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giovedì 8 aprile 2010

Tentato regime/3


(dal sito di Li bertà e Giustizia, terza parte)

2008-2010

Due anni contro la Costituzione

Osservatorio dei diritti perduti

A cura di Olga Piscitelli

2008
21 novembre – Berlusconi: bene le classi ponte per immigrati
Creare le “classi ponte” è “una cosa assolutamente logica, direi doverosa e a loro vantaggio, non c’è nessuna discriminazione. Non sanno l’italiano, non possono seguire le lezioni. Per questo hanno una percentuale di insuccesso tripla rispetto a quella degli alunni italiani”.
26 novembre - Il protocollo su polizia e pm
D’intesa tra il ministro per l’innovazione Renato Brunetta e della giustizia Angelino Alfano, nasce il protocollo che prevede la “trasmissione telematica delle notizie di reato tra le forze di polizia e procure della Repubblica” e anche che “le forze di polizia giudiziaria redigano le notizie di reato, le digitalizzino, le trasmettano alle procure”. E’ il primo passo verso il travaso di poteri da pm a polizia.
28 novembre – Più Iva per Sky
Con una norma del decreto anticrisi, il governo raddoppia l’Iva a Sky, la pay-tv di Rupert Murdoch, principale concorrente di Mediaset, portandola dal 10 al 20%.
2 dicembre – Caso Sky, Berlusconi prende di mira i direttori di Stampa e Corriere
Il decreto che aumenta l'Iva sulla pay tv, a tutto vantaggio delle reti di proprietà della famiglia  Berlusconi, riporta alla ribalta il conflitto d’interessi. Berlusconi ribalta le accuse: “E’ la sinistra
che aveva dato un vantaggio alle tv con abbonamenti”. Poi si scaglia contro i giornali: “Guardate per esempio le vignette del Corriere della Sera, che vergogna ... e anche il titolo della Stampa: «Berlusconi contro Sky». Dovrebbero andare tutti a fare un altro mestiere: politici e direttori di giornale”. Pochi mesi dopo sia Corriere della Sera che La Stampa cambiano i rispettivi direttori.
6 dicembre – Giustizia, Berlusconi all’attacco: acceleriamo sulla riforma
Approfittando della guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro, Berlusconi schiaccia l’acceleratore sulla riforma della Giustizia. “L’unica terapia per il sistema malato della Giustizia sono delle riforme, anche di rango costituzionale, che mettano il sistema in condizione di maggiore e migliore efficienza”.
11 dicembre – Berlusconi: basta dialogo, LA COSTITUZIONE LA CAMBIO DA SOLO
“Sono ancora marxisti, non si può dialogare. Non accetto di parlare con chi mi accusa di essere Hitler, il diavolo, di non avere voce in capitolo sulla questione morale. Questa sinistra non è democratica”. La conseguenza è che la riforma della giustizia, incardinata sulla separazione delle carriere, il governo la farà da solo, a costo di andare incontro nuovamente al referendum: “La Costituzione si cambia con due votazioni distanziate da 6 mesi e i cittadini decideranno alla fine come popolo sovrano: questa è la democrazia e nessuno ci può fare il minimo appunto”.

13 dicembre - Napolitano difende la Carta, Berlusconi insiste: giustizia da riformare
Il presidente della Repubblica: “I princìpi fondamentali della Carta non sono modificabili. Per quanto se ne discuta, nessuno può pensare di cambiarli”. Immediata la replica del premier: “Il capo dello Stato non si riferiva al governo, i rapporti tra me e Napolitano sono tranquilli e comunque non intendo modificare i princìpi fondamentali. Ma Giustizia e Csm vanno riformati”.
15 dicembre – La norma allunga-processi che rende gli avvocati sempre più potenti
Avvocati sempre più potenti possono “interrogare” tutte le persone che vogliono e “convocare” i testi a difesa “nelle stesse condizioni dell'accusa”. Dovranno, per “obbligo”, “acquisire” ogni mezzo di prova ritenuto necessario, il giudice non potrà opporsi. Un articolo del ddl Alfano cambia il codice di procedura penale (il 190 sul diritto alla prova) e c’infila dentro il dettato costituzionale sul giusto processo, riscritto a favore di chi vuole fare melina nei processi e si pone l’obiettivo di allontanare il più possibile nel tempo una sentenza.
17 dicembre – Meno spot per Sky
Il governo Berlusconi vara il decreto Romani che obbliga Sky a scendere entro il 2013 dal 18 al 12 per cento di affollamento orario di spot.

