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venerdì 28 settembre 2007

Dalla Birmania



IN PRIMO PIANO
BIRMANIA: ITALIANA DA YANGON, PESTAGGI E ARRUOLAMENTI FORZATI
(AGI) - Yangon, 28 set. - All'indomani della feroce repressione scatenata dalla giunta del Myanmar contro i manifestanti, a Yangon regna una calma apparente, ma in realta' i pestaggi sistematici continuano, e in molte zone della vecchia capitale birmana sono in corso rastrellamenti casa per casa. I soldati irrompono nelle abitazioni private alla ricerca di attivisti o semplici simpatizzanti; se li trovano, li trascinano via immediatamente. Nemmeno i sobborghi sono risparmiati: i militari occupano i villaggi e costringono con la forza ad arruolarsi i piu' poveri, i piu' diseredati; focolai di protesta sono infatti segnalati in numerose altre localita' dell'ex Birmania, e l'Esercito non ha abbastanza uomini per estendere la caccia agli oppositori. Questa e' soltanto una parte della drammatica testimonianza di un'italiana residente a Yangon, che e' avventurosamente riuscita a contattare per telefono l'Agenzia Italia: in gran fretta, prima che le linee con l'estero siano interrotte. La signora non ha nome, non dice nulla di se', del suo lavoro, della propria cerchia: troppo pericoloso, sottolinea, anche se tutto sommato gli stranieri rischiano al massimo l'espulsione. Forse. L'uccisione di un fotografo giapponese, ieri, sembra dimostrare che i rischi sono ben maggiori.
  L'anonima connazionale racconta che alcuni amici, sia locali sia espatriati, hanno visto il reporter a terra, esanime: sono rimasti sgomenti, avevano le lacrime agli occhi.
  Si dice che almeno altri due cronisti siano rimasti vittime degli assalti delle forze di sicurezza. Le vittime, ufficialmente da dieci a quindici nell'arco di due giorni, sono pero' in realta' molte di piu': diverse decine, denuncia l'italiana. I civili sono obbligati a firmare dichiarazioni di morte naturale per i congiunti periti sotto le percosse e o causa dei proiettili sparati da soldati e poliziotti. Gli ospedali sono presidiati, e chiunque si presenti per farsi medicare e' subito arrestato.  La medesima signora ieri stava facendo la spesa in un centro commerciale, davanti al quale erano state erette barriere con sacchi di sabbia, dove i militari avevano gia' preso posizione. A un certo punto la clientela e' stata avvisata che i negozi si apprestavano per chiudere, stava per arrivare un corteo di monaci buddhisti, e che bisognava affrettarsi a uscire. All'esterno, lei stessa ha visto passare camion carichi di soldati, le armi con il colpo in canna puntate lungo i bordi della strada, pronte a fare fuoco.
  Turisti a parte, non sono molti gli italiani che vivono a Yangon: da quaranta a cinquanta. Sono tutti in contatto con l'ambasciata d'Italia, ma anche tra loro e con le altre comunita' di espatriati; si confortano e s'informano a vicenda sugli sviluppi della situazione, ma soprattutto cercano di aiutare come possono gli amici birmani. Essere identificati sarebbe una iattura soprattutto per i questi ultimi, che frequentano la testimone, i suoi conoscenti, i suoi colleghi: il regime non tollera piu' che qualche notizia sull'ennesima mattanza trapeli oltre confine, e punta ad avere la popolazione alla propria merce'.
  Come dimostra, prosegue la testimone italiana, il fatto che l'accesso a Internet, in mattinata ancora possibile, sia ormai stato tagliato, e non si ci possa dunque piu' servire nemmeno della posta elettronica, se non sporadicamente. Il regime e' intervenuto un po' tardi, dal suo punto di vista, per bloccare il flusso delle notizie, ma adesso ha capito l'errore e sta rimediando. L'atmosfera resta pesante per tutti, in citta': attraverso una specie di tam-tam rigorosamente non ufficiale, agli stessi stranieri e' stato notificato una sorta di coprifuoco. Per la propria incolumita', era il tenore del messaggio, oggi meglio rimanere dove si e' fra le 13 e le 17 ora locale, dalle 8,30 alle 13,30 in Italia. Chi e' a casa, non esca; ma se si trova altrove, e' meglio che non provi a raggiungerla prima della scadenza indicata. (AGI)

Come immaginate, non ho potuto verificare la fonte...

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