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martedì 27 novembre 2007

Un pensiero per due persone che ho in mente

Dal "Corriere della Sera" di oggi.
OGNI ANNO MUOIONO 90.000 MALATI DI CANCRO SENZA TERAPIA DEL DOLORE

La denuncia: oppioidi, Italia ultima nell’UE
La popolazione italiana che soffre di dolore cronico: 15-25%
Consumo di oppioidi antidolore (spesa procapite in Euro-anno):

Germania € 7,25
Danimarca € 7,14
Austria € 3,54
UK € 3,48
Norvegia € 3,36
CH € 3,33
Svezia € 3,25
Finlandia € 2,89
Irlanda € 2,67
Spagna € 2,47
Olanda € 2,47
Belgio € 2,38
Francia € 2,36
Italia € 0,52
"Non soffrire è un diritto: sì alla morfina" – di U.Veronesi 
Fondamentale è liberare definitivamente la morfina dalle paure che ancora ne limitano l’utilizzo. Non è giusto privare i malati di un potente antidolorifico solo perché c’è chi ne ha fatto un uso improprio per uscire dalla realtà. Per questo la mia lotta al dolore, che dura ormai da 50 anni, è anche una battaglia di pensiero: bisogna distinguere tra la sostanza psicotropa e il farmaco, sottolineando che nei Paesi più avanzati nella cura del dolore, che hanno un alto utilizzo di morfina, non si è mai osservato un aumento del consumo improprio ("improprio"= in questo senso, consumo della sostanza come droga, Ndr).
Il grosso problema in Italia è allora creare una diversa cultura nei confronti del dolore: das parte del malato e dei suoi familiari che ancora lo accettano come una punizione o una catarsi contro la quale non bisogna ribellarsi, da parte del medico che lo vive come una sconfitta della sua persona e della sua professionalità.
Inoltre, malgrado le più recenti azioni liberalizzatrici nei confronti dell’uso degli oppioidi, ancora in noi prevale la mitologia che li vede come farmaci dagli effetti collaterali disastrosi, da somministrare solo in casi estremi. Al contrario, io credo che la morfina debba essere usata contro qualsiasi tipo di dolore e non solo per quello oncologico grave. E’ un farmaco da usare, se serve, anche per una distorsione alla caviglia.
Dal gennaio 2001 prescrivere morfina è più facile dal punto di vista burocratico, nonostante questo l’Italia resta ancora in coda all’Europa nell’uso di questo farmaco. Significa che esistono barriere e rifiuti di principio.
Io, di fronte a questo, riaffermo il diritto alla dignità della persona malata. Diritto che ci impone eticamente di dare a tutti i pazienti la possibilità di vivere al meglio la propria vita, nonostante la malattia.
Ci sono malattie per ora ancora inguaribili, ma non esistono malattie incurabili. Il medico deve sentirsi moralmente chiamato a curare il dolore sempre, a tutti i livelli e a tutti gli stadi di una malattia, senza aspettare che la sofferenza del paziente arrivi a un livello tale da togliergli lucidità, costringendolo a estraniarsi dal mondo. Non soffrire è un diritto fondamentale di ogni uomo e non far soffrire è uno dei doveri più alti della medicina"
Le sottolineature sono mie, NdR
Commento. Qualche medico cattolico osi, se ne ha la faccia, postare qui qualche commento sulla cosiddetta difesa della vita. 'Fanculo.

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