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venerdì 19 giugno 2009

Corsi e (purtroppo) ricorsi storici


QUELL' IMBARAZZANTE SOMIGLIANZA CON LA LEGGE ACERBO

DUCE


"Fino a oggi nessuno o quasi ha accostato la legge elettorale che uscirebbe da una vittoria dei sì al referendum alla legge Acerbo approvata dal fascismo nel 1923, che ebbe la prima e ultima applicazione l' anno seguente. Eppure le somiglianze tra le due leggi sembrano piuttosto evidenti.

La legge fascista assegnava i due terzi dei seggi alla Camera (il Senato era all' epoca di nomina regia) al partito che avesse ottenuto almeno il 25 per cento dei voti. Analogamente, una vittoria del referendum Segni-Guzzetta farebbe attribuire la maggioranza assoluta dei seggi non più (come ora) alla singola lista bensì al singolo partito che ha avuto più voti. E questo senza la necessità di superare alcun quorum, com' era invece il caso della legge Acerbo che almeno imponeva di raggiungere un quarto dei suffragi perché il premio previsto potesse scattare.

Avvicinandosi ormai la data della consultazione referendaria, nelle file dell' opposizione sono aumentati i dubbi sull' opportunità di votare sì. Eppure, l' obiezione di quanti, dopo aver sostenuto il referendum, sono passati ad avversarlo sembra basarsi soprattutto su considerazioni pratiche, utilitaristiche: oggi come oggi la nuova legge elettorale prodotta da una vittoria del fronte referendario non solo darebbe la maggioranza assoluta al PdL ma (grazie alla sua alleanza con la Lega in Parlamento) fornirebbe all' attuale presidente del Consiglio i numeri per riformare la Costituzione senza dover poi sottostare all' alea di un eventuale referendum popolare (che già una volta bocciò una riforma costituzionale del centrodestra).

Nessuno sembra invece intenzionato ad utilizzare l' argomento polemico della effettiva somiglianza tra la eventuale nuova legge elettorale e quella preparata a suo tempo dal fascista Acerbo. E se ne può intuire la ragione. Fino ad oggi è capitato più volte che esponenti dell' opposizione accostassero il governo attuale al Ventennio, Berlusconi a Mussolini.

Ma sarebbe un po' imbarazzante dichiarare che una vittoria dei sì darebbe forse a quel paragone un fondamento obiettivo, del quale però Berlusconi stesso - referendario dell' ultima ora - non potrebbe in alcun modo essere incolpato."

(L’ho trovato sul blog dell’amico Giovanni1984, che ringrazio)

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