tali incontri, sollecitati fortemente anche da Lamberto Dini, avrebbero avuto come finalità la definizione di una strategia tesa a tutelare il Presidente della Repubblica e alcuni uomini politici dalle vicende che potrebbe assumere la vicenda Telekom Serbia. Nell'ambito della suddetta strategia, il messaggio alle Camere, in realtà, avrebbe perseguito lo scopo di dare un preciso segnale sullo scontro politico e istituzionale che verrebbe a determinarsi qualora la Commissione parlamentare di inchiesta sull'affare Telekom Serbia dovesse orientarsi per una chiamata in causa del capo dello Stato, all'epoca ministro del Tesoro, unitamente a determinati esponenti del governo e della maggioranza di quel periodo. In particolare, l'intervento sul pluralismo dell'informazione, contenente l'auspicio di estendere le prerogative della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai alle reti private, costituirebbe l'anticamera di una ancora più decisa forma di pressione da attuarsi tramite lo sbarramento dell'opposizione e l'alea del rinvio alle Camere della legge sul conflitto di interessi".

UNA "VOCE" DA SPEGNERE. UN INGLESE DA SPIARE
Appunto per il direttore - Gennaio 2003: "Attacchi contro il presidente del Consiglio alla vigilia del semestre italiano" (di presidenza Ue). 

"Si è avuta notizia che, sui recenti attacchi portati da alcune testate giornalistiche, avrebbero essenzialmente interagito:
Il nutrito gruppo di giornalisti e "giuristi" militanti raccolto intorno alla "Voce della Campania" diretta da Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola; Michele Santoro; Giuseppe Giulietti; Paolo Serventi Longhi; Ignazio Patrone; Sandro Ruotolo e Giulietto Chiesa; il presidente della stampa estera in Italia Eric Jozsef, corrispondente del giornale francese "Liberation", autore di durissimi articoli contro il governo italiano ripresi e diffusi ad opera del magistrato belga Marie Anne Swartenbroeks.
Quanto poi al ruolo mediatico esercitato dalla "Voce della Campania" esso risulterebbe caratterizzato dalle forti connessioni stabilite con ambienti dei cosiddetti "giuristi militanti", dal rappresentare una delle principali componenti del complesso circuito telematico facente congiuntamente capo ai siti "Centomovimenti" e "Manipulite. it" che alimenta il processo di delegittimazione del premier. Prestigiosi opinionisti (sic) hanno scritto negli ultimi anni per la "Voce". Tra questi, "Percy Allum", cittadino inglese il cui nome sarebbe Antony Peter Allum, che, oltre ad essere punto di riferimento di alcuni corrispondenti come quelli del "Guardian", dell'Economist e del Financial Times, godrebbe di solidi legami (in ciò agevolato dall'essere docente presso l'Orientale di Napoli) con ambiti del fondamentalismo islamico napoletano, fungendo anche da collegamento con quelli attivi in Gran Bretagna".

LA COMMISSIONE MITROKHIN
Appunto al signor Direttore - 6 giugno 2002 

"Fonte vicina ad ambienti dell'opposizione ha informato che esponenti di spicco dei Ds, appartenenti all'area cui fa ancora capo la leadership del partito, avrebbero manifestato l'intenzione di non voler ostacolare l'accertamento, da parte della Commissione, dell'eventuale coinvolgimento di determinati uomini politici della sinistra. Ciò al fine di indebolire l'asse venutosi a costituire tra la parte più ortodossa del partito, la Cgil e il suo leader, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e l'area movimentista ricomprendente i no global e le frange più estreme dell'antagonismo. L'obiettivo sarebbe quello di ricostituire una forte sinistra, cosiddetta di Governo, in grado di ricompattare l'opposizione e mantenerne la guida su basi programmatiche".

PRODI SI CANDIDA
Appunto al Direttore (senza data) 

"Ambiti bene informati hanno fornito indicazioni secondo cui la palese entrata in campo politico dell'attuale Presidente della Commissione Europea, tra l'altro sancita dalla recente diffusione di un vero e proprio documento programmatico titolato "Europa: il sogno e le scelte" avrebbe determinato negli ambienti dell'Unione Europea e in diversi Paesi membri forti reazioni contrarie che starebbero per sfociare in un clamoroso caso di incompatibilità. In particolare sembra che il caso in questione sia stato sollevato e fatto proprio, in punto di principio, dagli stessi organismi della Ue, nonché da diversi gruppi politici del Parlamento europeo. Tant'è che la eco mediatica suscitata dalla vicenda starebbe per assumere risvolti clamorosi soprattutto sulla stampa estera mentre in Italia verrebbe trattata con scarsa attenzione destando non poca meraviglia nel resto dell'Europa. Tuttavia, il dato rilevante sarebbe che, nel caso di specie, non si tratterebbe di mera polemica politica, bensì del rispetto di un principio, ormai consolidato in sede Ue, teso ad evitare fenomeni di commistione tra il ruolo di Presidente della Commissione e quello di leader di una coalizione politica nel Paese di appartenenza. Di qui la trasversalità delle prese di posizione contrarie, che abbraccerebbero larga parte del Parlamento europeo e non solo, con l'intento di perpetuare il rispetto di tale forma di incompatibilità cui si sono già attenuti altri leader politici".
di CARLO BONINI per La Repubblica(5 luglio 2007)