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martedì 31 luglio 2007

Democristacci


C'entrano sempre!


Val la pena di dare un’occhiata ai precedenti dell’onorevole Cosimo Mele, assurto in questi giorni ai clamori della cronaca per l’arcinota storia di squillo e coca; a giudicare dai suoi trascorsi il nostro [divorziato: due figli di primo letto e due dalla seconda moglie] non sembrerebbe un modello di virtù cristiane. Lello Parise, sulla "Repubblica" di oggi lo definisce "tutto politica e sregolatezza".

Finito in gattabuia nel 1999, andava a giocare al casinò con i quattrini ["centinaia di milioni"] raggranellati con le tangenti estorte dedicandosi con passione ad appalti pubblici ed assunzioni. Arrestato e processato con l’accusa di concussione e corruzione, nel 2000 l’ex democristiano tenta di riciclarsi bussando alle porte di An; ottenuto un secco rifiuto, trova rifugio tra le accoglienti braccia dell’Udc, dove sono di bocca buona.

Le sue ultime parole famose? Quelle pronunciate qualche anno fa, a proposito dell’arresto di Andrea Silvestri, suo compagno di partito: "La spettacolarizzazione della giustizia non rende un servizio ai cittadini". Questione di punti di vista.
Lu Mimmo, come Mele viene confidenzialmente chiamato dai suoi concittadini ed elettori, è, del resto, in ottima compagnia.

Qualcuno ricorda la dichiarazione di Pierferdy Casini all’Espresso di qualche tempo fa? "Non candiderò nessun indagato, tranne Cuffaro". Non è andata esattamente così. All’inossidabile Totò bisogna aggiungere l'ex vicepresidente della Regione Molise, Aldo Patriciello, indagato dal 2004 per una frode negli appalti; il sottosegretario Teresio Delfino, candidato in Piemonte nonostante un avviso di garanzia nell'inchiesta sui fondi dell'Enoteca d'Italia. In Sicilia, spicca il nome di Saverio Romano, sottosegretario al Welfare, inquisito per concorso esterno in associazione mafiosa e referente della cosca di Villabate, secondo le dichiarazioni del pentito Francesco Campanella.

Rientra in gioco Calogero Mannino e viene candidato anche il sottosegretario Giuseppe Drago, condannato a 3 anni e 3 mesi per peculato e abuso. Nel 1998, quando era presidente della Regione Sicilia prelevò 230 milioni di lire dai fondi riservati del governatore, dichiarando successivamente di averli spesi in beneficenza. Nella lista del Senato è comparso al quarto posto in Veneto Settimio Gottardo, l'ex sindaco di Padova che ha patteggiato una pena di 17 mesi per l'accusa di corruzione per una tangente sulla costruzione del nuovo palazzo di giustizia. Il deputato veronese Annamaria Leone ne chiese la sospensione "per gravi violazioni dei doveri morali". Non è stata ricandidata. E si è dimessa dal partito guidato dal segretario Lorenzo Cesa, arrestato nel 1993. Cesa ammise di aver ricevuto centinaia di milioni per gli appalti Anas, fu condannato nel 2001 a 3 anni e 3 mesi per corruzione ma la Corte d'appello di Roma annullò la sentenza perché lo stesso magistrato aveva svolto prima la funzione di pm e poi di giudice. In seguito i reati sono caduti in prescrizione.Queste (ed altre) informazioni riguardanti le disavventure giudiziarie dei candidati Udc sono tratte dal libro "Onorevoli Wanted" di Peter Gomez e Marco Travaglio; una lettura assai istruttiva.

(Postato dalla coblogger "Beatasolitudine")

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