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mercoledì 11 gennaio 2012

Eteroidioti


Leggo, sul sito de La Repubblica, le sconcertanti affermazioni di uno che la psiche umana dovrebbe conoscerla bene. Dovrebbe.

L’articolo è lungo, ne cito tra virgolette solo i passi più importanti – in grassetto i miei commenti:

 


I gay secondo lo psichiatra Bruno

"Sono malati, persone non normali"

Il professore - ospite abituale dei salotti televisivi - contesta l'Oms. E sui genitori dei ragazzi omosessuali dice: "Sono traumatizzati, mentono se dicono di accettare la diversità dei loro figli"di MARCO PASQUA


“I gay come malati da curare, individui "non normali", assimilabili alle persone disabili. Francesco Bruno, criminologo, psichiatra e docente universitario (a Salerno e alla Sapienza di Roma), torna ad offendere le persone omosessuali. A nulla è valsa una denuncia all'Ordine dei Medici, due anni fa, da parte di Arcigay, relativamente ad alcune affermazioni in cui contestava la depatologizzazione dell'omosessualità decisa, nel 1990, dall'Organizzazione mondiale della Sanità.

Parlando dalle pagine virtuali di Pontifex, blog che ospita spesso dichiarazioni omofobiche nei confronti di gay, lesbiche e trans gender”, dice: “L'omosessualità è "anormalità", sentenzia: "Siamo nel campo, 
quando la omosessualità non viene scelta volutamente, di anormalità funzionali essendo il sesso volto naturalmente alla procreazione.”
Dal che si deduce che l’omosessualità è anormale, a meno che uno la scelga. Se è una scelta, l’orientamento eterosessuale, evidentemente, smette di essere volto naturalmente alla procreazione.
Illogico, ovviamente. Ma aberrante che si sostenga che uno scelga la propria sessualità come il menù al ristorante. In realtà, sotto sotto, costui pensa che l’omosessualità sia una tentazione…

“L'omosessuale nato lo è per un disturbo di personalità legato, probabilmente, ad una errata assimilazione dei ruoli dei genitori, o anche a cause organiche che sarebbe complicatissimo spiegare.”
Omosessuale nato? Ma se è “nato” omosessuale, è una questione genetica, cosa c’entra l’errata assimilazione dei ruoli? Mah.
Naturalmente poi, quale sia la corretta assimilazione, questo lo stabilisce lui.

“Tuttavia, è nella stessa situazione, dal punto di vista concettuale, di chi è handicappato, sordo o cieco. Per queste categorie, con una certa ipocrisia si dice diversamente abili, non vedenti e simili. Il gay è diversamente orientato per la sessualità e quel diversamente la dice lunga sulla normalità". 
Eh no, razza di deficiente: qui si parla di comportamenti, non del funzionamento del nostro organismo. E definire anormali dei comportamenti che non fanno del male a nessuno è – questo sì – deviante.

“Lo psichiatra spiega anche di aver assistito molti genitori di ragazzi e ragazze omosessuali. A suo dire tutti traumatizzati dall'orientamento sessuale del figlio o della figlia”
E ti credo che sono traumatizzati da questo fatto, se li ha assistiti (sic!)uno psichiatra con queste idee per la testa…

" Per due genitori, sapere che il proprio figlio ha questa orientazione, è un trauma anche grande. Magari lo superano o riescono ad elaborarlo, ma il colpo è molto forte. Questo fatto denota che anche a livello di comune sentire, e non è roba da poco, la omosessualità va considerata anormalità".
Questa poi è bellissima: siccome “nel comune sentire” l’omosessualità e anormale, allora v uol dire che essa è anormale davvero. Peccato che il comune sentire, in passato, dicesse che la terra è piatta, che il sole gira intorno ad essa, che a masturbarsi si diventa ciechi, e via elencando.

Da medico e docente universitario (secondo il curriculum pubblicato on-line è professore straordinario presso l'Università degli Studi di Salerno e docente di psicopatologia forense e criminologia presso la "Sapienza" di Roma) non si fa neanche troppi problemi quando si tratta di attaccare l'OMS: "Quando i colleghi americani hanno sdoganato l'omosessualità dalle patologie, hanno fatto un grave danno e io sono contrario a quanto sostiene l'Organizzazione Mondiale della sanità.”
Un grave danno? E quale sarebbe? Quello di non “curare” quella che secondo lui è una patologia? No, perché altrimenti non si capisce l’uso del termine “sdoganato”.
Eh no, ragazzi, qui il danno cui lui si riferisce è nel mettere su di un piano di pari dignità sociale i due orientamenti (etero e omo). E’ il vecchio terrore dei cattolici e dei puritani: che se si “sdogana” il diverso, si finisce con l’incoraggiare…
Così, se si “sdoganano” le unioni di fatto, sempre meno coppie si sentiranno obbligate a sposarsi (e chi se ne frega).
Così, se “sdogano” l’omosessualità, vuoi vedere che qualche etero si scopre omo?
Risposta mia: e chi se ne rifrega, fa forse del male a qualcuno?


Qui, signori, non c’è da curare gli omosessuali.

C’è da ritirare lo sdoganamento a personaggi come Francesco Bruno.

3 commenti:

  1. premetto di non aver letto l'intervista, ho però sentito Bruno ieri sera a "la zanzara" di Radio 24 dove Cruciani e Parenzo l'hanno ben provocato sulle sue dichiarazioni.
    premetto poi che non ho il minimo problema con gli omosessuali, che credo possano comportarsi come meglio credono.

    fatte queste premesse, credo che Bruno sia stato frainteso: nelle sue spiegazioni in radio ha cercato di chiarire il proprio pensiero, senza riuscirci perchè dava per assodati alcuni presupposti "specialistici". Bruno ha infatti dichiarato che gli omosessuali "non rientrano nella norma", spiegando che la intendeva in senso statistico. Da giurista, vedo in tale dichiarazione quella definizione latina di norma come (traduco) "ciò che accade per lo più".
    in questo senso, la "normalità" non ha alcun giudizio di valore. e ritenere l'omosessualità "anormale" non è scorretto....

    se dopo ha effettivamente parlato di "malattia", in radio è stato ambiguo, questa affermazione è certamente da condannare.

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  2. Non so se sia stato frainteso. Ma mi sembra, da come lo descrivi, che il suo intervento in radio fosse un maldestro tentativo di salvarsi in corner. Infatti, se avesse inteso solo dire che gli omosessuali sono statisticamente una minoranza (bella scoperta) un po' come i biondi in Africa, non avrebbe certo fatto notizia. Se poi aggiungi che sul concetto di malattia è stato ambiguo, beh...:-)

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  3. Medice, cura te ipsum. Luca (4,23)

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