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domenica 16 settembre 2007

Primarie del PD - 4


ECCO I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL PD
E LE LORO DICHIARAZIONI D'INTENTI
Quarta puntata: JACOPO GAVAZZOLI SCHETTINI

L’efficacia e l’efficienza di una democrazia si fondano su un apparato che favorisca la governabilità di un paese adeguandosi ai mutamenti storici e tecnologici. Non necessariamente questo implica la modifica delle tradizioni e delle regole democratiche, che spesso sono solide espressioni di civiltà. Lo stesso sistema politico si fonda su una classe dirigente la cui esistenza è garanzia di continuità democratica.

Azioni correttive di tipo organizzativo possono però produrre grandi impatti nell’efficienza del sistema. Questo è il caso delle dimensioni delle assemblee elettive e del numero (e tipo) degli incarichi politici (“posti di potere”) che fu pensato in passato per rappresentare e dirigere un paese che ora è profondamente mutato.

Per avere una dirigenza politica adeguata agli impegni richiesti, occorre ridurre il numero di coloro che fanno politica, ciò per diminuire i casi in cui non vengono rappresentati effettivamente o efficacemente gli interessi e le aspettative della società e delle sue espressioni. Tenuto conto dei nuovi mezzi di comunicazione, degli strumenti di indagine, dei media per raggiungere e “sentire” il “Paese”, si è convinti che il numero degli eletti e degli incarichi “politici” possa essere ridotto in tutte le sue espressioni: dalle Circoscrizioni al Parlamento. Ovviamente, con i giusti strumenti di legge, nel caso del Parlamento, con una circoscritta e mirata modifica costituzionale che non intaccchi in nessun caso il bilanciamento dei poteri, la struttura costituzionale e le funzioni dei suoi organi, e quindi effettuabile anche a maggioranza in caso di attrito da parte di forze politiche intenzionate a difendere i propri privilegi.

In termini più generarli, oltre a riconsiderare l’impianto delle Regioni a Statuto Speciale (nell’interesse di una maggiore armonizzazione del trattamento del personale politico regionale) si ritiene indispensabile procedere alla soppressione delle Province le cui funzioni e personale potranno passare alle Regioni ed ai Comuni riducendo costi e burocrazia. Occorre inoltre favorire l’unione dei piccoli comuni garantendo ai cittadini la diffusione dei servizi sul territorio.

Sempre nell’ambito della riduzione dei costi del sistema, si ritiene che il Partito Democratico debba essere a vocazione maggioritaria ed attivarsi per una legge elettorale che favorisca la costituzione di due partiti o due blocchi: riformista e moderato. Due schieramenti o partiti, divisi dagli obbiettivi di governo e dalle scelte strategiche, ma uniti dai valori fondanti 
la Repubblica.
La riduzione del numero degli eletti e l’adozione di una legge elettorale che assicuri al paese una maggioranza stabile, non rispondono solo all’esigenza di semplificazione dell’apparato costituzionale e di riduzione dei costi della politica ma anche al principio di democrazia.

La riduzione del debito pubblico è uno degli obbiettivi primari di questo programma perché si ritiene sia la premessa per dare sviluppo sostenibile e responsabile al Paese. Nessuna famiglia o impresa pesantemente indebitata può pianificare serenamente il proprio futuro e fare investimenti su di esso. Questo ancoraggio forzato tiene in porto un Paese ancora giovane e vigoroso.

Una classe politica di sinistra non deve nascondere ai cittadini che il cammino da percorrere sulla strada del contenimento della spesa e dell’abbattimento del debito pubblico è lunga, ma è nell’interesse dei molti, e dei più deboli, raggiungere l’obbiettivo consapevolmente e secondo il principio di uguaglianza nelle opportunità.

