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martedì 22 novembre 2011

Monti e dintorni


LA RETORICA DEGLI ELETTI
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Dunque, ecco il governo Monti.
Al riguardo, sento molti sproloqui.
Uno su tutti, che si tratterebbe di un colpo di stato. Al riguardo sono due le correnti di “pensiero”. Secondo la destra becero leghista (ma il Banana è pronto a cavalcarla) si parla di democrazia espropriata perché né Monti né alcuno dei suoi ministri “è stato eletto”. e' la solita retorica degli eletti, che si sentono così sovrani, intoccabili, onnipotenti, legibus soluti, insomma "unti del Signore" (l'abbiamo già sentita).
Non possono parlare di ribaltone apertamente, visto che il PDL ha votato la fiducia: quindi ecco il ritorno dell’ideologia populista.

Ridicolo, il governo deve pur sempre avere la fiducia del Parlamento. Caso mai l’esproprio della democrazia è nel Porcellum varato dal centrodestra nel 2005, quell’obbrobrio partorito dalle menti bacate di Calderoli & C., che ha trasformato le due Camere in assise di nominati e non di eletti, appunto.

Secondo invece l’area radicale, cioè a sinistra di Vendola (di Grillo nemmeno voglio parlare), è una presa del potere da parte di Banche, poteri forti e destra neoliberista, ancora una volta. E giù dietrologie sulla Goldman Sachs e sugli incarichi di Passera (ma soprattutto sul fatto che ha investito i suoi risparmi in azioni di banche). Mah, può essere. Solo che a me tutto questo puzza di opposizione “a prescindere”. E prima di dire che Monti farà una politica di destra (o peggio, neoliberista), voglio vedere cosa farà per davvero. E non dopo due settimane. Dopo almeno tre mesi.

Sino ad allora, registrerò magari criticando, ma senza emettere sentenze. Per ora, mi limito a dire che se si devono fare sacrifici, OK facciamoli: ma non mi garba granché che si parta dall’ICI (che è pagata soprattutto dai soliti noti) se non si parla nemmeno di patrimoniale.
Per ora, secondo me, è più importante salvare l’Italia dal fallimento, che fargliela pagare a chi non ha pagato (ma non ci rinuncio, spero che Monti o chi verrà dopo troverà il modo di farlo).

A proposito di patrimoniale, qualcuno se lo segni da qualche parte: è stato Berlusconi a porre il veto sulla patrimoniale: sarà il caso di ricordarselo, perché poi durante la campagna elettorale che verrà (se già non è iniziata) il pagliaccio di Arcore si atteggerà a difensore delle tasche degli italiani, ancora una volta.
Per il resto, posso dirlo?
Sono contento di avere – finalmente – un governo di persone normali.
Un governo presentabile a livello internazionale, che non ci fa fare figure di melma.
Un governo beneducato, non arrogante.
Sarà poco, ma è già qualcosa di importante.

lunedì 14 novembre 2011

Crolla l'impero politico del Grande Truffatore: e ora?


VITTORIA (?)
Berlusconi se ne va


Su Berlusconi, cali il mio “requiem” politico, ma lo intono con minor gioia di quanto immaginassi. Sia perché mi fu chiaro il 14 dicembre scorso che ormai era finito (gli toccò ricorrere scopertamente alla corruzione di massa dei parlamentari, per far sopravvivere una parvenza di maggioranza); sia perché non mi è ancor chiaro se siamo davanti a un 25 Aprile o a un 8 settembre…; sia – e soprattutto – perché lascia dietro di sé solo macerie, e tocca a tutti gli Italiani ora aggiustare i danni che ha provocato.
E non sono affatto felice di poter dire che l’avevo detto.
Su Monti, a parte i vaneggiamenti di chi lo assimila ai banchieri che ci hanno mandati sul lastrico, vaneggiamenti che non meritano risposta, osservo che per impostare e far approvare seriamente quelle tre o quattro riforme che davvero servono, sono necessari non meno di quattro mesi, anche considerando i tempi tecnici dei due rami del Parlamento (nonché la sosta natalizia). Soggiungo che il suo governo farà benissimo se si disinteresserà totalmente della legge elettorale (è cosa politica per eccellenza, se ne occupino i partiti in Parlamento, questo è un governo tecnico e tale deve rimanere se non vuole essere impallinato anzitempo).
E adesso? Adesso questo blog continua, con due obiettivi. Il primo è quello di continuare ad opporsi a un berlusconismo che, se è ferito a morte sul piano politico (ma c’è sempre la scadenza delle prossime politiche, e “quello là” ha sette vite…), è purtroppo ancor vivo nel tessuto della società e nei circoli della destra più becera.
Il secondo è denunciare le connivenze, o per meglio dire le sudditanze psicologiche, della sinistra nei confronti del berlusconismo stesso ma soprattutto del neoliberismo.
Viva l’Italia.

PS Sento dire che B. è caduto per lo spread, ed è vero ma fino a un certo punto. E' caduto anche perché il Vaticano, la confindustria e persino i circoli neoliberisti internazionali han no pensato che un amico così impresentabile era ormai scomodo. E' caduto anche perché i sondaggi lo danno perdente. E' caduto perché la società ha ancora degli anticorpi. Per esempio non tutta la stampa è stata asservita al regime mediatico. Mi piace pensare che un po' è caduto anche grazie a noi resistenti, poveri, umili cittadini che sul web e in piazza non abbiamo smesso di farci sentire. Per questo l’altra sera, mentre a casa mia brindavo con Datimoglie e Adolefiglia alla caduta del regime, il mio pensiero è andato a tutti gli Amici della Resistenza. Sono troppi per citarli tutti qui, ma non posso esimermi dal ricordare alla rinfusa, quanto meno, Eccebombo, Contezero, Dicke, Beatasolitudine, in generale tutti i miei cobloggers, Fabiolamon, Slasch, Andrea, jfk, e ultimo ma non ultimo di questa lista parziale, Condorbianco. Grazie ragazzi.