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venerdì 13 aprile 2007

I diritti dei gay


Le scritte contro monsignor Bagnasco e gli omosessuali: lettera aperta di una donna.

Su La Repubblica di ieri, nella rubrica della posta, è apparsa questa lettera di Cristiana Alicata, che mi ha molto colpito e i cui contenuti ho sentito subito di condividere, sia pur da non credente.
Ottenuta l'autorizzazione dell'interessata, che ringrazio, ne riproduco qui il testo.

Le minacce che sono apparse sui muri di Genova contro monsignor Bagnasco sono da condannare senza se e senza ma. Dietro quelle scritte c’è un tentativo di politicizzare in modo estremo il dibattito sulla laicità dello Stato, accentuato sulla questione dei diritti degli omosessuali, che seppur violento, deve pur sempre rimanere dibattito.

Bagnasco deve stare tranquillo: la comunità omosessuale è la comunità più pacifica del mondo e non ha mai torto un capello a nessuno nella storia dei secoli. Voglio però invitare le parti in causa a riflettere. Gli idioti che scrivono sui muri firmandosi “BR” si sentono, lo hanno sempre fatto, autorizzati ad intervenire quando sembra che il dialogo sia inutile e tentando di fare proselitismo sulla disperazione.

Il ragazzo di Torino si è ucciso per disperazione. Che fosse o non fosse gay non ha importanza. L’etichetta che gli avevano dato era quella e intorno a lui non ha trovato nessuno ad ammorbidirgli quell’aggettivo che per lui era infamante.

Un mio amico prete, sabato sera, durante la veglia pasquale, ha tuonato: “Nessuno deve sentirsi escluso dalla Chiesa. Nessuno.” Si riferiva a me e alla mia compagna che eravamo andate a salutarlo sulla soglia della Chiesa, mentre lui salutava tutti quelli che entravano e la Chiesa era piena di giovani. Mia cugina me lo ha raccontato al pranzo di Pasqua.

Disperazione sociale è quella che porta i giovani di estrema destra a passare il tempo imbrattando i muri della Babele, storica libreria gay di Milano. Allora monsignor Bagnasco, facciamo un passo indietro tutti insieme. Isoliamo i violenti da ambo le parti, non facciamoli sentire autorizzati a discutere per noi.
Lei non confonda pedofili e omosessuali. E noi non facciamo della Chiesa soltanto uno spauracchio anticlericale. Non è così.
Cristiana Alicata

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