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lunedì 7 gennaio 2008

Capodanno prigioniero (1917-1918)



fotononnoprigioniaPENSIERI DI FINE 1917

31 dicembre 1917 – Lunedì

Nevica ancora. Spedisco dall’Ospedale cartolina a Ofelia (1) e a Zia Italia, come al slito dandone una al Tioli della 12° baracca. Vendo pagnottina per far lavare dal Russo, giubba e calzone da prigioniero, divido pezzo pagnotta non venduta con Costantini, lui mi dà pane da fare zuppa. Domani, se non lavora, vuole fare la pasta con la pommarola. Sul lavoro, questa mattina, abbiamo trovato una quantità materiale nuovo, bende, garze, carta, ovatta. Lavoro di premura per preparare la scorta.

Anche quest’anno è giunto alla fine, senza nessuna speranza di fine di questa orribile vita. Ma non debbo ora lamentarmi perché in paragone dello scorso anno posso chiamarmi un signore.
Telegrammi del fante (2) continuano in questi giorni, che la Russia al 14 Gennaio riprenderà offensiva se la Germania non farà la pace secondo l’intenzione della Quadruplice; che ora si farà un referendum circa l’Alsazia e Lorena, Trento, Trieste, della popolazione!! Eccetera eccetera, e altre simili carottole. (3)
Un Italiano fatto prigioniero nello scorso Otto (4) ha raccontato che a Milano e Torino vi furono grandi dimostrazioni, furono piazzate mitragliatrici e cannoni. Porto benda nuova al Costantini raccomandandogli non farsi vedere da nessuno, onde non correre il rischio perdere il posto (5).
Bevo un bicchierino di cognac, e così rituale augurio di buona fine e miglior principio, me ne vado melanconico a letto nella speranza di svegliarmi in un anno migliore.

Buona notte
Fine dell’anno 1917

Sabato 5 Gennaio 1918

Giornata di vento freddissima. Da parecchi giorni ci si accorge della diminuzione del rancio di ogni genere. Pacchi non se ne vedono, e la guerra continua. Faccio scrivere posta anche questa sera per Costantini (6) Al lager lavorammo tutti ieri, tutta notte, per levare neve lungo la linea (7) senza mangiare, ritornando in baracca oggi dopo pranzo! Poveri prigionieri Italiani! Fortunato il (…) che segnò visita.

(1)   Mia nonna, sua moglie.
(2)   Oggi diremmo “radio fante”, chi ha fatto il soldato sa… ma allora la radio non esisteva!!!
(3)   “Carottole”, (lett. “carote”) nel milanese d’allora vale “panzane, balle, fesserie”.
(4)   Da intendersi come “otto corrente mese”.
(5)  Gli uomini validi che accettavano di far parte delle “Arbeiter Kompanien”, le compagnie di lavoro, che contavano dai 200 ai 300 prigionieri l’una e che venivano spedite fuori dai lager ad assolvere alle più svariate mansioni, ricevevano un vitto leggermente migliore.
(6) Mio nonno era tra i pochi alfabetizzati, quindi la frase va intesa "scrivo la corrispondenza per Costantini".
(7) Qui "linea" sta per ferroviaria. Mio nonno era addetto alla posa e alla manutenzione delle rotaie e traversine per i convogli militari.

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