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mercoledì 11 marzo 2009

Buon sangue non mente


A COSA SERVE IL PAPA

L'adolefiglia cresce in salute. E' la classica quindicenne ipervitaminica quanto indolente, con un fisico già da pinup ma che invidia le Barbie alle più piccole, e che trascorre i suoi migliori mesi (il concetto di anni le pare simile a quello di secoli) incollata al computer, al telefono, allo specchio. Si aggira stupefatta tra la realtà che scopre e le sue fantasie adolescenziali, enumerando gli spasimanti, alcuni veri, altri presunti, altri ancora del tutto ignari di spasimare.
"Cos'avete fatto a scuola? "
"Gneeente..."
Nella sua beata incoscienza, sopporta stoicamente il tiggì e i Ballarò che il padre infligge per cena a lei e a Datimoglie (del resto le costa poco, a tavola ci sta dieci minuti scarsi, con l'aria di chi è palesemente concentrata su Zac Efron e High School Musical).
Salvo che sul più bello, proprio mentre Dati è lì che vuol sentire cosa sta dicendo - poniamo - Schifani, se ne esce a voce spiegata con un "Mamma, lo sai cos'ha combinato oggi la Ema a scuola?", e prende a ridere equinamente a duecento decibel.
Dati&Fatti e Datimoglie sospirano e sopportano con amore l'insostenibile  leggerezza di Adolefiglia, dicendo tra loro che tanto le passerà presto quella che dalle nostre parti s'usa definire "l'età della stupidéra" (così come è passata in fretta quella del cambio dentini e dei bagnetti, filmati ad usum familiae).
Finché quando meno ce lo si aspetta, tutt'a un tratto, in un momento di silenzio davanti all'ennesimo servizio al TG2 sull'ultimo, prevedibilissimo discorso del Paparatzi, se ne esce in un fulminante:
"Che palle il papa. Non serve a niente."
Il belluino urlo di giubilo di Dati, paragonabile solo a quello che gli uscì al gol di Rivera in Italia-Germania 4-3, testimonia l'orgoglio paterno ritrovato.
Brava a papà.
Ha preso da me. Sicuro.

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