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mercoledì 7 giugno 2006

I costi del federalismo


MA IL FEDERALISMO NON DOVREBBE RIDURRE GLI SPRECHI?

Questa la propaganda leghista sul federalismo fiscale…
"Gli amministratori locali diverranno a tutti gli effetti responsabili della spesa. (…) Una volta stabilito che allo Stato va una parte limitata del prelievo fiscale, mentre il resto rimane sul territorio, non potrà che innescarsi un meccanismo virtuoso in grado finalmente di bloccare le spese folli che contraddistinguono il settore pubblico"
… e questo è il parere degli economisti.Dal "Sole 24 Ore" dello scorso 25 febbraio, che commenta uno studio dell'ISAE sui costi del federalismo:

"Federalismo, 69 miliardi per la nuova spesa locale" 

"Con la devolution, le entrate tributarie locali (…) passerebbero dall'attuale 23% al 62% del totale delle entrate tributarie della Pubblica Amministrazione (allo Stato centrale resterebbe quindi solo il 38% del gettito tributario).
Inoltre le entrate tributarie locali che attualmente rappresentano il 16 % del gettito totale fiscale e parafiscale passerebbero a una quota del 43%.Le Regioni si troverebbero con un indice di autofinanziamento del 99% (contro l'attuale 59 %). Infine, la pressione fiscale locale aumenterebbe dall'attuale 7% ad oltre il 18%)"
Fino a qui, niente di strano. Andatelo poi a spiegare ai cittadini di Ponte di Legno o di Lorenzago, che le amministrazioni locali aumentano le loro tasse, mentre "Roma ladrona" le diminuisce. Ma andiamo avanti.
"Dunque, le Regioni vengono ad ereditare proprio quella parte di spesa pubblica che già lo stato centrale fatica moltissimo a gestire. Il sospetto che i costi aggiuntivi della transizione possano essere ingenti, a questo punto è corposo. Anche perché, spiegano gli economisti nel rapporto, esistono numerosi fattori di rischio. Uno è il rischio di frammentazione delle normative che implica dei costi per il sistema economico complessivo. Ha senso prevedere ad esempio 20 normative di incentivazione regionale all'industria o per il commercio con l'estero?
E' inoltre ragionevole ipotizzare, che, essendo le retribuzioni "di fatto" dei dipendenti degli enti territoriali più elevate di quelle dei dipendenti statali, un trasferimento massiccio in strutture decentrate possa favorire una crescita complessiva delle retribuzioni. Così come certamente non aiutano, sul fronte dei costi aggiuntivi, le più che probabili duplicazioni amministrative".

Ecco spiegato perché si calcola un costo aggiuntivo, con il federalismo fiscale, di almeno 69 miliardi di Euro (centotrentatremila miliardi di vecchie lire!) per le nostre tasche.
Votiamo "NO" al referendum del 25-26 giugno anche per questi motivi.

(Ringraziamo il forumista "JFK" per la preziosa segnalazione)

* L'Istituto di Studi e Analisi Economica (ISAE) è stato istituito con D.P.R. n. 374/98, nell'ambito del processo di riorganizzazione e unificazione dei Ministeri del Tesoro e del Bilancio e della Programmazione Economica, operate dalla Legge n. 94/1997 ed opera dal gennaio 1999. L'ISAE effettua analisi e ricerche che abbiano "il fine precipuo dell'utilità per le decisioni di politica economica e sociale del Governo, del Parlamento e delle Pubbliche Amministrazioni".

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