GLI ITALIANI ELETTORI
I grillini: vengono di solito nominati come se l’elettorato
di Casaleggio fosse un tutt’uno di convinta protesta antipolitica e qualunquista.
Io non ne sono affatto convinto. C’è tra loro una larga minoranza di ex elettori
di destra, delusi da Berlusconi e soci, ma che aderiscono entusiasticamente al
messaggio di Grillo perché manda tutto in vacca e appiattisce gli onesti
imbelli di sinistra con il nano corrotto di destra. Così, visto che per Grillo
son tutti uguali, possono smettere di votare B. continuando a combattere il PD.
E in più possono aggregarsi al carro di un altro populista, il che dalle loro
parti è sempre un bel vedere. Poi ci
sono i delusi di sinistra, che possono continuare a fare le anime belle. Per
loro è un’apoteosi. Finalmente c’è qualcuno che dichiara che il PD era complice
del PDL, aiutati in questo da Travaglio. Ahimè sono la maggioranza dell’elettorato
grillesco. A costoro sfugge che una cosa è il non essere stati capaci di opporsi al dittatore, per
insipienza, per miopia, per paura, o per semplice impossibilità politica, e un’altra
è essere aspiranti dittatori. Sfugge a costoro che, se il PDS di Occhetto o l’Ulivo
di Prodi o il PD di Veltroni avessero vinto le elezioni sempre, i loro governi
non avrebbero mai neppure tentato le nefandezze anticostituzionali, non
avrebbero mai incoraggiato i razzismi, non avrebbero mai sdoganato il fascismo,
non ci avrebbero mai fatto fare le figure di merda planetarie, e l’economia non
avrebbe conosciuto i rovesci, che invece sono il lascito lugubre di vent’anni
di berlusconismo imperante.
I moderati: no, non parlo degli elettori di Berlusconi, che
tutto sono meno che moderati. Parlo di quelli che prima votavano per B. e ora
per Monti. Meglio tardi che mai, per carità. Ma danno la sensazione che hanno
scoperto tardi la propria vocazione moderata e democratica. Avessero avuto
davvero a cuore la Costituzione e le Istituzioni, avrebbero voltato le spalle
al Mignottauro di Arcore almeno dieci anni prima. Ma l’istinto per loro è
insopprimibile, sotto sotto continuano a pensare che è meglio un mafiosetto in
doppiopetto, finché lo si può sostenere senza lordarsi troppo l’immagine, rispetto
a un politico pulito ma di sinistra. E questi sono, in Italia, i moderati.
Gli elettori di sinistra: apriti cielo, qui le
sottocategorie sono millanta. Quasi ogni due persone ci potrebbe essere un
partito. Ma ragionando per gruppi ci sono quelli del PD e quelli di SEL
(lasciamo stare gli altri, che ormai sono due gatti e non incidono). Quelli del
PD continuano a votarlo con schifo (e li capisco, del resto io sono tra di loro).
E ce ne sono di due tipi. Quelli che lo votano per l’ideale, e quelli che lo votano
per resistenza a B. e a questa destra. Dei primi apprezzo l’ostinazione, ma non
ne apprezzo la dose di pragmatismo: se votate gli ideali, dovreste mettere al
primo posto l’idea che, se vince il PD, la democrazia non è in pericolo.
Esattamente come fanno gli altri, che votano PD per antiberlusconismo. Perché se
pensi all’ideale di sinistra-e-basta, tanto vale votare SEL, scusa: però poi
non ti incazzare se quelli fanno cadere un governo, poniamo, sulla TAV, o sulle
trentacinque ore come ha fatto Bertinotti nel ’98, quando fece cadere Prodi riconsegnando
l’Italia a un Cavaliere che, incredulo, non sapeva se prendervi per il culo o
ringraziarvi.
Gli elettori del PD: sono sempre meno, ma vanno ringraziati
per la tenacia. Con una dirigenza così un altro partito sarebbe già scomparso
dall’orizzonte. Lo si vota, di fatto, solo come argine al berlusconismo. Io
stesso dico che, se fossi certo che Berlusconi, Grillo e soci non vinceranno le
prossime elezioni, mi asterrei con grande gusto dal deporre la scheda. Ma
sarebbe il caso che i dirigenti si dessero una mossa: non tanto e non solo per
salvare il PD, quanto per evitare che l’Italia cada dal berlusconismo nel grillismo.
I berlusconiani: anche qui ce ne sono di vari tipi. C’è
quello che vota B. perché sdogana i suoi istinti peggiori: lo fa sentire legittimato
a dire “dagli al negro” (o al comunista, o all’islamico), e soprattutto a
chiedere la raccomandazione, a non pagare le tasse. C’è in costoro anche la
rivalsa derivante da decenni di senso d’inferiorità verso chi ha studiato. E
sono la parte peggiore. Poi ci sono i cattolici radicali, quelli che in nome
dei “valori non negoziabili”,valori che
guarda caso hanno a che fare con tutto meno che con l’onestà e la democrazia,
sarebbero disposti a rivotare Mussolini come negli anni ’20. Poi c’è una
pletora di gonzi che si informa solo sui TG (alcuni TG) e quindi crede ancora
che B. sia un imprenditore pulito, perseguitato dalle toghe rosse. Mi fanno un
po’ pena.
“E i leghisti?”, dirà qualcuno. I leghisti, che per fortuna
oramai sono frequenti come il panettone a Ferragosto, e infatti sono sempre più
cattivi, non li considero nemmeno più. Con il tramonto dell’unico malfattore
disponibile a tenerli in vita, sono destinati a scomparire, almeno dall’arco
dei partiti in Parlamento: hanno imboccato la strada del tramonto, come i
radicali, i monarchici e i neofascisti. Come i berlusconiani, non possono più
contare nemmeno su connivenze e protezioni in alto loco: né in Confindustria,
né in Vaticano. Amen.
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