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giovedì 27 settembre 2007

Birmania


Riporto dal sito del “Corriere”:

Una dittatura tra superstizione e ferocia
Il generale ha mostrato spietatezza nell'eliminare gli avversari e tende ad apparire il meno possibile in pubblico ROMA - Un bizzarro miscuglio di Pol Pot e Augusto Pinochet. Questo è per tanti osservatori internazionali il generale Than Shwe, 74 anni, capo della giunta militare golpista che opprime Myanmar, l’ex Birmania, teatro in questi giorni di una contestazione collettiva guidata dai monaci buddisti di Yangon (Rangoon). L’aspetto del capo del Consiglio statale per la pace e lo sviluppo (SPDC), questa la stridente denominazione con cui si definisce la giunta golpista, ricorda quella del dittatore cileno, con la sua divisa appesantita da medaglie. La poca propensione ad apparire, invece, ricorda quella del capo dei Khmer Rossi. A tutti e due l’accomuna la spietatezza nell’eliminare gli avversari e nell’opprimere il proprio stesso popolo. Reporters sans Frontieres, l’organizzazione non governativa che si batte per la libertà di stampa, lo annovera tra i "Predatori" del diritto d’informazione e lo descrive come un uomo spesso affetto da "crisi di paranoia", la cui voce non è conosciuta dal suo popolo.
LA NUOVA CAPITALEAncor meno oggi, dopo che dal 2005 ha letteralmente deportato l’intera amministrazione dalla capitale storica a Pyinmanaw, la nuova "capitale": un villaggio malsano nel centro del paese. Il passo, da un lato, è servito a piegare la volontà di tanti esponenti dell’amministrazione civile, in cui serpeggia l’insoddisfazione e, quindi, i germi d’una possibile rivolta. D’altro canto, secondo diversi osservatori, sarebbe una specie di preludio d’una restaurazione monarchica, in cui Than Shwe diventerebbe re. -
SUPERSTIZIONE E FEROCIA - Superstizioso in maniera ossessiva, il


generale nato nella zona di Mandalay ha iniziato la sua ascesa nell’esercito, facendo parte tra il 1953 e il 1960 del Dipartimento per le operazioni psicologiche e la propaganda. Poi partecipa alla repressione della guerriglia dell’etnia Karen, segnalandosi per una particolare ferocia. E’ nel 1962 che sale sul carro giusto, unendosi al colpo di stato capeggiato dal generale Ne Win. Diviene, cioè, uno dei protagonisti degli eventi che pongono fine al sogno democratico della Birmania post-indipendenza, iniziato col padre della patria Aung San, assassinato nel 1947. Aung San è il padre del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, che Than costringe agli arresti domiciliari.

thanshwe

Mio commento: senti, generaluco del cavolo, figlio di puttana (perché sei un figlio di puttana, non ti ammantare di giustificazioni ideologiche): leggiti bene "Il Capitale" o "Il Manifesto del partito comunista" (lo ha scritto Marx, non so se hai presente, imbecille), e dimmi dove cavolo c'è scritto che per il bene del popolo si fanno le cose che stai facendo da vent'anni.
SEI UNA FACCIA DI CULO, NON UN COMUNISTA!

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