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giovedì 22 giugno 2006

Genio pontieri


Più posti con i traghetti che con il Ponte

Gli economisti sono convinti che il grande
investimento sul ponte per Stretto di Messina
abbia effetti trascurabili sull’occupazione,
mentre al contrario, l’alternativa dei servizi di
navigazione darebbe risultati migliori.
Nello studio presentato dalla Stretto di
Messina S.p.A. non compare un raffronto tra
l’occupazione attivata per il Ponte e i posti di
lavoro che si prederebbero nella navigazione.
Una valutazione che invece l’Advisor ha
fatto, mettendo in risalto gli effetti negativi
dopo 5 anni d’esercizio: “Il quadro degli
effetti occupazionali diretti, nel caso di
scenario con Ponte, mette in luce una perdita
di posti di lavoro, 1.234 addetti fra i lavoratori
dl traghettamento, che non viene recuperata,
se non parzialmente, perché il Ponte è in
grado di generare solo circa 480 posti di
lavoro. La perdita netta è, quindi di 764 posti
di lavoro”. L’Advisor arriva a conclusioni
diverse in caso di potenziamento di servizi
d’attraversamento multimodale (treni o
automezzi più traghetto), che darebbe un
incremento occupazionale di circa 1.100
addetti. Sempre secondo l’Advisor saranno
impiegati molti tecnici provenienti dal resto
del paese e dall’estero. Secondo la società di
Calarco e Zamberletti, invece la fase di
cantiere attiverà posti nelle costruzioni e nel
commercio: però, è difficile credere al loro
studio quando prevede folle di turisti amanti
dei grandi Ponti riempire fino a 180 nuovi
alberghi sulle coste dello Stretto. Ma quale
turista vorrà soggiornare su coste distrutte da
almeno 8 anni di cantieri, cave e discariche?
Per saperne di più

Postato dal coblogger Condorbianco

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