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martedì 8 febbraio 2011

Il '68 non c'entra una sega


NON C'E' IN BALLO SOLO 
IL RUOLO DELLA DONNA
un popolo di eroi


Ieri sera a L’Infedele, Gad Lerner ha mostrato le interviste fatte ad alcune esponenti del Centrodestra (immancabile la Santanché), interpellate sulla manifestazione “Se non ora quando?”
che avrà luogo domenica in molte città d’Italia.
Devo dire che è molto difficile sentire in così pochi minuti un concentrato di idiozie più denso.
Tralasciando le solite rifritture (“sinistra moralista”) e una sola, generica imbarazzata ammissione a denti stretti per quanto qualunquista (“purtroppo la nostra società sta smarrendo i valori autentici”), le due castronerie più grosse, ripetute a gola spiegata da molte intervistate, sono a mio avviso riassumibili come segue.

a) “la dignità della donna si difende sempre, non strumentalizzando una vicenda per dare addosso a Berlusconi: per esempio cosa hanno da dire a sinistra sulla giornalista de Il Giornale che è stata perquisita?” (questa è la cazzeria profferita da Sua Spudoratezza Santanché)

b) “le donne che si concedono per fare carriera non sono che l’ultima conseguenza del permissivismo dilagante che è stato propugnato dalla sinistra dal ’68 in avanti, quindi adesso è inutile che a sinistra si faccia la morale.”

Facile liquidare la prima fesseria (la giornalista non è stata perquisita in quanto donna, quindi l’esempio non c’entra un cavolo). Più insidiosa la seconda, perché sembra colta, politica.
Ma è solo una illusione ottica. In realtà la donna che usa il suo corpo per fare carriera o anche solo sopravvivere non è certo una conseguenza del ’68, non a caso ci si riferisce a tale attività con la locuzione “il più antico mestiere del mondo”. Da Cleopatra e Salomé sino alle cortigiane del ‘700 e ‘800, non c’è stato alcun bisogno di aspettare il 1968. Anzi, la liberazione sessuale che con un certo semplicismo si vorrebbe coincidente con il movimento del Maggio Francese, e che percorse il movimento femminista, vedeva la prostituzione molto negativamente, al punto da sostenere che una donna che si sposasse per “sistemarsi” poteva tranquillamente essere assimilata a una puttana e il marito a uno stupratore legalizzato.

In realtà le damazze del centrodestra, molto coraggiose nel difendere le donne se c'è di mezzo l'Islam, quanto cacasotto se si tratta di criticare il Padrone, non hanno capito una mazza. E cioè che la manifestazione di domenica non è contro quelle povere minus habens che credono di diventare qualcuno concedendosi al Caimano, bensì contro l'immagine avvilente che il Caimano stesso dà dell'Umanità: una immagine svilente del corpo e dell'intelligenza della donna, ma anche squalificante dell'Uomo, trattato come un satiro guardone, bavoso e ossessionato dal pisello.

Io domenica ci sarò, a Milano, in Piazza Duomo, ma non per fare da comparsa solidale al fianco di Datimoglie e Adolefiglia. Ci sarò per testimoniare che non tutti gli uomini italiani sono come Berlusconi, Mora, Fede e compagia cantante.

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