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sabato 3 marzo 2012

Avanti il prossimo.


E DOPO BENITO E SILVIO...?


Un raduno di Balilla


Boh, sarà che a quasi  53 anni comincio ad avere la sensazione (ahi ahi…) di aver già visto tutto.
Ma sta di fatto che in questo periodo mi sembra di essere in qualche modo tornato al ’91-’92. Massì, dài, mi riferisco a quel diffuso sentimento di incazzatura, di disillusione, che derivava dallo spettacolo indecoroso della politica sul finire della Prima Repubblica.  Qualunquismo a tonnellate (per la serie: “è tutto un magna magna, son tutti uguali” - oggi lo chiamerei “tuttugualismo”).

Ma anche la speranza. Allora essa era riposta dai più (e da me tra loro) nell’opera meritoria e donchisciottesca della Magistratura (“Di Pietro facci sognare”). Oggi nella ritrovata serietà di un governo di cui si può lecitamente dire di tutto, meno che non sia – finalmente – un governo normale, degno di stare alla pari con quelli degli altri Paesi europei e non solo.

E allora?
E allora niente, insieme alla speranza – vuoi vedere che stavolta ci trasformiamo in un Paese decente, dopo tutto l’Italia ha dato il meglio di sé nelle Ricostruzioni – insieme alla speranza, dicevo, ho paura.
Si, perché dalle macerie della Prima Repubblica sorse, anziché un’Italia più onesta, il potere del Cavaliere Nero, che devastò per quasi vent’anni il mio Paese con attentati alla Costituzione e ai diritti civili, con lo sdoganamento del peggiore razzismo e del più becero neofascismo, con una politica economica folle e classista, ma anche con una politica estera da barzelletta. Un potere che non so se passerà alla Storia più per il malaffare, peggiore persino che con Craxi e Andreotti, o per la sua incapacità ed inettitudine (e su questo, ahimé, non c’è confronto se non, forse, nel regime fascista).

Proprio come era già avvenuto nel periodo ’19-’22 (e chi ha studiato la Storia non ha bisogno di spiegazioni).
Mi viene da chiedermi, con angoscia crescente, a chi adesso toccherà raccogliere il testimone di Benito e Silvio. Ci toccherà il solito dittatorucolo da strapazzo? O il solito ladro matricolato? O ancora, il solito cialtrone incapace ma bravissimo a incantare le masse? O un concentrato di tutte e tre le cose, come è successo con il bungabunghista di Arcore?

Poi penso che però la temperie storica è diversa.  Forse la borghesia italiana, il Vaticano, gli USA, i poteri forti, hanno capito che è meglio un Monti, per i loro interessi, che un Berlusconi.
Berlusconi, mi dico, non è più al potere (ne ha ancora, di potere, ma una cosa è avere potere e un’altra è essere al potere, non so se mi spiego): ma non ha ancora lasciato la scena politica, e con lui nemmeno l’altro cialtrone, Bossi. Questo rappresenta un bel “tappo” elettorale, visto che messi insieme rappresentano ancora un terzo dei voti… E quindi non c’è spazio, per ora, né per qualcosa di peggio (???) né per qualcosa di uguale ma apparentemente diverso.

Forse non mi resta che augurare alla Lega, e al PDL un lunga, lunghissima agonia.
Magari, nel frattempo, si diventa davvero un Paese normale. Forza Italia.

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