La giusta fiscalità è un obiettivo primario e riguarda le famiglie, le imprese, i dipendenti, i liberi professionisti, i nuovi italiani che sono immigrati nel nostro paese da altre nazioni. In caso di un gettito regolare e proporzionato al PIL crescono le risorse da distribuire ai cittadini, da destinarsi alle infrastrutture ed alla riduzione del deficit e delle imposte. In questo senso è doveroso incoraggiare ed incentivare il pagamento di quanto dovuto alla comunità e rendere meno “conveniente” ignorare questo obbligo – anche morale. Qui noi pensiamo si saldi la frattura tra la giusta fiscalità ed una politica sociale sostenibile. La deducibilità delle spese delle famiglie, in relazione al reddito e proporzionalmente all’incremento del gettito derivante dal recupero dell’evasione è un punto nodale di questo disegno.

Spetterà al governo indicare un obbiettivo di extra-gettito a cui ambire e stabilire la percentuale da dedicare alla deducibilità delle spese delle famiglie e quanto usare per l’abbattimento del debito (metà e metà sembrerebbe ragionevole).  Nel corso del tempo la parte dedicata al debito potrebbe essere ridotta incrementando quella destinata alla deducibilità delle famiglie.

Entrando nello specifico  riteniamo debbano essere deducibili tutte le spese documentate non voluttuarie, quali a esempio: farmaci, omogeneizzati, pannolini, badanti e collaboratori, spese relative al mantenimento di malati cronici, scuola e asili, libri, occhiali, lavori di manutenzioni casalinga, spese dentistiche, acquisti elettrodomestici (eco-compatibili), mezzi di trasporto (eco-compatibili), e così via.

Il risultato dell’operazione, che richiederà un importante sforzo programmatico e legislativo da parte dei Ministeri economici e dell’intero Governo, avrà il sostegno, oltre che delle famiglie, anche del mondo produttivo, porterà anche benefici alla sanità ed all’assistenza ai malati ed anziani,  creerà maggiori opportunità per i nuovi italiani di mettersi in regola. Allo stesso modo, le attività economiche legate alle produzioni voluttuarie potranno giovarsi di potenziali e maggiori risorse delle famiglie derivanti dai minori costi per la mera sussistenza. In questo contesto, anche le attività atipiche, casomai con profili problematici, dovranno trovare una loro collocazione fiscale.

Occorre spezzare la maledizione del conte Ugolino che affligge questo paese con giovani-vecchi certi di esser destinati a lavorare per sempre e/o a ricevere pensioni notevolmente inferiori a quelle dei loro padri.

Un nuovo patto generazionale deve comprendere misure a favore dei gruppi sociali più deboli ma anche un ripensamento sui diritti acquisiti che se non sono estendibili alle generazioni più giovani vanno chiamati per quello che sono diventati: privilegi.

L’età pensionabile, compatibilmente alla sostenibilità del lavoro che il cittadino sta effettuando  dovrebbe poter essere ritardata su base esclusivamente volontaria dall’interessato, senza perdita dei diritti acquisiti. In accordo poi al provvedimento sulla deducibilità delle spese di famiglia, ed in concomitanza con provvedimenti per la parità tra uomo e donna, si ritiene di puntare alla equiparazione dell’età pensionabile delle donne a quella degli uomini, sollecitata anche a livello europeo. Le risorse che ne deriveranno, potranno essere dedicate alle pensioni minime, tali da assicurare un’esistenza realmente dignitosa.

I servizi dello Stato sono percepiti come inefficienze di mercato da molti cittadini, quando essi sono l’ossatura di ogni stato democratico moderno. Gli stessi impiegati statali percepiscono una condizione di difficoltà gestionale e di carenza organizzativa.

In questo ambito s’innesta un disegno generale che mira da un lato a ridurre la burocrazia ed il peso della carta bollata nella vita dei cittadini per circoscrivere alla sfera del necessario le funzioni statali, dall’altro a rendere possibile una funzione pubblica efficace ed autorevole, misurabile nel suo valore aggiunto.

L’istruzione è la prima priorità tra le funzioni pubbliche in quanto un settore strategico per lo sviluppo economico e civile di un Paese.

