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giovedì 2 novembre 2006

Due parole chiare sulle mafie


Con la criminalità non si "convive"!
Tempo addietro un ministro della repubblica di uno dei più discussi governi della storia repubblicana ebbe il coraggio di fare delle affermazioni alquanto idiote e irresponsabili, successivamente smentite, su uno dei più incresciosi problemi italiani: La criminalità organizzata.
Mafia in Sicilia, camorra in Campania, 'ndrangheta in Calabria, sacra corona unita in Puglia, tanti modi per esprimere quel potere che ha controllo politico e sociale in zone del Mezzogiorno dove la sovranità dello stato tarda a farsi sentire. Non basterà un esercito o le parole di  insensato odio di un dentista bergamasco prestato alla politica a bloccare l'escalation di violenza che ha investio Napoli in questi giorni.
Napoli, città in cui mi sento legato e dove ho le mie origini, può uscire da questo vortice di odio, e lo può fare con un informazione sempre più fitta e attenta.
Roberto Saviano con il suo Gomorra
 , un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. La storia parte dalla guerra di Secondigliano di qualche anno fà, dall'ascesa del gruppo Di Lauro al conflitto interno che ha generato 80 morti in poco più di un mese.
Come Saviano siamo in tanti che vogliono uscire da questa mentalità, dare opportunità a quei giovani che vivono a Secondigliano o Scampia, dove la disoccupazione può raggiungere cime del 50% ed il reddito mensile di un lavoratore in nero non supera i 500 Euro.
E non bastano nemmeno i semplici discorsi del nostro Presidente della repubblica, anche egli napoletano, a cambiare la situazione di Napoli e del Mezzogiorno.
Napoli può cambiare e lo può fare adesso! E il cambiamento può partire solo dalle menti più giovani come Saviano e come hanno fatto i ragazzi di Locri dopo l'omicidio Fortugno.

Dalla quarta di copertina del libro Gomorra:
"Questo incredibile, sconvolgente viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate - pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi - arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate, si riversano fuori dai giganteschi container per invadere palazzi appositamente svuotati di tutto, come creature sventrate, private delle viscere. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e mezza Europa, sotto forma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umano, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde - dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi - che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere ma testimoniano utopie farneticanti, pulsioni messianiche, millenarismi oscuri. Questa è oggi la camorra, anzi, il "Sistema", visto che la parola "camorra" nessuno la usa più...."

(postato dal coblogger Condorbianco)

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