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mercoledì 28 marzo 2007

Berlus-connerie


BASTA LA PAROLA.
Tino_Scotti_S
A Berlusconi spesso basta una parola o due, per cavarsela coi suoi, e la stampa. Stavolta ci aveva provato con due: "maggioranza politica", o Prodi a casa.
Ma non mi sorprende più, del resto lui ha imparato la tecnica stalinista delle "purghe" da molto tempo.
Purtuttavia, stavolta, qualche considerazione in più s'impone.
Che il centrosinistra al senato fatichi a mantenere la maggioranza, a causa della porcata di Calderoli, è cosa arcinota.
Ma la notizia di ieri è che il centrosinistra non sarebbe autosufficiente al senato, secondo Berlusconi, il quale lo dice prendendo come spunto il voto sulle missioni all’estero di ieri sera.
Sarà.
Però non possiamo impedirci di notare che:

a) la linea del governo ha preso 20 voti anche dall’opposizione, quindi sul piano istituzionale è più che autonomo: addirittura ottiene il favore di parte della minoranza. Quasi bipartisan. IN qualsiasi altra democrazia seria, tutti direbbero che la linea del governo ha prevalso largamente.

b) Se anche non si considerano i 20 voti di cui sopra, la maggioranza ottiene 160 voti, quindi 2 in più della linea di confine tracciata in anticipo dalla minoranza (158) per definire l’autonomia politica della maggioranza stessa.

c) Berlusconi e soci  chiedono a gran voce l’esclusione (dal computo dei voti a favore) della volontà dei senatori a vita, ma ciò non sta in piedi. Non sta in piedi sul piano costituzionale (non c’è scritto da nessuna parte che il  voto dei senatori a vita ha minor valore politico); non sta in piedi sul piano storico (per il primo governo Berlusconi i senatori a vita furono decisivi persino sulla fiducia, quindi c’è un precedente che fa giurisprudenza in merito); non sta in piedi neppure se si pensa alla “moral suasion” recentemente espressa dal Quirinale, perché Napoletano si riferiva – con un atteggiamento ipergarantista verso le opposizioni, che gli fa onore – all'imminente voto di fiducia, mica a TUTTI i voti in senato in saecula saeculorum.

d) Ma non sta in piedi nemmeno sul piano logico, perché se escludiamo dai voti a favore quelli dei senatori a vita, allora dobbiamo considerarli nulli anche sul piano dei voti validi (altrimenti, hanno valore solo se si astengono o votano contro la maggioranza, il che al senato è lo stesso, e chiunque vede bene che ciò sarebbe un controsenso in ogni modo). Quindi bisogna sottrarre il voto dei senatori a vita, se lo si vuol fare, anche dall’elenco dei votanti: come se si fossero astenuti. E allora però il quorum cala, non è più di 158 e contano solo i due schieramenti.

e) Ebbene, sotto quest’ultimo punto di vista, il centrosinistra ha ottenuto 155 voti, contro i 154 delle opposizioni (e sono pure generoso, perché ho conteggiato così anche i voti favorevoli dell’UDC come se fossero stati contrari).
E riecco comparire dalla porta la maggioranza che si voleva aver cacciato dalla finestra.
Poi, sul fatto che la Casa delle Libertà Provvisorie sia allo sbando politico più totale, non se ne parla...
Forse non trova la parola.

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