Nell’ambito di una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse, si ritiene che esse debbano essere distribuite incentivando la meritocrazia ed i risultati, ovvero con criteri di valutazione di tipo qualitativo, principalmente in base al tasso di occupazione dei diplomati e laureati comparando istituti e facoltà della stessa regione e della stessa tipologia di diploma e laurea. Ciò dovrebbe avere l’effetto di stimolare un percorso scolastico ed universitario formativo ed impegnativo, incentivando i più volenterosi e capaci, sia nel caso degli studenti, che nel caso dei docenti. 

E’ lecito anche introdurre criteri valutativi predeterminati di efficacia e di efficienza del corpo docente da parte degli iscritti. Nel caso della valutazione degli studenti universitari, si ritiene che, dal secondo anno di corso, possano ricevere sensibili alleggerimenti delle tasse annuali in ragione dei loro risultati. La virtuosità delle singole esperienze verrebbe premiata da classifiche ministeriali elaborate su indicatori condivisi e verificabili e da una opportuna distribuzione dei fondi.

Per garantire l’efficienza, la trasparenza, una reale libera concorrenza del sistema economico proponiamo l’obbligatorietà, per le società quotate, di consiglieri indipendenti in ragione del 100 % per le banche e del 60% per le altre società, nonché il divieto di cumulare più incarichi (sempre nell’ambito di società quotate).

E’ una misura squisitamente tecnica che a nostro avviso, se attuata nei termini corretti, avrà un impatto enorme nella conduzione dell’intero sistema economico italiano decretando una drastica riduzione dei casi di conflitti di interesse, aumentando l’efficienza della gestione aziendale,promuovendo maggiore e più sana concorrenza e ridando prestigio internazionale all’intero sistema finanziario italiano, con benefici della borsa, dei lavoratori, e dei risparmiatori.

Inoltre, il miglioramento della trasparenza nella gestione di grandi gruppi dovrebbe consentire la riduzione di zone d’ombra nelle ramificazioni interne al sistema politico, e auspicabilmente favorire politiche economiche, industriali, energetiche, più vicine alle esigenze dei consumatori ed allo spirito ambientale e salutare che viene dalla società.

Altro argomento centrale nel programma in via di proposizione saranno gli ordini professionali, visti non necessariamente come elementi ostativi allo sviluppo economico se condotti nel rispetto della concorrenza e con imparzialità nelle valutazioni disciplinari. Probabilmente l’indipendenza degli organi di controllo e di deontologia (con membri non appartenenti all’ordine) ridarebbero ad essi quella efficienza, autorevolezza e garanzia perduta agli occhi dei cittadini. Si eviterebbero il perdurare di gravi casi di ignavia verso appartenenti agli ordini che abbiano violato la legge ed i più elementari principi deontologici.

Ordine pubblico ed amministrazione della giustizia vanno di pari passo. Siamo certi che una giustizia efficace ed efficiente, rapida e certa contribuisca di per sè a ridurre il tasso di criminalità di un paese. In Italia, statistiche alla mano, la maggior parte dei reati rimane inpunito. Quindi, nell’ambito di un generale rafforzamento del sistema investigativo e di intelligence della magistratura e delle forze dell’ordine, anche con nuovi sistemi di reclutamento dei giovani migliori dalla società civile, si ritiene prioritario promuovere un sistema di pene alternative più adeguato ad una società moderna, che offra maggiore efficacia nella redenzione del condannato e che permetta di ristrutturare il sistema carcerario dedicandolo alle pene più gravi. E’ utile ribadire che le carceri debbano essere luoghi di reclusione e non di umiliazione e devono assicurare degli standard igienici e di dignità adeguati.

Le pene alternative avranno ovviamente una componente rieducativa diversa e saranno articolate a seconda del tipo di reati e del destinatario. Esse andranno dall’attività di pulizia e manutenzione del bene pubblico, alle attività sociali, sino ad un sistema di riqualificazione professionale, magari in affiancamento all’attività artigianale.

