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lunedì 10 dicembre 2007

I nostri imprenditori


LA TRAGICA FATALITA'


Quarto stato

E’ stata una bella domenica, nella nebbia, nella pioggerella e nel freddo tardoautunnale che a me, milanesone doc, tanto piace: la mia “scighera”* che “la và giò per i pulmun”.
E quel bel ristorantaccio di Pavia, piccolo, con le padelle di rame e il vino rosso in tazza, i bicchieri piccoli che c’erano nei bar della mia infanzia, e le tovaglie a quadrettoni rossi e bianchi.
E il risotto con la luganega** e il gorgonzola, e l’antipasto di culatello e cipolle all’agro, e i ravioli al brasato.
E lo scambio dei pacchi per due compleanni di persone care. E Datimoglie e Adolefiglia serene e sorridenti, e le tranquille risate con i Datisuoceri.
E al ritorno a casa, un bel tè caldo tutti insieme nel soggiorno, con Parsifal che fa ron ron dietro al divano e l’albero di Natale che ammicca con le sue luci dalla porta finestra sul terrazzo.
E prima di cena, nella mia poltrona preferita, la lettura di Kaled Hosseini, un romanziere tra i pochissimi che mi fanno apprezzare la narrativa.

Tutto perfetto. Poi il TG, a tavola. I morti di Torino adesso sono quattro.

Cazzissimo.
Ci hanno imbottito la testa per vent’anni di emerite cazzate.
Ci hanno detto che il nostro problema erano i sindacati, che l’inflazione era colpa loro, che eravamo poco competitivi perché la manodopera in Italia costava troppo, che c’erano troppe leggi (“lacci e lacciuoli”).
Ma non era vero e pochi addetti ai lavori, tra i quali chi scrive, conoscevano i dati ma erano  completamente inascoltati quando non zittiti.
La verità, caro Montezemolo, è ben altra. La verità è che tu sei l’epigone del manager de noantri: sempre pronto a blaterare di concorrenza e mercato (per gli altri), e sempre prontissimo a chiedere sostanziosi aiuti statali (il che vuol dire a spese nostre, sì, proprio di quelli che “costano troppo”).
Sempre incazzato contro le leggi, salvo non rispettarne mai una.
Sempre prontissimo a sproloquiare sul debito pubblico, ma altrettanto pronto a evadere le tasse.
Sempre lì a piangersi addosso per la nostra produttività a picco, per il calo della nostra competitività, e sempre abilissimo a far scappare i soldi in Svizzera o in Lussemburgo o in culo al mondo pur di non investire una lira in ricerca e innovazione e formazione.

Non sono i morti sul lavoro, le nostre “tragiche fatalità”. La nostra tragica fatalità siete voi.
                                                                                                       

*Se qualcuno tra i lettori sa cosa vuol dire, riceve da me il Meneghino d’oro al valore:))
** La quale, apprezzatissima dai soldati romani che l’avevano conosciuta in Lucania, veniva già allora chiamata “Lucanica”…

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