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venerdì 13 novembre 2009

Ipse dixit


SE LO DICE LUI...


Fedele%20Confalonieri%20seduto(1)

...NON DITECI PIù CHE NON è VERO, CHE E' PROPAGANDA ANTIBERLUSCONIANA.
Mi sono imbattuto in questa gustosissima intervista che Confalonieri (per chi non lo ricordasse, è il presidente di Mediaset) ha rilasciato a Claudio Sabelli Fioretti, de La Stampa di Torino, il 2 novembre. Data la sua lunghezza, sono costretto a stralciarne alcuni brani. Mi limito a riportarne qui, commentandoli, alcuni passi salienti.

«I giudici sono potenti e ci tengono ad esserlo. Berlusconi si difende».
Scappando dai processi, cambiando le leggi… 
«Le leggi ad personam? Le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam vai dentro. Una volta dentro, poi non ti chiedono scusa. È il sistema della giustizia in Italia. I magistrati sono gli unici che non pagano mai: irresponsabili».
Perché i magistrati ce l’hanno con lui? 
«Viene vissuto come un parvenu, come un intruso».(…)

Hai capito? Pane al pane, eh. Adesso lo dicono chiaro, netto e tondo: le leggi ad personam esistono, eccome. Hanno smarrito definitivamente ogni sorta di pudore. Andiamo avanti.

Gli inizi di Berlusconi comunque…
«Berlusconi si finanziò con 30 milioni della liquidazione del papà... non certo con i soldi della mafia...». (…)

Eh no, Fedele, lo so che sei fedele, ma questa è una balla e lo sai. Altrimenti non si capisce perché, a fronte di domande precise dei giudici in tal senso, Berlusconi si è avvalso della facoltà di non rispondere. E questo, tralasciando il fatto che con trenta milioni di lire dell’epoca (equivalgono a qualcosa come un milione d’Euro odierni), non si comincia nemmeno a scavare le fondamenta di Milano Due…

Che senso aveva l’anticomunismo se il comunismo non c’era più? 
«C’erano gli effetti della sbronza comunista. C’era ancora la paura del comunismo».
E Berlusconi ne ha approfittato. Marketing. 
«Ma anche politica».
Glielo dice a Berlusconi che i comunisti non ci sono più?
«Glielo dico. Ma bisogna ammettere che è un ottimo argomento di vendita».
Politica e marketing… 
«Se funziona... In fondo gli altri, pur di vendere copie, gli danno del pedofilo».(…)

Finalmente! Eccolo lì che lo ammettono: è una panzana, grossa come una casa! Solo che se lo dice chiunque altro, gli danno del comunista. Appunto.

 «L’errore di Berlusconi è pensare che tutti i magistrati siano rossi. Sbaglia. E io glielo dico. Parlando di toghe rosse compatta quelli che sono rossi con quelli che non lo sono. I magistrati sono ottomila. Contro Berlusconi ce ne saranno qualche centinaio».
Lui odia farsi processare. 
«Ma ragazzi, quanti processi ha avuto? E non è mai stato condannato».
Condannarlo? Mica facile… 
«Allude alla prescrizione?»
Alludo.
«Oh, ma la prescrizione a favore di chi va? A favore del giudice che non riesce a dimostrare la colpevolezza».

E qui siamo alla tradizionale difesa del “non hanno mai trovato nulla di serio a suo carico.” Balla colossale, ma ci siamo abituati. Però poi sentite cosa dice Fedelino:

C’è prescrizione e prescrizione. 
«Questa è la lotta fra Berlusconi e i magistrati. Berlusconi non si vuol fare mettere sotto. Poi uno può dire: è populista, è peronista. Sarà vero. Ma non è antidemocratico».
Però è peronista e populista... 
«Certo che è populista. Ma la demagogia c’era ai tempi di Atene. Pericle era un grande demagogo. L’importante è il “check and balance”, la separazione dei poteri che ti impedisce di esondare...».(…)

In questo passaggio, implicitamente, Confalonieri ammette che la prescrizione è un escamotage per scapolarsela dai processi; ammette che è un populista e un demagogo (cioè uno che racconta un sacco di balle): infatti più avanti nell’intervista, a una domanda sule bugie di Berlusconi, Confalonieri dice: «Qualche balla la racconta, ma “pour enjoliver la verité”, abbellire la verità. I grandi venditori sono anche dei grandi cacciaballe...».  Infine il Fedelissimo cade miseramente sul check and balance: proprio quello che Berlusconi vuole evitare, a tutti i costi.  E infatti più in là è costretto ad ammetterlo, guardate qui.

Lui dice: «Purtroppo non ho il cinquantun per cento»...
«Trattare non gli piace. Gli riesce difficile prendere atto che la democrazia pone dei freni. Silvio è un uomo del fare. I freni gli danno fastidio. Ma non è un dittatore come dicono».

Sarà. Però, mentre dice che non è un dittatore, ha già ammesso che per il potere è disposto a stravolgere le leggi, a evitare il check and balance, a raccontare al popolo un sacco di balle.
E infine, e questa forse è l’ammissione più grossa, ecco una affermazione che, nel suo sconcertante candore, rende esplicita l’enorme responsabilità politica, morale e storica del Berlusconi sedicente statista:
 
«Se Berlusconi si fosse limitato alla televisione, oggi avrebbe più del novanta per cento dei consensi. Ma ha voluto giocare in prima persona. E ha spaccato in due il Paese»
*****

PS: ho aggiornato anche l'altro mio blog.

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