Il nostro paese è afflitto dalla piaga delle morti bianche. Gli incidenti sul lavoro sono spesso una conseguenza del lavoro nero: un lavoratore irregolare è un lavoratore sfruttato. Colpendo il lavoro nero si combatte l’evasione fiscale e lo sfruttamento del lavoratore.

L’inosservanza delle norme di sicurezza da parte del datore di lavoro deve essere accertata con rapidità: le sanzioni economiche e giuridiche saranno proporzionate. In caso di inosservanza delle norme, i costi economici e sociali derivanti da infortuni sul lavoro dovrebbero interamente essere a carico delle aziende che dovranno provvedere ad un’adeguata copertura assicurativa. In assenza di infortuni professionali, per le aziende di maggiori dimensioni, dove è più compiuta la tutela del  lavoratore, potrebbero essere ipotizzabili sgravi fiscali.

La formazione dei lavoratori deve essere reale, troppo spesso le vittime degli incidenti sono giovani neo-assunti o lavoratori stranieri. I turni devono essere rispettati soprattutto nei lavori usuranti.

Poteri effettivi dei soggetti dell’amministrazione dello stato centrale e decentrata e degli enti locali, devono essere aumentati.

Infine, tenuto conto delle nuove garanzie democratiche offerte anche dall’Unione Europea, si propone la cancellazione dell’immunità parlamentare.
Argomento specifico nel programma finale sarà quello sui crimini che investono minori.
Il nostro spirito di governo in due parole: responsabilità e futuro

Il programma di un partito politico rappresenta l’impegno che questo assume nei confronti del suo elettorato attraverso i progetti che esso si impegna a realizzare nel caso di vittoria elettorale, ma è anche e soprattutto l’impegno che una classe politica responsabile assume nei confronti dell’intero paese.

Per realizzare i programmi occorrono risorse economiche che sono messe a disposizione dai cittadini mediante il pagamento delle tasse: tali risorse sono scarse ed il loro impiego in un determinato settore della vita civile preclude necessariamente che siano destinate ad un altro. Chi governa spiega al cittadino come impiegherà il suo denaro, quali sono le priorità e perché oggi alcune esigenze debbano essere rimandate al domani.

Concertazione e condivisione tra governanti e governati degli obiettivi da realizzare, assunzione della responsabilità da parte dei governanti nel realizzarli, questo è il metodo della democrazia che il Partito Democratico deve fare proprio.

Siamo convinti che dei leader responsabili possano far comprendere ai cittadini che vale la pena sacrificarsi se i vantaggi che da questi scaturiranno in termini di equità, uguaglianza ed efficienza saranno maggiori rispetto ai costi sostenuti. Il rigore economico ed una politica sociale sostenibile sono compatibili, perché sono l’essenza e l’anima della nostra sinistra.

Perché è di sinistra parlare di responsabilità per richiamare i propri cittadini ad una visione sostenibile e giusta del futuro.

Perché è di sinistra partecipare alla costruzione di una Europa più forte e di un mondo più sicuro nel rispetto dei valori delle Nazioni Unite.

Perché è di sinistra parlare di equità per fornire al paese pari opportunità, senza distinzione di sesso, razza, censo, gusti sessuali, ideali politici, religione.
Perché è di sinistra realizzare ideali e andare dove mai nessuno è andato prima.
Voto: sei meno meno.
Verboso, dà l’idea di pura propaganda ed esordisce in “aziendalese”, si atteggia a manager.
Parecchie idee sul contenimento dei costi della politica e della Pubblica Amministrazione, come pure del sostegno alle famiglie giovani e sulle pensioni, enti locali, giustizia e ordine pubblico, trasparenza. Buona l’idea di cancellare l’immunità parlamentare. Nulla sulla criminalità organizzata e sull’ambiente, la politica estera, il conflitto d’interessi, la laicità dello Stato.

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