2008-2009
20 dicembre - Berlusconi: l’Italia è pronta per il presidenzialismo
La conferenza di fine anno è l’occasione per fare il punto sul programma. “Il presidenzialismo è la formula costituzionale che può portare al migliore risultato per il Paese”, mentre “l’architettura attuale non permette di prendere decisioni tempestive: il premier ha i decreti legge come unico strumento, che però sono sottoposti preventivamente alla firma del capo dello stato”.
20 dicembre – Berlusconi: riforma della giustizia al primo CdM
A gennaio si comincia con la riforma della Giustizia; conterrà una “separazione degli ordini” fra magistratura requirente e giudicante, le indagini non saranno svolte dai pubblici ministeri ma “dalle forze dell'ordine, in modo che i pm siano soltanto gli avvocati dell’accusa nell’ambito del processo”. Stretta sulle intercettazioni: “situazione inaccettabile. Solo per i reati più gravi”.

11 gennaio 2009 – Alfano: sì alle intercettazioni contro corruzione e concussione
“Per una riforma della giustizia bisogna metter mano alla Costituzione. Ci accingiamo a fare un robusto intervento sul processo penale, ad affrontare il nodo carceri con risolutezza, poi a febbraio sarà la volta della riforma costituzionale”. Inizia il traccheggio sulla legge contro le intercettazioni che Berlusconi vorrebbe interpretare in modo restrittivo e An tenta invece di estendere almeno ai reati dei colletti bianchi, cancellando il carcere per i giornalisti.
5 febbraio – Sì del Senato al ddl Sicurezza
Primo sì del Senato al ddl sicurezza tra le polemiche dell’opposizione che parla con Anna Finocchiaro di “manifesto ideologico” verso gli extracomunitari. I medici potranno, anzi dovranno visto che sono pubblici ufficiali, denunciare all’autorità giudiziaria gli immigrati clandestini. Le persone senza fissa dimora saranno schedate. La tassa per il permesso di soggiorno è fissata da 80 a 200 euro. Autorizzate inoltre le “ronde padane” ma non armate.
Contro gli immigrati c’è ben altro: il permesso a punti, voluto dalla Lega, che delega al governo la scelta su come il permesso si azzera se delinqui; il test linguistico per cui non si varcano i confini se non si conosce l’italiano. Dura la stretta su matrimoni e ricongiungimenti (niente bigamie) e soprattutto sulle espulsioni. Il governo impone la regola che, anche se l’allontanamento è inattuabile, il clandestino, per ordine del questore, dovrà comunque andarsene dall’Italia “entro 5 giorni”. Per compiere atti di stato civile, gli stranieri devono presentare il documento di soggiorno. Dunque, nascono i bambini invisibili, perché senza permesso di soggiorno non potranno essere registrati all’anagrafe.
5 febbraio – L’emendamento D’Alia che censura internet
L’emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (Udc) è approvato dal Senato. Nel testo si stabilisce che il governo, su segnalazione della magistratura, potrà chiedere ai fornitori di accesso (cioè le aziende di telecomunicazione) di eliminare quelle pagine dei social network, dove “si integri la fattispecie dell’istigazione a delinquere o dell’apologia di reato”. E’ previsto che si arrivi ad oscurare tutto il sito per impedire la continuazione del reato. Il 9 marzo, il ddl Carlucci (Fi) propone di vietare “l’immissione nella rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) i maniera anonima”.
Chi diffonderà quei testi, e quindi anche i provider, sarà responsabile “in solido, di ogni e qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa, cagionati ai danni di terzi o dello Stato”.
6 febbraio – Il caso Englaro: dal decreto alla crisi istituzionale
Il consiglio dei ministri approva un decreto legge per impedire la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità sul decreto e riserve sulla costituzionalità: ci sono sentenze definitive emesse da tre ordini di giudici civili, amministrativi e costituzionali, sulla base dei principi della Carta, dopo un giusto processo iniziato nel 1999. Napolitano rifiuta poi di firmare il decreto e poche ore dopo, il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, approva un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto appena bocciato. Il ddl passa al Senato il 9 febbraio, la morte di Eluana sospende la discussione; il ddl viene ritirato. Si apre la discussione sul testamento biologico e sui casi di fine vita.

(3 - continua)


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