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giovedì 13 settembre 2007

Primarie del PD - 2


ECCO I CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL PD
E LE LORO DICHIARAZIONI D'INTENTI
seconda puntata: PIER GIORGIO GAWRONSKY

Caro amico/a,

forse ci siamo già incontrati, abbiamo chiesto insieme il rispetto della legalità, la fine degli abusi “legalizzati” dei politici, del mobbing contro le persone migliori.

Ti chiedo di fermarti un attimo a leggere questa riflessione sul nostro destino comune, e la proposta che ne segue.

Sono un po' deluso da molti protagonisti del nascente Partito Democratico. Non è che non ci siano brave persone fra loro. È che i nostri attuali leaders non sembrano avere un progetto istituzionale per fermare la corruzione politica, che corrode la nostra democrazia, il bilancio dello Stato, e l'etica pubblica.

Non c'è da sorprendersi: i nostri politici migliori devono la loro carriera a questo sistema, ai rapporti che con esso hanno stabilito: è difficile sperare che si pongano alla guida di un cambiamento profondo.

Avendo lavorato alcuni anni all'estero (come economista, sulla povertà globale), mi è particolarmente difficile subire passivamente questa situazione. Certo, anche negli altri paesi europei ci sono corruzione e abusi: ma essi non sono elevati a sistema. Perché da noi non può essere lo stesso?

Le elezioni primarie del Partito Democratico rappresentano uno spiraglio straordinario per arricchire di idee e forze fresche il sistema politico, e provare a cambiarlo.

Ho cercato, nei mesi scorsi, personaggi della società civile più autorevoli di me, disposti a candidarsi alla guida del P.D., che si facessero alfieri di un progetto di profonda riforma e consolidamento delle regole e delle istituzioni che ci governano. Non ne ho trovati.

Ho pertanto deciso di fare il possibile per offrire agli elettori una alternativa alla "continuità” rappresentata dai candidati provenienti dai partiti all’origine del P.D., mettendo in campo una sfida forse impossibile (dipende anche da te). Ho deciso di candidarmi a Segretario nazionale del nascente Partito Democratico. E di proporre così il progetto di riqualificazione etico-istituzionale in cui credo ci riconosciamo in molti, essendo stati i suoi elementi ampiamente discussi negli anni scorsi, fuori dai circuiti politico-mediatici dominanti, nelle nostre associazioni e, in realtà, in modo magari meno “colto”, però anche negli uffici, nelle piazze, e nei bar del nostro paese.

Il senso di questa scelta è, in primo luogo, quello di una provocazione politica, un richiamo alla dignità democratica, rivolto a tutti i cittadini. Ma non è una sfida solitaria: esiste solo se la lanciamo insieme. Se lo facciamo, potremmo scoprire che siamo in tanti. Ma per verificarlo dobbiamo cominciare a metterci in cammino.

Perché le istituzioni devono essere al centro della strategia riformatrice del PD? Perché sono dietro a tutti i problemi del paese. Quando esse vengono abusate da una classe politica largamente fuori controllo, esse cessano di funzionare: i problemi socio-economici diventano allora difficilmente gestibili. Anche la Costituzione: ha bisogno di ritocchi? Certamente: piccoli, mirati, precisi. Ma in genere, il problema è piuttosto quello di applicarla e rispettarla. Per esempio:

l’art. 49 prevede che i partiti politici debbano funzionare “con metodo democratico”. Ma non c’è mai stata una legge attuativa. Questa carenza sta alla base delle attuali difficoltà di liberarci della “casta” dei politici intoccabili e dei relativi scandalosi privilegi. Politici spesso eletti solo in apparenza, in realtà “nominati” dalle segreterie dei partiti.
L’art. 81 vieta la promulgazione di leggi senza copertura finanziaria. Inserito dai costituenti per evitare l’insorgere del debito pubblico, dagli anni “60 è stato aggirato intendendo per copertura finanziaria anche “il ricorso all’indebitamento”.
L’art.  97 c.3 recita: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. E’ evidente che i costituenti intendevano questo “casi” come eccezioni. Oggi invece l’eccezione è diventata la norma: con grave danno per la qualità della pubblica amministrazione e dei servizi ai cittadini.
La Cdl ha cercato soluzioni che si allontanavano dalla Costituzione. Anche Walter Veltroni ha riproposto l’idea di una “Costituente”: niente di più sbagliato! Una Costituente si fa per rifondare una nazione, magari dopo una grande guerra. A noi occorre invece riunirci tutti intorno alla nostra Costituzione, magari aggiornata sui nuovi problemi (pluralismo TV, Autorità garanti, ecc.). Un rinnovato “patriottismo della costituzione” (nel senso di Pietro Scoppola) è il faro che deve guidare il futuro Partito Democratico.

La lotta ai privilegi e agli abusi legalizzati equivale dunque alla difesa delle istituzioni, della buona amministrazione, della democrazia. A vantaggio di tutte le vittime della prevaricazione: dai giovani (che si trovano di fronte un angosciante sistema chiuso) alle vittime del mobbing, fino ai cittadini che soffrono per la scarsa qualità dei servizi pubblici.

Spero di avere la possibilità nelle prossime settimane, attraversi i mass-media, di comunicarvi i numerosi dettagli della visione programmatica e ideale che invoco per il P.D.. Intanto, vi dico le mie parole d’ordine: democrazia, libertà, trasparenza, partecipazione, merito, etica pubblica, Costituzione. Ed ora prepariamoci ad eleggere alla guida del P.D. un Segretario Nazionale di tipo del tutto nuovo. Uno che non è legato dalle amicizie politiche, che non deve la sua carriera alla “casta”, che non ha interessi propri da difendere, profondamente motivato a riformare radicalmente il sistema. Uno che conosce a menadito i meccanismi istituzionali, che abbia studiato i problemi e sappia indirizzare lo sforzo di cambiamento.

Chiedo il vostro aiuto e la vostra partecipazione; a cominciare dalla formazione delle liste in tutta Italia, entro metà Settembre, per le elezioni primarie di Ottobre. Se scendiamo in campo tutti assieme (chi non ha mai fatto politica e i giovani inclusi) possiamo provare a dare insieme una spallata al sistema di abusi e privilegi che soffoca l'Italia. Lavoriamo insieme per un centro-sinistra “radicale, nella sua moderazione”.
Voto: cinque. Buone proposte, anche “forti”, ma solo (sic!) sul piano delle riforme istituzionali. Nel frattempo, però, bisogna pure governare…

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