Visualizzazioni totali

martedì 8 dicembre 2009

Spatuzza-Dell'Utri: non facciamo casino


LE COPPOLE A PALAZZO CHIGI?

mafia


L’irrompere delle dichiarazioni del pentito Spatuzza nel processo Dell’Utri apre alcune questioni degne di nota.
Questioni che come al solito c’è chi cerca di confondere in mezzo agli ululati di finto sdegno, buttandola in caciara.
Prima questione, se sia vero o no, come dice Spatuzza, che la mafia aveva identificato nella nascente Forza Italia la sponda politica di riferimento, il potere prossimo venturo al quale aggrapparsi e con il quale scendere a patti, visto il vuoto lasciato dalla DC e dal PSI di Craxi.

Come dice Giancarlo Caselli, che di pentiti se ne intende, semplicemente ancora non lo sappiamo.
L’apparato della giustizia è lì apposta per cercare i riscontri a quanto Spatuzza afferma, con il massimo del rigore (ed una certa diffidenza, visto che si parla di un tizio che ha sempre lottato contro la giustizia e si è macchiato di un numero impressionante di omicidi).

Seconda questione, l’attendibilità dei pentiti. Signori, senza pentiti non si fa la lotta né al terrorismo (abbiamo sconfitto le BR coi pentiti) né alla mafia. Ma è curioso che i pentiti siano considerati attendibili quando vuotano il sacco su Riina, ma mentitori per definizione quando vuotano il sacco sui politici.
Quando parlano dei politici, periodicamente rispunta qualche Solone che invoca una nuova legge sui pentiti (naturalmente più restrittiva), che finge d’indignarsi per i “privilegi” di cui costoro godono “a spese del contribuente”. Ragazzi, siamo realisti. Secondo voi, un pentito di mafia o di terrorismo, che convenienza avrebbe a pentirsi, se non avesse un sostanzioso sconto di pena e qualche vantaggio economico (che è essenziale, perché è gente che molto difficilmente potrebbe trovare un lavoro per mantenersi), oltre alla protezione per sé e per i suoi congiunti? Proprio nessuna.
Quindi il discorso sui loro “privilegi” è irrealistico e puramente strumentale. Tutte le polizie del mondo, anche nelle democrazie occidentali, chiudono un occhio, e se necessario anche due, sulla moralità dei loro “informatori”, che in genere non sono affatto agnellini o stinchi di santo, ma assassini, ladri, sfruttatori della prostituzione, trafficanti di droga o di armi. Piaccia o no, è così.

Terza questione, il governo e la mafia. Il sedicente “miglior capo del governo da 150 anni a questa parte” non si è lasciato sfuggire l’occasione per fare un po’ di propaganda. “Mi accusano per vendicarsi del governo che più ha fatto contro la mafia”. Cosa abbia fatto questo governo contro la mafia, nessuno lo sa, visto che ha solo tagliato fonti alle forze dell’ordine, dirottandone sui pagliacci delle ronde in salsa verde. Gli arresti sono merito delle forze di polizia e dei magistrati inquirenti, che stanno facendo il loro dovere NONOSTANTE questo governo. Pochi giorni fa, abbiamo saputo che il governo vuole rimettere all’asta i beni sequestrati ai mafiosi, così se li ricomperano tranquillamente tramite prestanome. E’ notizia di stamani, che Ghedini & soci stiano studiando il colpo di spugna, sotto forma di “processo breve”, anche per i reati gravi, come quelli per mafia. Appena pochi giorni dopo le dichiarazioni di Spatuzza. Strana coincidenza, per un governo che si proclama “il più anti-mafia della storia d‘Italia”.

Quarta questione, se Berlusconi e Forza Italia abbiano davvero goduto dell’appoggio della mafia.
Non so se si riuscirà mai a dimostrarlo in tribunale, questa è una questione attinente alla formazione delle prove secondo il nostro codice di procedura penale.  Ma di indizi delle frequentazioni mafiose di alti esponenti di Forza Italia, primo tra tutti Dell’Utri, ce ne sono e non pochi. Io come cittadino non sono qualificato a pronunciarmi sulla fondatezza processuale delle prove in tal senso (anche se ne emergeranno, può essere che non siano ritenute sufficienti per una condanna, o che scatti nel frattempo una leggina ad personam, o che sopraggiunga la prescrizione, o che ci sia un vizio di forma nell’utilizzo processuale della prova, eccetera). Ma io, sempre come cittadino, ho il diritto di farmi una opinione, in base ai fatti che conosco. E in base a questi fatti, ho il diritto di credere che Forza Italia abbia conquistato il potere anche grazie agli appoggi della mafia in Sicilia. E che uno dei modi in cui è chiamata a "sdebitarsi" è l'apertura del ponte sullo stretto.

Nessun commento:

Posta un commento