Visualizzazioni totali

lunedì 21 febbraio 2011

In onore di Valerio Verbano. La rana e l'acqua bollente...


A trent’anni dalla scomparsa del compagno Valerio Verbano, voglio
ricordarlo anche con questo documentario andanto in onda su RAISTORIA e pubblicato  sul Canale Youtube della FusoElektronique.
Ricostruzione ricavata dalle indagini.
Alle 13,00 del 22 febbraio 1980 tre persone si presentano a casa di Valerio: “Siamo amici di suo figlio e vorremmo parlargli”, dicono alla madre, che apre. Viene subito immobilizzata, e la stessa sorte tocca al padre. Sono armati con pistole munite di silenziatore. Valerio non è ancora tornato da scuola. Alle 13,30 Valerio apre con le sue chiavi la porta di casa ed è subito assalito dai tre, con i quali ha una breve colluttazione, poi viene immobilizzato e ucciso con un colpo alla schiena.
E’ dubbio se fu ucciso “precipitosamente” a causa della sua resistenza, se volessero prima “fargli delle domande”, come accennarono alla madre i tre assassini: queste considerazioni possono avere interesse solo in relazione con quanto vedremo circa le “ragioni” dell’uccisione di Valerio.
Per il resto… la morte di Valerio pesa come una montagna.
L’assassinio di Valerio non fu un una “semplice” conseguenza di uno scontro tra compagni e fascisti, né dell’agguato in strada, come spesso è avvenuto. Abbiamo sempre saputo, al di là delle “verità processuali”, che Valerio fu ucciso per delle ragioni precise… continua qui il dossier sulla morte di Valerio.

“..La parte più interessante è che molti sapevano dell’esistenza del dossier coi documenti raccolti da Valerio, specialmente  un giudice che indagava sull’eversione nera, Mario Amato. La documentazione raccolta da Valerio, sparita prima della sua morte dall’ufficio corpi di reato, sarebbe improvvisamente ricomparsa tra le mani di questo giudice. Amato muore per mano dei NAR il 24 giugno 1980.
Poi c’è la strage del 2 agosto a Bologna. I giudici che indagarono su questo attentato hanno più volte affermato che gli omicidi di Valerio e di Amato sono connessi.! “
E qui si ferma la storia conosciuta.
Nel mio piccolo questo anniversario è solo uno dei tanti ( Walter Rossi, Francesco Lo Russo e tutti gli altri…) che mi fanno nascere innumerevoli domande.
Rammentando l’ambiente di allora, nelle scuole, nelle fabbriche ma anche per strada e nei bar, mi chiedo infatti dove e come abbiamo sbagliato se oggi questi esseri rispuntino fuori dalle fogne,  i nipotini di quei topi neri che costringemmo con la nostra egemonia a nascondersi , appunto, in quei confortevoli siti.
Non so’ dove ho letto la storiella della rana e della pentola d’acqua bollente: durante il fascismo la rana gettandosi nell’acqua bollente, scatta via ustionata e se ne tiene alla larga.
Oggi, negli ultimi vent’anni, la rana è entrata nell’acqua tiepida che pian piano si è riscaldata, mandando la rana in un tiepido torpore che l’ha fatta addormentare al calduccio. Che lentamente è divenuto caldo… non accorgendosi perciò poi in tempo che la sua pelle diventava sempre più rossa e stava bollendo, sempre piano piano.
Così muore la rana , piano piano, bollita.
Vi lascio al contributo di Torba
Rosellina970

Nessun commento:

Posta un commento