ECCO I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL PD
E LE LORO DICHIARAZIONI D'INTENTI
prima puntata: MARIO ADINOLFI
Ventotto milioni di italiani hanno meno di quarant'anni. Su oltre trecento eletti in Parlamento, l'Ulivo non ha in rappresentanza di questi 28 milioni di cittadini neanche un eletto. A questo "genocidio politico" generazionale, non si può rispondere con un tentativo di cooptazione, come quello di fantomatiche liste under 30 in appoggio agli esponenti più in vista del futuro Partito democratico. Ora è il momento di correre il rischio. Altrimenti ogni trattativa sulle pensioni, ogni mancata trattativa su ammortizzatori sociali e nuove garanzie nel mondo del lavoro, ogni nuova elezione, saranno luoghi dove un intero segmento del tessuto sociale (non "i giovani", ma le energie migliori di questo paese) verrà sistematicamente ignorato, imbrogliato, umiliato.
Mi candido da outsider alle primarie del 14 ottobre 2007. Da outsider vero: non sono né ministro, né sindaco, né senatore, né sottosegretario. Non posso contare sui denari del finanziamento pubblico alla politica, né sul potere derivante da posizioni di rilievo. Mi metto nudo davanti al carroarmato, perché l'ho già visto fare ai miei coetanei che combattevano per la democrazia in un paese che democrazia non ne ha.
Per questo sono grato a chi ha scelto di aprire questa finestra di opportunità democratica. Sono grato, sì, anche ai partiti che si mettono in gioco per costruire qualcosa di davvero nuovo: a Ds e Margherita, ai loro dirigenti, cui ho rivolto assai spesso parole anche più che polemiche, va in questo senso un ringraziamento sincero.
Alle persone che sfido candidandomi va la mia stima: sono onorato di poter incrociare le lame con personalità del calibro e con la storia di Walter Veltroni, Rosy Bindi, Furio Colombo e spero anche Enrico Letta. Mi candido per batterli, però, in nome di quel che sarà della politica. Spero sia molto più di quello che è. E quel che sarà è l'irruzione di internet nella scena sociale, l'esplosione del fenomeno dei blog, il formarsi di un popolo prevalentemente composto di under 40 che usa la rete come modello di vita. Io credo che sia anche un modello politico ed è certamente il modello a cui ispirerò il partito democratico se dovessi vincere la competizione del 14 ottobre: un modello reticolare, orizzontale, senza vantaggi di posizione per i notabili, con un confronto continuo e aperto, capace di portare dentro il sistema politico rappresentativo in decomposizione, la ventata di novità rappresentata dalle forme della democrazia diretta, primarie e referendum in primis.
Per questo e non solo per questo, il primo atto che compierò sarà chiedere a chiunque firmerà per la mia candidatura di firmare contestualmente anche il referendum sulla riforma elettorale.
Ora, in strada. E speriamo che conduca ad un posto migliore. Il partito democratico può esserlo, noi daremo una mano affinché lo diventi.
"Tre numeri: Cento, Due, Zero"
Le idee di fondo della campagna ADINOLFI 2007 sono: democrazia diretta, rappresentanza generazionale, rottura degli schemi oligarchici dei partiti, sostegno al referendum elettorale. Ci impegniamo però anche su delle proposte concrete su cui intendiamo orientare il partito democratico, se dovessimo vincere la competizione del 14 ottobre. Le proposte si articolano su tre numeri: cento, due, zero.
Cento è la quota che consideriamo credibile per sostenere il sistema pensionistico e non avviare la generazione dei nati negli Anni Settanta e Ottanta a pensioni da fame. Quota cento significa sessant'anni di età e quaranta di contributi, sessantacinque anni di età e trentacinque di contributi, e così via, fatti salvi i lavori veramente usuranti, con parificazione dell'età tra uomini e donne. A quota cento può diventare credibile che noi trentenni e quarantenni di oggi, dopo aver lavorato quarant'anni, possiamo andare in pensione con un assegno che garantisca la sussistenza. Altrimenti, un'altra ipoteca pesantissima sarà messa sul nostro futuro e, dopo lo scippo del Tfr, ci ritroveremo definitivamente a vederci scippata una vecchiaia almeno vivibile.
Due è la percentuale del Pil italiano che vogliamo sia investita in ricerca scientifica, da subito, partendo dall'assegnazione di strumenti di decenza economica per i giovani ricercatori universitari, svincolandoli dal baronismo e dalla fame in cui versano oggi. Due è anche il numero della coppia, della giovane coppia, che deve essere tutelata in quanto tale se assume l'impegno ad essere un nucleo stabile di amore e lavoro comune all'interno della società, a prescindere dall'orientamento sessuale. Due sono i bisogni primari da soddisfare in questo senso: casa e lavoro. E da qui deriva lo zero.
Zero. Vogliamo zero interessi sui mutui per le giovani coppie che acquistano la prima casa, con risorse pubbliche che si liberano dalla ristrutturazione del welfare attraverso la proposta "quota cento", che potrà prevedere ammortizzatori sociali degni di questo nome, che trasformino la flessibilità in una condizione dell'opportunità, non nella schiavitù che è oggi per milioni di giovani lavoratori precari.
Vogliamo zero vincoli all'ingresso nelle libere professioni, che devono essere libere appunto, dopo l'ottenimento dei titoli di studio per esercitarle. Vogliamo zero dubbi sul fatto che lo Stato è laico, laico, laico e lo stesso zero dubbi sul fatto che la Chiesa abbia diritto di esprimere in piena libertà le proprie opinioni, perché il partito democratico è l'occasione storica per abbattere definitivamente un anacronistico steccato. Vogliamo zero discussioni attorno al fatto che l'emergenza ambientale è una questione primaria, che se non recuperata ora nell'agenda delle priorità della politica, rischia di scaricare i suoi prezzi letali su di noi e sui nostri figli. Vogliamo zero costi della politica che dovrebbe essere costruita tutta su base volontaria, come questa candidatura e vogliamo zero caste: azzerare non solo la casta dei politici corrotti, cancellando dalla possibilità di ricandidatura i condannati con sentenze passate in giudicato, ma tutte le caste che dalle loro torri d'avorio hanno trasformato questo splendido paese in una terra del neo-feudalesimo. Vogliamo zero vincoli all'accesso alla rete, alla scaricabilità di contenuti in peer to peer per l'utilizzo personale, alla diffusione della banda larga anche attraverso il WiMax, alla libertà del web. Zero mafia, zero camorra, zero 'ndrangheta, zero omissis sui misteri d'Italia, zero rispetto per i terroristi, zero trame oscure, zero strapotere delle banche, zero conflitti d'interesse, zero dominio della politica sull'informazione e sulla Rai, zero umiliazioni per i consumatori, zero evasione fiscale, zero riduzione in schiavitù di bambini rom e giovani prostitute, zero disparità e conseguente parità piena della condizione femminile. Zero sfruttamento dell'uomo sull'uomo, in qualsiasi forma, anche in quella moderna di un contratto co.co.pro in un call center a seicento euro al mese.
Ci batteremo per questo, per tutto questo, con nettezza e senza mediazioni possibili. Non è un libro dei sogni, anzi, non è un sogno.
E' un progetto per un'Italia libera e forte.
Voto: sei.
"Di lotta e di governo"
Incontestabilmente avanza idee interessanti sulla condizione giovanile e le pensioni, e un’idea forte per la ricerca. Per il resto, tocca quasi tutti i punti che mi stanno a cuore, ma mi sembra un po’ troppo generico, se non proprio utopistico.
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