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martedì 14 novembre 2006

imbrogli


da Tafanus leggo e pubblico quanto segue

Brogli elettorali: l'epilogo?


CORRIERE DELLA SERA

Deaglio e Cremagnani: In un documentario i «brogli» del Polo - Nel documentario il racconto di una lite Berlusconi-Pisanu
13 novembre 2006
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MILANO — Uccidete la democrazia!, il nuovo film di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio con la regia di Ruben H. Oliva, non è questione di sindrome da complotto ma di numeri, numeri e ore. Gli autori lo dicono subito, prima che scorrano in anteprima le immagini e Gola Profonda inizi il suo racconto. La notte di lunedì 10 aprile 2006 è ormai sfumata nel martedì e l'Italia è in sospeso, il flusso dei dati elettorali s'è bloccato, «non si riesce a capire che sta succedendo» dice Romano Prodi, l'esito delle elezioni è più che mai in bilico e intanto a Palazzo Grazioli, quartier generale di Berlusconi, è arrivato Beppe Pisanu.

Mai successo che un ministro dell'Interno lasciasse il suo posto in un momento così. C'era già stato verso le 19,20. Per convocarlo, alle 23,14 gli telefonano al Viminale, «l'hanno costretto, letteralmente costretto ad andare».
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Berlusconi è furibondo, «gli grida in faccia, dice che lui non è disposto a perdere per una manciata di voti». Pisanu torna al Viminale e là ci sono quelli dell'Unione. Marco Minniti, Ds, è piombato in sala stampa agitatissimo, ha cercato i funzionari, ha fatto una telefonata. Poi si è rasserenato. Testimonianze. Immagini dei tg. E Gola Profonda che racconta: più tardi, a Palazzo Grazioli, ci sono quattro uomini chiusi in una stanza. Berlusconi, Bondi, Cicchitto e, ancora, Pisanu. Il Cavaliere non ci sta. E il clima si fa pesante, per il ministro.
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Volano insulti, «vigliacco», «traditore». Sono le 2.44 quando Piero Fassino annuncia alle telecamere: abbiamo vinto. A quanto pare dal film, il grande imbroglio informatico è sfumato in extremis, il programma che nel sistema di trasmissione dati del Viminale trasformava le schede bianche in voti per Forza Italia è stato fermato a ventiquattromila voti dal traguardo, l'esiguo vantaggio dell'Unione. E a questo punto le immagini rallentano, scrutano il volto segnato del segretario Ds, le occhiaie scure, lo sguardo cupo, mai vista una proclamazione così. In via del Plebiscito Berlusconi fa chiamare l'onorevole Ghedini, vuole preparare un decreto che dice farà approvare dal Consiglio dei ministri per sospendere il risultato elettorale fino a un nuovo conteggio e assicura che lo farà firmare a Ciampi.



Il dvd contiene i dati provincia per provincia.
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Numeri che il Viminale pubblica di solito «dopo 40 giorni» e fino ad oggi sono rimasti riservati. Perché? «Perché sono impresentabili, ecco perché». Al centro del «docu-thriller», il mistero delle schede bianche. Dalle Politiche 2001 a quelle 2006, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono crollate: da 1.692.048 ad appena 445.497, 1.246.551 in meno. Maggiore partecipazione? Ma gli elettori, al netto dei votanti all'estero, sono stati di meno: 39.424.967 contro i 40.190.274 di cinque anni fa. E soprattutto ci sono le «anomalie» statistiche. L'Italia è varia, la percentuale di «bianche» nel 2001 cambiava ad ogni regione, 2,6 in Toscana, 9,9 in Calabria, 5,5 in Sardegna... L'animazione del film fa ruotare lo Stivale come in una centrifuga, nel 2006 i dati sono omologati, «tutto dall'1 al 2%, isole comprese!». Tutto più o meno uguale, e non un posto dove le bianche non siano calate.
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In Campania, per dire, si è passati da 294.291 bianche a 50.145, meno duecentocinquantamila, dall'8 all'1,4%. E poi c'è la successone degli eventi. Alle 15 il primo exit-poll dà all'Unione cinque punti di scarto, come tutti i sondaggi. Ma alle 15,45 Denis Verdini, responsabile dell'ufficio elettorale di Forza Italia, dice che «alla Camera è testa a testa, lo si vedrà dopo diverse proiezioni».
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E infatti: un'animazione mostra la «forbice» tra gli schieramenti che diminuisce «regolare come un diesel», ogni ora la Cdl guadagna mezzo punto e l'Unione lo perde. I primi dati del Viminale arrivano alle 20,19 e proseguono col contagocce. Alle 21,38 l'Ulivo invita a «presidiare i seggi», quando si bloccano i dati manda il segretario provinciale a Caserta. Inizia la lunga notte. Resta da scoprire l'arma del delitto. E Deaglio, nel film, vola in Florida a intervistare Clinton Curtis, programmatore informatico che nel 2001, inconsapevole, preparò un software per truccare le elezioni e poi ha denunciato tutto e ne ha fatto una battaglia. «Qualsiasi broglio le venga in mente, con la matematica si può fare».
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E al direttore di Diario, in mezz'ora, prepara un programma che distribuisce in automatico le bianche a uno schieramento lasciandone una percentuale tra l'1 il 2, «si può inserire nel computer centrale o a metà della rete, bastano quattro o cinque persone». Deaglio dice che le bianche mancanti e i voti in più di Forza Italia corrispondono: «Sono gli unici risultati sbagliati dagli exit-poll». Problema: se è vero, perché Berlusconi ha perso? La tesi del film è nella domanda che Deaglio fa a Curtis: è possibile interrompere il processo? «In ogni momento». Si torna alla notte di Palazzo Grazioli. Le pressioni su Pisanu. Il «colpo di teatro», l'arresto di Provenzano l'indomani. E l'«antropologia» dei democristiani, il loro fiuto infallibile. Gola Profonda conclude: «Quella sera il ministro ha fiutato. Ha capito subito che Berlusconi era un gatto che si agitava, ma era un gatto morto. E ha agito di conseguenza».
Gian Guido Vecchi





