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lunedì 8 giugno 2009

Un post banale...


Per ora siamo salvi, il Cavaliere Nero non sfonda, e abbiamo


UN SOLO VERO VINCITORE





Di Pietro


PDL                 35,0%
PD                   26,2%
Lega                 9,7%
IDV                  8,1%
UDC                 6,6%
PRC+PDCI       3,3%
SL                     3,2%
L’autonomia       2,2%

E insomma, banalità per banalità, lasciate che dica anche io le mie.
Punto primo, il grande fanfarone non solo non sfonda, ma regredisce un po’ rispetto alle politiche.
Vuoi vedere che è finita la luna di miele con l’elettorato?
Punto secondo, il PD è duro a morire. Se si pensa che al momento delle dimissioni di Veltroni era accreditato di un 23%, pare che lacura Franceschini funzioni (almeno, per un po’ non hanno litigato, è già qualcosa).
Punto terzo: sarà grazie al proporzionale, ma alle europee assistiamo a un ulteriore avanzata delle ali radicali: Lega da una parte, IDV dall’altra, mentre i neocomunisti tengono.

Fino a qui, i fatti.

Considerazioni.
Sul dato del PDL, c’è poco da stare allegri. Anche se non si è verificato l’irreparabile (non ha raggiunto la mortifera soglia del 40%), purtuttavia nonostante un anno di malgoverno, e nonostante il recente sputtanamento in mondovisione sull’onda della tettoculocrazia imperante, perde una percentuale ridicola. E non si sa a cosa attribuirlo: potrebbe essere semplicemente effetto congiunto del proporzionale da un lato (infatti si rafforza la Lega, probabilmente a spese sue), e dell’astensionismo dall’altro (molti suoi elettori, probabilmente, avrebbero votato in massa se ci fosse stato lo spauracchio di perdere le politiche). Quindi non illudiamoci: se è un segno di cambiamento di tendenza, è presto, molto presto per dirlo.

Sul PDL, il malato non è entrato in coma,  ma rimane in stato preagonico e gravemente defedato.  Si vedrà se il dr. Franceschini avrà successo. A proposito, adesso si apriranno le danze per la successione (Bersani incombe), o si comincerà a considerare una conferma di Darietto?

Sulla Lega: avanzata prevedibile e prevista, ma non fa sfracelli. Bossi fa bene a star cauto ed evitare peana trionfali. Probabile che abbia raccolto solo la fisiologica messe del proporzionale.

Su Di Pietro: nel caso suo l’avanzata è tale che non basta il proporzionale a spiegarla. Tradisce, è evidente, una gran voglia di urlare sul muso a tutti lo schifo del berlusconismo.
Con buona pace di chi anche a sinistra sostiene che non bisogna essere antiberlusconiani per “non fare il suo gioco”. Ma resta il fatto che, se non si ritorna a confezionare una offerta politica a un tempo socialdemocratica e cattolica ma laica, se non si affronta il tema della legalità con decisione e non solo a parole (e non solo quando si parla di Berluska, ma anche per la criminalità comune e organizzata), hanno buon gioco a destra a dire che si è uniti solo contro il bisunto.

Banale?
Si.

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