MI RIBELLO

IN DIFESA DELL'ITALIA
E DELLE LIBERTA' DEMOCRATICHE,
DICO "NO" AD ALTRI 12 ANNI DI POTERE BERLUSCONIANO
Per più di un mese non ce l’ho fatta a scrivere.
Travolto da un’ondata di lavoro quale non ricordavo da anni, sono stato costretto a ridurre al lumicino le mie visite al WEB, e probabilmente sarà così ancora per almeno un altro mese. Ma non è stato questo l’unico motivo della mia lunga assenza.
Ebbene sì, amici. Lo confesso. Sono rimasto talmente nauseato dalla stupidità di oltre metà dell’elettorato, che per settimane non sono riuscito, semplicemente, a scrivere nulla: horror vacui.
Ora però mi ribello. Con le sue ultime intemerate, Berlusconi è riuscito a ridestare in me una dose di indignazione sufficiente per indurmi a dire la mia, ancora una volta.
Ecco quindi – nei prossimi post – alcune semplici riflessioni.
Che dovrebbero essere ovvie. Ma che evidentemente ovvie non sono, visto che troppi a destra, ma anche ahimé a sinistra, hanno evidentemente la memoria corta.
Sia ben chiaro: non credo alla rimonta che Veltroni sbandiera in giro (del resto, essendo parte in causa, che altro dovrebbe dire, che è sicuro di perdere?).
Nella migliore delle ipotesi, si vince al Senato – di misura - e si perde alla Camera (ed essendoci il premio di maggioranza su base nazionale, lì ha poco senso augurarsi di perdere con l’1% di scarto, anziché il 6%, perché in termini di seggi è praticamente lo stesso).
Nell’ipotesi più probabile, ferma restando la sconfitta alla Camera, c’è al Senato un sostanziale pareggio: con il risultato che Berlusconi non può governare da solo, e allora forse possiamo limitare i danni.
Nell’ipotesi peggiore (anche se, a quanto sembra, possiamo ancora scongiurarla), Berlusconi avrà anche al Senato una maggioranza abbastanza solida da poter governare in “splendida” solitudine.
Molti intellettuali di sinistra e liberali, da Andrea Camilleri a Dario Fo, a Umberto Eco, e tanti altri ancora (si veda anche http://www.libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.php?id=1947&id_titoli_primo_piano=1 ) negli ultimi giorni, hanno rivolto appelli a chi, tra gli elettori del centrosinistra, era tentato dall’astensionismo, affinché ci ripensi seriamente.
Tra questi intellettuali, c’è anche chi per due anni ha aspramente criticato Prodi e aveva inizialmente dichiarato il proprio desiderio di non votare (è il caso di Paolo Sylos Labini, che ha annunciato di aver cambiato idea dalle pagine di Micromega).
Infatti il rischio per il Paese, in caso di vittoria chiara e netta del Popolo delle Libertà di Delinquere, è tale da far temere che l’Italia stia per imboccare, nei prossimi dodici anni, la strada terribile di un declino davvero irreversibile. Avete letto bene: DODICI ANNI: perché il Cainano non fa mistero di mirare alla Presidenza della Repubblica, dopo ilsuo quarto mandato da Presidente del Consiglio. Un incubo, un viaggio senza ritorno.
E nei prossimi post intendo ricordare a tutti quali e quanti rischi incombano sulle nostre teste.
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