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lunedì 17 gennaio 2011

Un perseguitato?


IL NANO MAFIOSO CHE SI ATTEGGIA A VITTIMA
mafia

Vanitoso, erotomane, vestito sempre da manichino tirato a lucido, con quell'aria da arricchito ignorante, con il complesso della statura, uso ad esibire i suoi gorilla e le sue donnine come degli status symbol. Un convinto assertore della strategia per la quale se qualcuno ti sbarra la strada, lo devi comperare o distruggere.

Ecco, poi c'è stato chi si meravigliava, che uno così si lamentasse, atteggiandosi a vittima. C'era persino chi gli credeva, chi era disposto a giurare che polizia e magistratira ce l'avevano con lui per partito preso.
Ma scusa, sai la novità per un mafioso di quel calibro.

Un delinquente straricco, venuto su dal niente grazie al malaffare, ad appoggi altolocati, alla corruzione, facendo paccate di soldi su speculazioni poco chiare.
Uno che ha acquisito un potere così, sarebbe in prima pagina anche se non lo volesse, anche se non fosse un personaggio pubblico, pericoloso quanto popolare e per di più a piede libero.

E allora c’è da meravigliarsi, dico io, se uno così fa la vittima e si mette a strillare – anche contro l’evidenza perché tanto ha mezza stampa a libro paga - che le prove sono inconsistenti, che i giudici e la polizia ce l’hanno con lui, che c’è una specie di complotto?

Oddio, che poi a vederla vedere bene, forse è vero che i giudici gliel’avevano giurata, eh.
Del resto, ti meravigli? Con tutto ciò che loro e gli investigatori hanno raccolto su e contro di lui e i suoi protetti  negli anni, i magistrati e gli inquirenti si trovano nella sgradevole situazione di avere la certezza assoluta che sia un boss mafioso, ma è difficilissimo dimostrarlo. Perché la Giustizia deve dimostrare che lui è colpevole (perché giustamente è innocente sino a prova contraria, ma anche perché gode, diciamo così, di una certa popolarità).

Testimoni comperati e intimiditi, asservimento della stampa, giudici e poliziotti corrotti, tanta politica, e frammentazione dei procedimenti: per cui ciò che è dimostrato in un processo (dove magari è caduto tutto in prescrizione) bisogna ricominciare a dimostrarlo daccapo in un altro, e così via e così via.

E allora, mica è strano che i giudici e i poliziotti coraggiosi, quelli con la schiena diritta, si diano da fare in tutte le maniere a cercare di incastrarlo. Tanto più che lui li sbeffeggia, li denigra a mezzo stampa. E quindi quelli s’incazzano, dai. Quindi da un certo punto di vista è vero che è un perseguitato.
E meno male che lo perseguitano, uno così.

A un certo punto si è proprio rischiato di non riuscire a incastrarlo. Un bel rischio, eh, a lasciarlo fare quello poteva anche mirare a prendere il potere legalmente. Alla fine l’ha scampata per i reati più gravi, ma è finito nei guai per davvero per – figuriamoci! Evasione fiscale.

Evasione fiscale, sì. Ma cosa avevate capito? Stavo parlando di Al Capone.

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