da Tafanus riportiamo quando segue

...come mai Pisanu, la notte dello spoglio, non è al Ministero, come vorrebbero logica e galateo istituzionale, ma  a casa di uno dei contendenti? ...come mai dopo la sconfitta per pochi voti Pisanu, che ogni giorno rilasciava non meno di 437 interviste ai TG, sparisce nel nulla per settimane? ...come mai non si trova niente di meno sospetto della società del figlio di Pisanu per far gestire il "conteggio elettronico" del voto?...

...aveva ragione il nostro Blog?...

...poche ore dopo la fine dello spoglio, il Tafanus aveva già messo in rete un dossier "Brogli Elettorali", ancora oggi scaricabile, aggiornato, che includela i grafici e le considerazioni integrate. Il nostro dossier era stato ripreso da moltissimi blogs, e integrato, nel tempo, da contributi di molti esperti di informatica. I conti non tornavano, e tornano sempre meno. Non torna, ad esempio, il fatto che la fregola polista di ricontare i voti sia svanita nel nulla, pur avendo la Casa delle Amenità maggioranza e Presidenza della Giunta per le Elezioni. Qualcosa non quadra. Ora attendiamo con impazienza l'uscita del DVD di Diario. Sicuramente Deaglio avrà condotto, come è suo costume, una inchiesta esemplare. Sarà un DVD da non perdere, per nessuna ragione al mondo.



Il grafico indica, con sufficiente approssimazione, la distribuzione dei voti ai due schieramenti a partire dai primi 6000 seggi scrutinati, per finire agli ultimi 6000. Nei primi 6000, lo spoglio dice: Unione 54%, CdL 45%; com'è possibile che SISTEMATICAMENTE, decile dopo decile, le percentuali dell'Unione peggiorino sempre, fino ad invertirsi, a partire da metà spoglio???

(Postato dal coblogger Condorbianco)

4 commenti:

  1. E' possibile perchè prima arrivano i dati dalle regioni rosse con la sinistra più forte e solo dopo dalle regioni dove è più debole.
    Infatti pure alle elezioni del 4 marzo 2018 all'inizio dello spoglio il Pd aveva il 21%,ma poi decile dopo decile è calato al 18,7% finale,ed a metà spoglio era ancora al 19,8%.

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  2. E' possibile perchè prima arrivano i dati dalle regioni rosse con la sinistra più forte e solo dopo dalle regioni dove è più debole.
    Infatti pure alle elezioni del 4 marzo 2018 all'inizio dello spoglio il Pd aveva il 21%,ma poi decile dopo decile è calato al 18,7% finale,ed a metà spoglio era ancora al 19,8%.

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    1. Non mi convince. anzitutto perché il fenomeno fu ben più ampio di quanto registrato nelle ultime elezioni (dal 21 al 18,7 ci sono solo 2,3 punti, mentre allora si parlava di almeno sei-sette). Ma soprattutto perché non spiega altre assurdità, come il fatto che in alcune regioni, dove la Casa delle Libertà fece il pieno di voti, il tasso di schede bianche crollò a livelli mai visti (e mai più rivisti), con ampie zone in cui addirittura arrivarono a zero.

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