A MONTI UN "SEI" SULLA
FIDUCIA. PER ORA.
Prima di criticare Monti, guardare attentamente questa foto qui sopra.
Allora, mi si sollecita da più parti, in PVT, un parere su
Monti e il suo governo.
Avevo preannunciato che si sarebbe dovuto aspettare, a mio
avviso, un po’ di più per un giudizio definitivo, e rimango di questo parere.
Tuttavia, son trascorsi due mesi. Un tempo appena
sufficiente per poter dare una prima impressione.
Anzitutto, una valutazione politico-istituzionale. Lasciamo
andare tutte le bufale dietrologiche, secondo le quali la sola presenza del
governo Monti sarebbe un attentato alla democrazia.
Da un punto di vista politico, se vogliamo dire delle cose serie, ha detto bene Lella Costa a “L’Infedele”: questo Parlamento è
espressione democratica delle ultime elezioni (2008), ed è quindi a maggioranza
di centro-destra. Poteva un governo, per quanto d’emergenza, esser di sinistra?
Ovviamente no.
Quindi rimproverare Monti di essere quello che è – cioè di
centrodestra – è una sciocchezza. Sarebbe come rimproverare al povero De
Gasperi d’esser democristiano, o a Togliatti di esser comunista.
Detto questo, personalmente da anni dico e ripeto che l’Italia
ha bisogno di un centrodestra presentabile. Adesso c’è un governo di
centrodestra presentabile. Non mi trova d’accordo su tutto, ma almeno è
presentabile. Serio, competente, con un certo senso delle Istituzioni, che
sembrava essersi smarrito definitivamente. Con un approccio mediatico
decisamente più credibile e – appunto – serio – del precedente (ci voleva poco
si dirà: ma se penso a certe intemerate di Bertinotti o Pecoraro Scanio, beh…).
Sul piano economico, hanno cercato di far cassa subito dove
potevano farla: ancora una volta presso i soliti noti e tartassati. Ma non
potevano fare diversamente.
In compenso, stanno provando a fare le liberalizzazioni (a
proposito, dove sono finiti ora i sarcasmi sulle lenzuolate” di Bersani, che
erano sostanzialmente simili?); secondo me anche troppo timidamente. Ma le
stanno facendo. E sarebbe ora di dire sul muso a certe categorie che sono state
sin troppo protette. A cominciare dai tassisti e dai camionisti. Non mi
riferisco alle famose licenze, si possono studiare sistemi per risarcire il
tassista dei 100 e passa chiloeruro che ha speso per la sua licenza (ma se li
ha spesi è perché rendono ben di più dei 15.000 euro annui che denunciano al
fisco). Ma non si riesce a capire perché debba esistere una categoria per la
quale il principio della libera concorrenza non debba esistere.
Maggior equità? Ci vorrebbe, certo. Ma considerando che il
governo sta in piedi grazie ai voti del PDL, potrebbe fare di più, davvero? Io
non credo. E’ già un miracolo che stiano finalmente attaccando gli evasori. Altro
che crisi, signori, fuori i soldi!
Poi, certo, non è un governo di sinistra. E lo dimostra incaponendosi su un Articolo 18 che con lo sviluppo dell'occupazione e dell'economia non c'entra un cavolo (ache la CGIL però ne sta facendo una battaglia aprioristica). Ma date le
circostanze, lo accetto. In altri tempi lo avverserei, sia pure con minor
vigore che verso Berlusconi. Ma lo avverserei. In questa temperie storica, gli
auguro buona fortuna per noi tutti e dico che è anche il mio governo.
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