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martedì 23 gennaio 2007

Senza titolo


Le tue mani.
Ossa, ricoperte di pelle (ma perché mi è venuto il ghiribizzo di studiare anatomia, accidenti?)
Sembrano radiografie, non mani.
Guardandoti la testa, potrei disegnarne il teschio (ma perché sono bravo a disegnare?)
Sentendo ciò che dici, sento favole straordinarie, i tuoi sogni detti come un bimbo.

Aiutandoti ad alzarti a sedere (sei leggerissimo oramai) le mie dita potrebbero chiamare per nome ogni tendine, ogni articolazione della spalla.

Le tue mani hanno fatto tante cose brutte.
Anche belle.

Non so se Dio c’è.
Ma anche se non c’è, chi sono io per giudicarti?
Presto te ne andrai.

Facciamo la pace.

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