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giovedì 14 gennaio 2010

Ecco chi (DICE CHE) taglia i costi


PADAGNA
MAGNA MAGNA



prosperini
Che la Lega sia soltanto un’accolita di loschi figuri, dediti solo al perseguimento del potere e alla realizzazione di un politica di bieco razzismo e di egoismo territoriale, lo si sapeva da tempo.
Che nella testa e nel ventre dei legaioli persistano da sempre il disprezzo per le regole e per la democrazia, e il disegno di instaurare un regimucolo autoritario e un po’ cialtrone, pure.
Lo avevano già dimostrato i sedicenti saggi di Lorenzago.
Ma adesso, abbiamo una ulteriore prova del fatto che se ne strabattono del bene comune, dei conti pubblici e degli sprechi, e che tutto ciò che vogliono è ottenere il potere e gestirlo a favore della loro politica razzialcampanilista.
Le sempre nuove prodezze dei buzzurri in salsa verde cominciano a fare schifo a molta gente. Ieri ho trovato su un blog un post formidabile, che riporto qui integralmente.
Poi andate a vedere in fondo testo, e ditemi se si tratta di un blog comunista.

“INSERITO NELLA FINANZIARIA, AVREBBE DOVUTO TAGLIARE DEL 20% LE POLTRONE IN COMUNI E PROVINCE, DANDO UN SEGNALE ANTICASTA…. GLI AMMINISTRATORI LEGHISTI PIAGNUCOLANO E CALDEROLI FA DIETROFRONT: DEI 229 MILIONI DI RISPARMIO RIMANE SOLO IL BLUFF PADANO
Durante l’esame della legge finanziaria alla Camera, sembrava ne avesse fatto una questione di principio: il guerriero di Giussano Calderoli agitava la spada, non per tagliare teste agli infedeli islamici, ma i costi della Casta, tanto aborrita a parole.
Voleva assolutamente ridurre del 20% le poltrone locali (tanto lui ne ha una nazionale per non fare una mazza).
Ma ecco che dopo appena 12 giorni dalla sceneggiata, arriva il rapido “contrordine trinariciuti padani”: marcia indietro del governo sul taglio di 35.000 poltrone di consiglieri comunali, assessori, circoscrizioni e difensori civici.
Ufficialmente tutto rinviato di un anno, tanto per salvare la faccia:  ma si sa che in Italia il rinvio è sempre l’anticamera della cancellazione, soprattutto quando si tratta di qualche misura indigesta per la burocrazia e le sue poltrone.
In meno di due settimane è finito il rigore amministrativo: si tratta di un penoso cambio di rotta che viene incontro alle richieste dei sindaci, compresi quelli leghisti, che erano scesi in piazza e avevano addirittura interrotto i rapporti con il governo, bollando le misure taglia-poltrone, introdotte in Finanziaria, come un’illegittima invasione di campo.
Altro che taglio di 229 milioni di euro nel prossimo triennio, altro che riduzione dei consiglieri cominali del 20%, altro che tetto agli assessori che non potevano essere più di un quarto dei consiglieri.
Riecco i difensori civici, riecco le circoscrizioni cittadine.
“Abbiamo scherzato - pare dire Calderoli ala padagna del magna magna - ci eravate cascati eh?”.
Addio ai sindaci di comuni sotto i 3.000 abitanti  che non avrebbero più avuto una giunta per risparmiare, addio al taglio del 30% dei fondi elargiti alle Comunità montane.
Mai legge ha avuto vita così breve, mai ha visto un insurrezione quadri-partisan locale come questa.
In pieno clima elettorale era rischioso inimicarsi le amministrazioni locali: proprio ora che che si devono rinnovare tanti sindaci e consigli di una migliaio di Comuni, quindici dei quali capoluogo.
E chi lo va a dire poi alle fameliche bocche padane che i posti si sono ridotti del 20%, a gente che da anni si fa prendere per il culo dalla dirigenza leghista pur di arrivare a posare le chiappe adipose su una remunerata poltroncina? Calderoli, il semplificatore, ha innestato la retromarcia, abituato alle “porcate” com’è, cosa volete che sia un bluff in più o in meno?
Tanto non si comincia certo a tagliare i ministeri inutili come il suo.
“Roma ladrona” è servita, i cavalieri della padagna sprecona battono in ritirata.
E la casta trasversale tira un sospiro di sollievo: dai tagli siamo passati ai ragli degli asini."
http://www.destradipopolo.net/?p=1713

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