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lunedì 25 febbraio 2008

ThyssenKrupp Torino


In un paese dove la giustizia latita più dei ventennali latitanti
Dove “ per direttissima” sembra essere una nuova edizione di “Un giorno in Pretura” e pedofili condannati tornano ad insegnare, quella che dovrebbe essere una prassi regolare diventa una grande vittoria.
Il giudice Guariniello ha chiuso l’inchiesta sul rogo alla ThyssenKrupp, dopo due mesi e diciannove giorni.
Quasi 200 mila fogli riuniti in 170 faldoni.
Sei indagati.

I reati contestati sono per tutti l'omissione dolosa aggravata di cautele anti infortunistiche, mentre al solo Espenhahn, amministratore delegato in Italia, è stato contestato l'omicidio con dolo eventuale e incendio con dolo eventuale.
Si tratta in breve della contestazione di omicidio volontario, che risulta essere usato per la prima volta nell'ambito di un'inchiesta per morti sul lavoro.
Agli altri cinque viene invece contestato il reato di omicidio colposo e incendio colposo, entrambi con colpa cosciente.
E' una giusta risposta a un'istanza di giustizia che ci è stata fatta dal paese", ha detto il giudice Guariniello, ringraziando l'apporto di tutte le persone che hanno collaborato al lavoro "immane" e sottolineando come il risultato sia stata ottenuto in tempi così brevi grazie alla grande organizzazione del lavoro che esiste nella procura di Torino.
Così riferisce la Reuters.

La strada è ancora lunga per avere giustizia, ancora si continua a morire di lavoro.

Ma che l’inferno che hanno sentito sulla pelle sette ragazzi,l’agonia,il dolore dei parenti, degli amici, possa diventare giustizia.
Che queste morti atroci, che questi figli, padri, mariti che non torneranno più possano essere gli artefici di un po’ di giustizia.

Più che pensato da Sabry scritto con fatica e doloroso ricordo.

(Pensato dalla coblogger Sabry65)

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